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Basket, Belinelli: "Sono qui per vincere con la Virtus. Giocare con Teodosic sarà unico"

Davide Fumagalli

Aggiornato 28/11/2020 alle 16:24 GMT+1

Presentazione ufficiale per Belinelli alla Virtus Bologna: "La voglia di vincere subito è uno dei motivi che mi hanno spinto a tornare, ho il fuoco dentro. La Nazionale? Per la maglia azzurra io ci sono". Il patron Zanetti: "Lo considero il più grande cestista italiano di sempre perchè ha vinto in NBA". Coach Djordjevic: "Il flirt con Marco è iniziato tanto tempo fa".

Marco Belinelli mostra la sua nuova maglia della Virtus Bologna con il numero 3

Credit Foto From Official Website

Giorno speciale a Bologna perchè è quello della presentazione ufficiale di Marco Belinelli come nuovo giocatore della Segafredo Virtus Bologna. Il colpo da novanta del patron Massimo Zanetti, il pezzo forse mancante per coach Sasha Djordjevicper ambire a vincere tutto, in Italia e in Europa, in questa stagione. Alla Segafredo Arena, purtroppo senza tifosi, il "Beli" ha parlato per la prima volta da membro della Virtus: "Tornare a casa è qualcosa di unico. Ringrazio Zanetti, Baraldi, Ronci, anche il mio nuovo coach Djordjevic che conosco da una vita e che considero un grande esempio. E' una nuova tappa del mio percorso, iniziato quasi 30 anni fa: la Virtus ha creduto in me quando ero ragazzino, con questa maglia ho esordito in Serie A e ho fatto esperienze indimenticabili. Ringrazio anche la Fortitudo perchè con loro ho vissuto anni importanti, mi hanno fatto crescere come giocatore e come uomo, i tifosi mi hanno dato grande affetto. Poi ho realizzato il mio sogno di andare nell'NBA e raggiungere miti come Kobe Bryant, Michael Jordan e Larry Bird che guardavo in videocassetta".
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La Virtus mi ha offerto un progetto ambizioso e mi ha fatto sentire molto importante, sono molto carico, c'è un fuoco in me, vorrei già fare allenamento domani mattina
E ancora: "Non sono più il ragazzino di una volta, mi sono sposato, ho fatto tanta esperienza NBA, ho cambiato tante maglie, non è stato facile, ma mi hanno fatto crescere e vedere tanti punti di vista differenti. La Virtus mi ha offerto un progetto ambizioso e mi ha fatto sentire molto importante, sono molto carico, c'è un fuoco in me, vorrei già fare allenamento domani mattina, ho sentito il calore dei tifosi, sono pronto, non vedo l'ora di cominciare e farò parlare il campo. Ringrazio la mia famiglia, i miei fratelli, mia moglie, sono scelte fatte assieme e sono felice". Respinge invece i discorsi sugli striscioni contro di lui dei tifosi della Fortitudo, la sua ex squadra prima di volare in America: "E' lo sport, sono un professionista, questo progetto mi ha affascinato e non ho altro da aggiungere".
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Marco, reduce dall'esperienza in NBA dove è stato negli ultimi 13 anni, ammette l'importanza della famiglia nella sua scelta di tornare: "Tornare a casa è molto importante, non solo per il progetto ma anche perchè sono vicino a mia moglie e la mia famiglia, per questo sono contento, molto". Sul suo utilizzo in campo: "Penso di esser sempre stato un giocatore che ama fare canestro, un tiratore, però sono pronto ad aiutare la squadra in quello che serve. Quello che posso dire è che amo questo sport e che darò tutto. Io sono a disposizione e spero di poterci essere prima possibile, poi dipenderà dalla società e dal coach". L'obiettivo è ovviamente vincere per poter ambire a tornare in Eurolega: "L'obiettivo è vincere come sanno tutti, l'Eurolega è una competizione che ho giocato tanto tempo fa, un livello molto alto. La voglia di vincere subito è uno dei motivi che mi hanno spinto a tornare, pur tenendo i piedi per terra e lavorando con umiltà, ma non possiamo nasconderci". Certamente lo stuzzica giocare con Milos Teodosic: "C'è poco da dire su Teodosic, ho grande rispetto, ci ho giocato tante volte contro in nazionale e credo che sia un sogno, qualcosa di unico giocarci assieme. Penso possa essere molto divertente. Ho già conosciuto i miei nuovi compagni di squadra, un'emozione tornare nello spogliatoio. Cercherà di dare il mio contributo, aiutare a vincere facendo quello che il coach mi chiede, e penso di poter ancora migliorare, forse non in difesa, più in attacco sulla mano sinistra. Mi sono tenuto in forma, sto bene, mi sono allenato con Marco Sanguettoli, ma ci vorrà un po' di tempo per inserirmi anche se non penso avrò mai problemi con Djordjevic".
C'è poco da dire su Teodosic, ho grande rispetto, ci ho giocato tante volte contro in nazionale e credo che sia un sogno, qualcosa di unico giocarci assieme
La chiosa di Marco riguarda il numero di maglia e la Nazionale. "I numeri saranno due: il 3 in campionato e il 18 in Eurocup. Ho scritto ad Abi Abass, ho chiesto, non sono così "stronzo", e lui è stato così gentile di cedermelo. E' un numero a cui sono legato perchè ho vinto il titolo NBA e la gara del tiro da tre, mentre il 18 ricorda il numero di chiamata al Draft e poi l'ho avuto anche a Philadelphia", specifica Beli. E sull'Azzurro: "La Nazionale? Tutti sanno quanto io sia legato alla maglia azzurra, è stato un grosso dispiacere non riuscire a qualificarci per le ultime Olimpiadi, ma io comunque ci sono per la Nazionale, sono qui".
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Coach Djordjevic

