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Basket, Serie A: La prima vittoria di Tortona vista da coach Marco Ramondino: "Consapevoli della nostra sfida"

Daniele Fantini

Aggiornato 04/10/2021 alle 18:28 GMT+2

BASKET, SERIE A - Coach Marco Ramondino racconta a Eurosport la prima vittoria in Serie A della sua Bertram Tortona: "Un'occasione per prendere consapevolezza della bellissima avventura che ci aspetta in Serie A. Abbiamo trovato presto la quadratura e il nucleo della promozione dello scorso anno ha tanta fiducia. Puntiamo a crescere e diventare un punto di riferimento per l'intera Regione".

Coach Marco Ramondino, Bertram Derthona Tortona, Serie A 2021-22

Credit Foto Imago

Quattro su quattro nel gironcino di Supercoppa, lì dove aveva già mostrato di essere una matricola terribile. Poi il tonfo casalingo, pesante e inaspettato, contro Treviso. Ma domenica, sul parquet del PalaLeonessa di Brescia, Tortona ha festeggiato il suo primo storico successo in Serie A. La neopromossa ha gettato così i primi mattoni per la costruzione di uno dei progetti più intriganti del basket di oggi, volto a diventare un punto di riferimento dell'intera Regione. Ne abbiamo parlato con coach Marco Ramondino, grande artefice della promozione conquistata sul campo nella scorsa stagione e ora debuttante in Serie A a soli 39 anni.
  • Complimenti per la vittoria, Coach. Ma la prima domanda è d'obbligo: che cosa significa per lei, per la squadra e per la città/i tifosi?
"Questa vittoria è una bella occasione per tutti. Non tanto per celebrare, perché abbiamo già la testa tarata verso la prossima partita con Brindisi, ma per prendere sempre più consapevolezza di questa bellissima avventura e del contesto che abbiamo la possibilità di vivere con la Serie A. Il livello di questo campionato è altissimo, ce ne siamo già resi conto durante la Supercoppa. E questa è l'occasione per abbracciare la nuova sfida che si presenta a tutti noi. A me come coach esordiente, al club per fare il salto di qualità e alla squadra per le tante novità che ha vissuto negli ultimi mesi".
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Un time-out di coach Marco Ramondino, Bertram Tortona, Serie A 2021-22

Credit Foto Imago

  • Tortona ha subito stupito in Supercoppa passando il gironcino da neopromossa imbattuta: si aspettava un inizio così o è stato sorprendente anche per lei?
"Il basket pre-stagionale va sempre preso un po' con le molle, perché il livello di preparazione delle squadre non è ancora pari a quello del campionato. Ci si possono permettere più sbavature, che in campionato verrebbero invece punite. Noi siamo stati bravi a trovare subito una bella quadratura. In un certo senso, non avere a disposizione sin da subito due americani (Jamarr Sanders e Jalen Cannon, ndr) ci ha aiutato a trovare alcuni equilibri. Avendo meno qualità e meno giocatori in rotazione, siamo riusciti ad avere più coesione e più applicazione generale delle idee. Ora, con il roster al completo, stiamo rimescolando la ricetta e rimettendoci le mani".
  • La squadra ha già mostrato di essere molto solida. Quanto conta aver mantenuto il nucleo dello scorso anno di LegaDue e aver aggiunto giocatori già di esperienza al mix?
"Molto importante. Il basket è un gioco di squadra. E la cosa che fa la differenza è la capacità di integrare queste risorse ed esperienze. Perché il vissuto dà forza e sicurezza ma porta con sé anche convinzioni sul modo di interpretare il gioco. La chiave sarà vedere come ognuno saprà smussare le proprie abitudini e convinzioni per una visione condivisa, di squadra. Questo è lo step successivo. Abbiamo costruito la squadra con la consapevolezza di entrare in un mondo differente rispetto a quello vissuto fino allo scorso anno. Aggiungere elementi di esperienza come Chris Wright, Tyler Cain e Ariel Filloy su un buon gruppo è stato un passaggio fortemente voluto da me e dalla società".
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Highlights: Brescia-Tortona 77-79

