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Basket - La Virtus Bologna centra la Finale Scudetto. Difesa, coralità e talento diffuso i punti di forza

Marco Arcari

Aggiornato 02/06/2022 alle 14:00 GMT+2

BASKET, SERIE A - 14ª Finale Playoff Scudetto, la 2ª consecutiva per le Vu-Nere, dopo il 3-0 rifilato in semifinale al Derthona Tortona. La squadra di coach Scariolo segna meno rispetto alla stagione regolare, ma ha cambiato marcia in difesa e si affida al talento, alla rotazione, a singoli semplicemente debordanti. A oggi, la Virtus Segafredo Bologna è ancora la favorita per vincere lo Scudetto?

Highlights Gara-3: Tortona-Virtus Bologna 69-77

Numeri alla mano, il campionato della Virtus Segafredo Bologna è quello tipico di una squadra che sa come dominare la stagione. Il 3-0 rifilato in semifinale a una gagliarda Bertram Derthona Basket Tortona è soltanto l'ennesima dimostrazione di forza - pur con qualche difficoltà in più rispetto alle precedenti sfide di LBA - per un club che, in pochissimi anni, ha compiuto una trasformazione incredibile. Forte di idee e valori, prima ancora che di capitali economici, la Virtus ha ripreso pienamente il ruolo di "grande" della Serie A, rinverdendo così i fasti della prima grande rivalità cestistica italiana: quella con l'Olimpia Milano.
Tra la metà degli anni '30 e quella degli anni '50, Scarpette Rosse e Vu-Nere si sono giocate qualcosa come 10 Scudetti, coi biancorossi capaci di vincerne ben nove. A distanza di quasi settant'anni, i rapporti di forza sembrano decisamente più equilibrati, se non invertiti, e la Dinamo Sassari cercherà comunque di riaprire una serie che la vede sotto 0-2, per tentare di spezzare ogni pronostico su una già scritta finale Scudetto tra Bologna e Milano. Intanto, le Vu-Nere sono già certe di un posto in Finale Playoff, la seconda consecutiva e la 14ª nella storia del club virtussino, e possono contare su un roster funzionale, poliedrico e pressoché infinto. Le serie contro Pesaro e Tortona ci hanno infatti fornito diverse indicazioni, tutte però riassumibili in un solo concetto di base: questa Virtus può puntare al back-to-back Tricolore.
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Shengelia e Cain danno spettacolo: che assist-dietro schiena!

Questione di numeri

Dopo una regular season a totale trazione offensiva (89 punti a sfida, 1° attacco della LBA), la Virtus Segafredo Bologna ha riscoperto di essere anche squadra che sa vincere (e convincere) senza il bisogno incessante di segnare tanti punti. In 6 partite di Playoff, la media realizzativa è infatti scesa a 78.7 punti, col 53% da due e il 37% da tre. Contestualmente è però migliorata sensibilmente la fase difensiva: 65.7 punti subiti a gara (394 in 6 match), merito non soltanto dell'arrivo di Daniel Hackett a stagione in corso. Innegabile che l'ex-CSKA Mosca abbia cambiato, peraltro non di poco, le soluzioni di non possesso della squadra di coach Scariolo, garantendo quella difesa on e off-the ball che potrebbe essere chiave tattica anche di una potenziale finale Scudetto contro Milano; all'Olimpia mancherà infatti Malcolm Delaney, alter-ego biancorosso di Hackett per quanto riguarda la difesa, aspetto da non sottovalutare nelle analisi del caso. La Virtus ha chiuso molto bene il pitturato sia contro la VL Pesaro che contro il Derthona Tortona, scommettendo un po' sulle percentuali da tre punti degli avversarie e sfruttando molto bene le transizioni primarie per generare punti in velocità, quando non in evidente situazione di contropiede. In questo modo è riuscita a vincere anche partite in cui ha commesso troppi turnover - 19 di media negli ultimi due atti della semifinale con Tortona - tirato male dalla distanza - 31% e 28% rispettivamente in gara-1 e gara-3 contro Pesaro - e patito un po' nella lotta a rimbalzo.
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Marco Belinelli prende fuoco nel 4° periodo, 19 punti

Protagonisti diversi, a rotazione

Il diffuso talento presente poi nel roster bianconero, consente alla Virtus un ventaglio di soluzioni pressoché infinito. I fisiologici passaggi a vuoto di alcuni giocatori, tali perché le stagioni sportive sono sempre più lunghe e logoranti, vengono infatti quasi sempre compensati da exploit di alcuni compagni, a rotazione. Una premessa è d'obbligo: scrivere di exploit in riferimento ai vari Marco Belinelli, Milos Teodosic & co. può sembrare una grave forzatura, ma il concetto va analizzato nel suo dettaglio. 19 punti nel 4° periodo di gara-1 contro Tortona (Belinelli), 12 nel 3° quarto della sfida successiva (Teodosic), ma anche gli 8 in 1'30'' nel 2° quarto di gara-3 (ancora Belinelli), rappresentano infatti dati inequivocabili. Questa Virtus ha un talento, soprattutto individuale, così debordante da poter cambiare volto a un'intera partita in una sola frazione dei tempi regolamentari; per farlo, non serve neppure l'apporto completo di tutto il quintetto sul parquet, dal momento che, come abbiamo visto, bastano le sfuriate di un singolo a fare la differenza. Il talento va però debitamente incanalato dentro il progetto di squadra e, in questo, coach Sergio Scariolo non ha forse eguali in Europa, a eccezione di Ettore Messina e pochi altri eletti nel gotha della panchina. Con la Spagna ha imparato a gestire gruppi di fenomeni; in NBA a lasciare libero sfogo a quelle superstar designate per prendere tra le mani le redini di una franchigia intera; qui a Bologna, sta semplicemente affinando il proprio concetto di "rotazioni", consapevole che non possa esserci spazio per tutti quando in ballo c'è uno Scudetto. Il che non significa affatto bocciatura, ad esempio, per Nico Mannion o altri giocatori meno utilizzati. Semmai, è un qualcosa che li deve spronare a raggiungere un livello d'élite.
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Milos Teodosic spacca la partita: parziale in solitaria di 8-0

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