Poche parole e tanta stima da parte di Sasha Djordjevic nei confronti di Marco Belinelli, avversari anche da giocatori nella finale Scudetto del 2005 vinta dalla Fortitudo contro Milano. "Innanzitutto mi dispiace che i tifosi e la gente non possano essere qui ad accogliere questo campione. Poi da lunedì si inizia il lavoro, c'è da migliorare la mano sinistra e la difesa (scherza...). Questa è la firma più importante del basket negli ultimi 40 anni, far tornare in Italia un campione di questo tipo è un grande merito di Massimo Zanetti. Poi sottolineo il lavoro di Baraldi e Ronci che in un giorno hanno organizzato e finalizzato questa trattativa. La nostra unità è un punto di forza", dice Sasha.
Questa è la firma più importante del basket negli ultimi 40 anni, far tornare in Italia un campione di questo tipo è un grande merito di Massimo Zanetti
Djordjevic aggiunge un aneddoto: "Il flirt con Marco è iniziato da tanto tempo, sono più che contento di essere qui". Infine sull'inserimento in squadra: "Sarà molto facile inserire inserire un giocatore con questa qualità, con questa conoscenza ed esperienza. Non vediamo l'ora di iniziare ma si parla sempre di basket, Marco sa come si fa, è molto semplice. Quello che porta Belinelli non è solo qualità a livello cestistico, ma porta un bagaglio più grande a livello umano, lo dico dal primo giorno. Abbiamo bisogno di grandi campioni sul campo e che sappiano comunicare con la gente perchè sono i giocatori danno e ricevono emozioni. Tutto va verso un obiettivo più grande che è quello della crescita del movimento cestistico".
Marco Belinelli con la maglia della Virtus Bologna. Foto ufficio stampa Macron

Il patron Massimo Zanetti

Era dunque Marco Belinelli il grande colpo a cui ha sempre pensato Massimo Zanetti, lo ha sottolineato e ha spiegato come investire sia fondamentale per tutto il movimento: "Io sono un inguaribile ottimista, sono un imprenditore, e quando iniziano qualcosa di nuovo devono fare degli investimenti confidando che tutto vada per il meglio. Qui è uguale, se non si fa così non si ottiene nulla. Penso che tutto il movimento del basket in Italia abbia bisogno di un rilancio. Bisogna avere fiducia, investire, rilanciare, tenere accesa la candela e smuovere il basket. Abbiamo il vantaggio che Bologna è una città che ha la passione per la pallacanestro, è "Basket City". Inoltre aggiungo che abbiamo sempre voluto e perseguito Belinelli, che se avesse deciso di tornare in Italia noi dovevamo essere preparati per prenderlo, doveva essere nostro. Ora tocca a coach Djordjevic fare di tutto per arrivare davanti a tutti".
Abbiamo sempre voluto e perseguito Belinelli, che se avesse deciso di tornare in Italia noi dovevamo essere preparati per prenderlo, doveva essere nostro. Lo considero il più grande italiano nella pallacanestro perchè ha vinto l'anello di campione NBA
Spazio anche per i ringraziamenti di rito: "Io ringrazio la città di Bologna perchè è veramente "Basket City". I "cugini" possono essere arrabbiati ma creano l'importanza che ha il basket in questa città. Ringrazio il presidente della regione Bonacini che segue con passione il nostro percorso. Per Marco è un ritorno a casa, è l'unico bolognese della squadra, per noi è un grandissimo onore averlo qui e lo considero il più grande italiano nella pallacanestro perchè ha vinto l'anello di campione NBA. Per noi, per la Virtus e per la città è un onore; averlo qui nella nostra arena, un altro grande investimento, fa parte di questo percorso ambizioso che abbiamo intrapreso. Abbiamo già una squadra molto forte, con Marco alziamo ancora di più il livello e sono convinto che il nostro allenatore Sasha Djordjevic riuscirà a centrare i nostri obiettivi".
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