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Basket, Serie A: Dominante a 38 anni: David Logan, campione senza età

Daniele Fantini

Aggiornato 17/12/2020 alle 12:49 GMT+1

David Logan sta giocando, a 38 anni, la sua miglior stagione di sempre. I suoi 21 punti di media a partita (career-high) stanno tenendo la sua Treviso al settimo posto (5-5) e chiudendo in maniera perfetta un cerchio che ho la visto cominciare ed esplodere proprio in Italia, quando, nel 2005, mosse i suoi primi passi con Pavia e quando, dieci anni dopo, vinse tutto con la Sassari di Meo Sacchetti.

David Logan, Treviso, Serie A 2020

Credit Foto Getty Images

David Logan è l'Italia sono legati a doppio filo. Qui è cominciato tutto, nell'estate del 2005, quando scelse la LegaDue, e Pavia, per muovere i suoi primi passi da professionista. E, se siete stati così fortunati da averlo visto in una di quelle prime partite in maglia Edimes, era già chiaro, lampante, che il ragazzo avesse un passo in più rispetto a tutti gli altri. Anche a quel Danilo Gallinari che, 17enne, gli fece compagnia per qualche mese, in prestito dall'Olimpia Milano. Già, perché Logan, nonostante tutto, durò soltanto una dozzina di gare, tagliato prima di Natale per far spazio a Ryan Hoover. A pensarci ora, quindici anni dopo, una follia.
Nel frattempo, Logan maturava, cresceva e, sopratutto, vinceva, girando l'Europa. Polonia, Grecia, Israele, Germania, indossando canotte sempre più prestigiose. Dal Prokom al Panathinaikos, dal Maccabi Tel Aviv all'Alba Berlino. E, rivedendolo nel corso degli anni in TV, un brivido accompagnava la schiena, anticipando la solita, classica domanda. "Ah, ma è quel Logan lì? Guarda un po' dov'è finito...".
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Che show balistico per Logan, 35 punti e 6 triple contro la Fortitudo!

L'apice e il ritorno: dal Grande Slam di Sassari a Treviso

Ma l'Italia, come detto, era nel suo destino, pronta a riaccoglierlo all'apice della maturazione. Perché a Logan non bastava più vincere qualcosa. Voleva vincere tutto. Ma proprio tutto. E trovò l'ambiente perfetto per farlo in quella meravigliosa versione della Dinamo Sassari del 2015 di Meo Sacchetti. Per certi versi, una squadra irripetibile e irricostruibile, ma esempio sublime di quel che il gioco della pallacanestro poteva esprimere nel suo insieme, in quel periodo, fondendo i concetti della run'n'gun (in realtà nati molti anni prima), con i principi di verticalità, atletismo e perfezionismo nelle spaziature tipici del basket di oggi. Era un basket estremo, che trascinava ogni suo aspetto oltre al limite fino a quel momento considerato, a torto, invalicabile, ma era un basket in cui Logan sguazzava a meraviglia, un basket ricalcato in maniera perfetta sulle sue caratteristiche, un basket che gli permetteva di aver pieno controllo della squadra, del ritmo e del gioco in campo. E, non a caso, quella Sassari vinse tutto. Supercoppa, Coppa Italia e scudetto, con Logan nominato MVP della stagione.
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David Logan festeggia la conquista della Coppa Italia del 2015 con il Banco di Sardegna Sassari

Credit Foto Imago

Quel ciclo, però, andava chiuso, ricalcando la classica legge naturale "nascita-esplosione-fine". E Logan non poteva trovare un altro posto diverso dall'Italia per chiudere la carriera. Nemmeno il fascino esotico della Sud Corea, abbandonata nel febbraio 2019 dopo poche settimane per la voglia di tornare nel Paese e, soprattutto, nella Serie in cui tutto ha avuto origine. Quella Legadue che lo ha visto nascere nel 2005 lo ha raccolto 14 anni dopo, a Treviso. Logan aveva 37 anni e un'usura da operaio di fonderia, eppure era ancora straordinariamente dominante. Dopo la Coppa Italia vinta da MVP, Logan portò Treviso in finale-promozione e a quel traguardo che una grande città di basket aspettava da anni, segnando 36 punti nella decisiva gara-3 contro Capo d'Orlando. In quella partita fu eccelso, cinque spanne sopra tutto il resto, ma soprattutto consapevole di un aspetto molto importante: se i suoi istinti offensivi erano ancora così fini e letali, avrebbe potuto continuare a giocare anche al piano superiore, riabbracciando la sua Lega preferita, quella in cui, quattro anni prima, aveva piazzato il Grande Slam.

Treviso: l'ultima tappa nel suo anno migliore

Oggi, nel dicembre 2020, David Logan ha 38 anni. Eppure, se spulciate la classifica dei migliori marcatori, lo troverete subito, alla seconda riga, alle spalle di un'altra leggenda del basket internazionale, Luis Scola, che di anni, invece, ne ha già compiuti 40 da un pezzo. Alcuni pensano che vedere due giocatori all'ultimo chilometro del viale del tramonto in vetta alla classifica marcatori sia un segno di debolezza del nostro campionato. Ma, molto più probabilmente, non hanno ben inquadrato la grandezza di questi due campioni. Perché, di giocatori così, ne nascono uno ogni "anta" anni.
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Supercoppa: 38 anni (quasi) e non sentirli per Logan che va a schiacciare

Quest'anno Logan sta vivendo, a livello statistico, la sua miglior stagione della carriera: 21.0 punti (5 in più del suo periodo d'oro a Sassari) con il 40% da tre e, soprattutto, il 62% da due (career-high), un numero abnorme se consideriamo l'età del giocatore e la quantità di conclusioni prese all'interno dell'area (7.3, altro career-high). Perché Logan non gioca come il vostro 38enne classico, attorno alla riga da tre punti, nel disperato tentativo di conservare quel poco che resta di una carrozzeria sfregiata e ammaccata da tantissimi anni di battaglie sul parquet. Logan gioca ancora una pallacanestro totale, forse anche più completa dei suoi anni d'oro a Sassari, trovandosi ora immerso in un sistema che gli dà, sostanzialmente, carta bianca in attacco, sicuro delle sue qualità ancora intatte. Certo, ha perso in maniera fisiologica quel primo passo bruciante degli anni migliori, ma non la capacità di reinventarsi per restare un giocatore e un attaccante altrettanto efficace. Il lavoro del corpo per prendere vantaggio sul difensore in uscita dai blocchi, il perfezionamento dello step-back per creare separazione nel tiro da fuori, l'utilizzo sapiente delle finte, delle esitation e dei cambi di mano per guizzare ancora, in penetrazione, tra corpi impotenti. A 38 anni, Logan segna, si diverte, diverte e la sua Treviso, partita con l'obiettivo salvezza scritto a caratteri cubitali sulla lavagna dello spogliatoio, adesso è settima (5-5), in zona playoff e Final Eight di Coppa Italia.

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