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Basket, Serie A - Il commovente addio di Julyan Stone a Venezia: "Per me è casa, tornerò. Lo Scudetto? Esperienza unica"

Davide Fumagalli

Aggiornato 25/06/2022 alle 15:36 GMT+2

BASKET, SERIE - Dopo 6 stagioni assieme, con due Scudetti e una Coppa Italia, si separano le strade di Julyan Stone e della Reyer Venezia. In un lungo video diffuso dal club l'ex giocatore anche dei Denver Nuggets ripercorre tutte le tappe e ricorda tutti i i protagonisti, senza riuscire a trattenere le lacrime.

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"Questa per me è casa, tornerò". Parole toccanti quelle di Julyan Stone che dopo sei stagioni si separa dall'Umana Reyer Venezia, il club con cui ha giocato e vinto due Scudetti e una Coppa Italia tra il 2014 e il 2022 (tra il 2015 e 2017, e poi nel 2017-18, non era in laguna). In orogranata finisce un ciclo, come si evince anche dal trasferimento di Stefano Tonut a Milano, anni bellissimi in cui Stone è stato cuore e anima della squadra di coach Walter De Raffaele: "Spero col cuore che la Reyer possa continuare a vincere. Siate sempre positivi, nei prossimi anni potranno esserci alti e bassi ma dovete sempre credere nel progetto. Vi voglio bene e vi ringrazio per il tempo passato assieme. Ci vedremo presto".
Stone, sempre genuino nel bene e nel male, a volte divisivo ma capace di farse amare da compagni e tifosi, della Reyer o avversari, ha voluto chiudere la sua esperienza con una lunga intervista per il sito di Venezia in cui ripercorre i suoi 6 anni e non riesce a trattenere le lacrime tante e forti sono le emozioni che prova. Tra queste, la strada verso il Tricolore 2017: "Lo scudetto? La più grande esperienza dopo la nascita di mio figlio. Haynes? Con Quez eravamo compagni di stanza e sappiamo entrambi quanto ha contato il gruppo. Lui era la mia mano destra, il mio custode. Con Mike (Bramos, ndr) sono andato in battaglia, mi ha supportato in tutto. Mi diceva di essere sempre Julyan Stone fuori e dentro dal campo. Qualsiasi cosa succeda so di poter contare su di lui. E' stata la mia polizza assicurativa, mi mancherà perché non troverò più nessuno così".
A Venezia è nato e cresciuto il figlio di Julyan mentre il padre David, poi scomparso, è il motivo per cui dovette andarsene nel 2015. Quando è tornato, non è mai più andato via e ha voluto spendere una parola per tanti compagni: "A Tonut voglio un bene da morire, solo il cielo è il suo limite. Con Daye, Watt e De Nicolao continueremo a sentirci tantissimo. Mazzola, il mio vicino di casa, mi ha spronato e mi è stato vicino nel bene e nel male. A Cerella auguro di continuare a sbocciare e crescere". Infine, dopo aver citato il patron Brugnaro e il presidente Casarin, parla di coach Walter De Raffaele: "Walter De Raffaele sa cosa provo. Quello che siamo stati assieme non potrà mai essere riprodotto. Non ci sarà altro coach che qui potrà fare ciò che ha fatto lui. Quando avrà terminato il lavoro, costruitegli una statua".
Questo invece il saluto della Reyer: "Quinto di sempre come presenze nella storia del Club con 270 partite giocate e primo per assist distribuiti ai compagni, 796, e rimbalzi catturati, 1446. Un giocatore che ha contribuito a raggiungere grandi traguardi e alla crescita del Club anche fuori dal campo, grazie alla sua generosità ed empatia. Grazie Julyan, Venezia sarà sempre casa tua e la Reyer la tua famiglia".
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