  • In queste prime settimane, Tortona ha dimostrato che in Serie A si può tenere il campo e vincere partite anche con giocatori già formati in LegaDue. Secondo lei c’è un po’ di scetticismo generale nel movimento nel dare fiducia ai ragazzi italiani della seconda serie?
"Non so come ragionino gli altri allenatori. Ma i nostri giocatori sono arrivati in Serie A vincendo il campionato di LegaDue. E questo è un aspetto molto importante in termini di consapevolezza acquisita. Sono tutti giocatori scelti da me anche per la LegaDue, non presi per tappare un buco. Sono elementi in cui abbiamo creduto e che ci hanno ripagato. La medaglia ha sempre due facce: essere chiamati da una squadra già in Serie A o conquistare la promozione sul campo è molto differente in termini di consapevolezza nei propri mezzi".
  • Il suo basket è già divertente, produttivo, ma soprattutto molto tosto. La squadra ha chimica e lavora bene insieme. Quanto c’è di coach Marco Ramondino in questo gruppo visto finora?
"C'è ancora tanto da fare, perché tutte le squadre sono ancora in una situazione di conoscenza. E anche noi andiamo a sprazzi. Tu allenatore puoi predicare quanto vuoi, ma se non c’è un orecchio predisposto a sentire, non sente. L'importante è partire da una base di giocatori che siano consapevoli del fatto che c'è qualcosa che va oltre loro stessi, e che siano quindi disponibili a giocare assieme. Se un giocatore mette la performance individuale davanti al resto, tu allenatore puoi predicare quanto vuoi. Ma il giocatore non ti sente".
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Coach Marco Ramondino, Bertram Derthona Tortona, Serie A 2021-22

Credit Foto Imago

  • È uno dei coach più giovani del campionato. Assieme a Magro, Galbiati e Vertemati sta nascendo una nuova linea di allenatori italiani dopo un piccolo vuoto generazionale vissuto negli ultimi dieci anni?
"Prima di noi c'è stata una generazione di coach che si è affacciata alla Serie A abbastanza giovane. Penso ai nati tra gli anni '50 e '60, che hanno debuttato in A nei loro trent'anni. È difficile che coach di quel livello si eclissino dopo un decennio, è normale che abbiano fatto la loro carriera e che le squadre si siano affidate a loro per tanto tempo. A livello di giocatori, dovendo avere 5-6 italiani in squadra per termini di regolamento, l'occhio alla LegaDue viene buttato con un senso maggiore di urgenza. Per gli allenatori, invece, la situazione è diversa. Ci sono tanti coach per pochissimi posti. Esistono solamente 16 posti di lavoro come il mio in Italia. Emergere è più difficile. Ma l'importante è portare avanti un lavoro di sviluppo dei giocatori italiani, per permettere loro di maturare".
  • Tra i giovani italiani si sta distinguendo Bruno Mascolo, un giocatore che sta avendo tanta fiducia e che si sente sempre più a suo agio in Serie A, anche da debuttante. Questo può essere il suo anno per entrare anche in orbita nazionale?
"La carriera di Bruno è stata contraddistinta da tanti piccoli passettini. Ha fatto un settore giovanile buono a Moncalieri, poi ha militato in squadre di medio-bassa LegaDue giocando da titolare e soffrendo anche due retrocessioni, situazioni difficili in cui si è dovuto prendere tante responsabilità, magari più grandi di quelle che la sua età dovesse richiedere. Questo percorso gli ha permesso di diventare un giocatore che non ha mai interpretato il ruolo di gregario degli americani. E si sta vedendo anche quest'anno. Tortona è l'ennesimo step della sua carriera, e lui è pienamente consapevole di dover continuare a crescere facendo piccoli passi in avanti, senza accelerare o bruciare le tappe. Lo vedo ogni giorno, ed è un ragazzo che cerca sempre di aggiungere qualcosa per migliorarsi senza però snaturare il suo gioco. Penso possa crescere molto su tanti aspetti".
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Bruno Mascolo, Bertram Derthona Tortona, Serie A 2021-22

Credit Foto Imago

  • Mike Daum è stato match-winner a Brescia e già candidato per essere un top-player del nostro campionato. Lo avete strappato a una concorrenza importante grazie alla forza del progetto. Dove vede Tortona da qui ai prossimi tre anni se tutto dovesse andare come previsto?
"Su Daum abbiamo trovato un compromesso tra un giocatore che è stato star nella sua squadra di college, con tante responsabilità offensive, e che è poi maturato in un contesto di alto livello come la ACB spagnola affinando le qualità di stretch-4. Vogliamo che continui a esprimere il suo gioco a tutto tondo, sia per capacità di aprire il campo che di essere pericoloso vicino a canestro. La società ha grandi potenzialità grazie a un proprietario appassionato come il patron Beniamino Gavio, che ci dà la chance di avere una squadra e una struttura in crescita. Se riusciremo a interpretare bene ogni momento della stagione, seguendo una crescita parallela anche come organizzazione al fianco di quella sul campo come squadra, allora avremo una società che, con il completamento del nuovo palazzetto, potrà diventare un punto di riferimento non solo provinciale ma anche della Regione. Portare in Serie A una squadra ambiziosa che cerca di consolidarsi è interessante per tutto il territorio".
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Mike Daum glaciale: la tripla che vale la prima vittoria di Tortona in Serie A

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