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Basket, Serie A: Mannion, Udoh, Scariolo: il grande nuovo ciclo della Virtus Bologna

Daniele Fantini

Pubblicato 30/08/2021 alle 14:09 GMT+2

BASKET, SERIE A - Dopo la conquista dello scudetto atteso per vent'anni, la Virtus Segafredo Bologna si ripresenta ai blocchi di partenza aprendo un nuovo ciclo con coach Sergio Scariolo per confermarsi in Italia e andare a caccia della qualificazione all'Eurolega. Ecco l'analisi del roster e del mercato estivo, in cui spiccano gli inserimenti di Nico Mannion ed Ekpe Udoh.

Nico Mannion, Virtus Segafredo Bologna, 2021-22

Credit Foto From Official Website

Più profonda, più completa e versatile nel reparto esterni, potente in area e con un guru in panchina. Nonostante la conquista dello scudetto con un netto 4-0 su Milano, la Virtus Bologna ha cambiato faccia in maniera profonda rispetto alla scorsa stagione, aprendo un nuovo ciclo ancora più ambizioso per confermarsi in Italia e concludere quella caccia all'Eurolega cominciata due anni fa ma naufragata con l'eliminazione in semifinale per mano dell'Unics Kazan a interrompere una striscia record di vittorie consecutive.
L'era post-Djordjevic, intrisa di contraddizioni in un processo iniziato e concluso con grandi vittorie (Champions League 2019 e scudetto 2021) ma segnato da delusioni cocenti nella parte intermedia, si è aperta nell'insegna dell'azzurro (con gli inserimenti di Mannion, Ruzzier e Ceron sono otto i giocatori italiani sui 13 a roster) nonostante il doloroso addio al capitano Pippo Ricci, pronto ad assaggiare l'Eurolega da subito, e alla pulizia delle pedine meno funzionali, da Josh Adams, mai inseritosi a dispetto delle grandi aspettative, a Julian Gamble, ormai sacrificabile per un ulteriore salto di qualità, a Stefan Markovic, importante ma ingestibile senza il suo coach di fiducia, a Vince Hunter, vero e proprio "caso" dell'estate per la violazione del protocollo antidoping.

Il roster

  • Conferme: Awudu Abass (A), Amar Alibegovic (A), Marco Belinelli (G), Alessandro Pajola (G) Milos Teodosic (G), Amedeo Tessitori (C), Kyle Weems (A).
  • Acquisti: Marco Ceron (G), Kevin Hervey (A), Mouhammadou Jaiteh (C), Nico Mannion (G), Michele Ruzzier (G), Ekpe Udoh (C).
  • Cessioni: Josh Adams (G), Julian Gamble (C), Vince Hunter (C), Stefan Markovic (G), Giampaolo Ricci (A).

Il grande colpo: Nico Mannion

Dopo una stagione trascorsa all'ombra di Steph Curry, Nico Mannion ha scelto il grande basket europeo per ricostruire una carriera a forte rischio di deragliamento cronico verso la G-League. L'esperienza estiva con la Nazionale azzurra, in cui ha avuto spazio e responsabilità, ci ha presentato un giocatore molto più forte e maturo di quanto si potesse ipotizzare dai flash brillanti mostrati nella Lega di sviluppo. Mannion sarà sin da subito un giocatore di grosso impatto anche a livello internazionale, fornendo a coach Sergio Scariolo enorme versatilità sul perimetro.
Con lui, la Virtus avrà quel giocatore dal doppio impatto da affiancare a Milos Teodosic, sia nelle vesti di scorer per rimpiazzare il deludente Josh Adams che in quelle di costruttore di gioco per colmare il vuoto lasciato da Markovic, anche se in maniera più aggressiva (e individualista) del serbo. In più, Bologna potrà ricomporre la coppia di playmaker della nazionale azzurra con Alessandro Pajola, un tandem perfettamente complementare e super-futuribile già visto in azione a Tokyo.
Con Michele Ruzzier a completare il reparto esterni, Scariolo potrà cavalcare a lungo l'assetto con il doppio playmaker, giocando una pallacanestro rapida e creativa sul perimetro. Marco Belinelli resta per fornire qualità, esperienza, tiro e star-power, probabilmente nello stesso ruolo con minutaggio gestito già visto nella scorsa stagione, mentre Kyle Weems e Awudu Abass aggiungeranno versatilità, fisicità e affidabilità difensiva come super-collanti.

Il grande veterano: Ekpe Udoh

Esperienza, fisicità, difesa. Ekpe Udoh è stato il primo colpo del mercato bianconero, l'uomo scelto da Sergio Scariolo per ancorare la squadra a centroarea e costruire, con Teodosic e Belinelli, un trittico di grandi veterani a occupare ogni ruolo in campo. A 34 anni e dopo 4 stagioni di basket relativamente competitivo tra scampoli di NBA con gli Utah Jazz e campionato cinese non è pensabile di rivedere quel centrone dominante capace di trascinare il Fenerbahçe alla conquista dell'Eurolega come MVP delle Final Four 2017, ma, piuttosto, un leader in spogliatoio e un totem incisivo e decisivo nei momenti topici delle partite, Eurocup compresa.
Udoh avrà le spalle ben coperte. Al suo fianco, la Virtus può schierare altri due giocatori di peso come Amedeo Tessitori e Mouhammadou Jaiteh, rispolverato e maturato dopo la bella stagione disputata tre anni fa a Torino, e una coppia di 4 dinamici e versatili in Amar Alibegovic e Kevin Hervey, altro innesto di grande interesse dopo il debutto di livello in Eurocup con il Lokomotiv Kuban.

Il coach: Sergio Scariolo

Nuovo ciclo, nuovo allenatore. Vincere e andarsene è sempre strano. Ma il rapporto tra Sasha Djordjevic e la Virtus Bologna era già destinato a chiudersi sin dallo scorso inverno. Coach costruttore e motivatore, Djordjevic ha avuto il pregio di rimettere la Vu Nera sulla cartina del basket (anche europeo) dopo tanti anni di stenti, ma per il salto di qualità definitivo serviva un profilo differente. Più esperto, più vincente, più conoscitore delle dinamiche del basket internazionale.
Sergio Scariolo è un uomo in missione, nelle stesse vesti indossate due anni fa da Ettore Messina nel momento dell'approdo sulla panchina di Milano. Di nuovo head-coach dopo un'esperienza da assistente negli States in cui ha potuto affinare una conoscenza già smisurata del gioco con le migliori strutture, i migliori programmi e migliori giocatori del mondo. Forte anche dell'anello vinto con Toronto nel 2019, il know-how che porta a Bologna è immenso, fondamentale non solo per costruire e gestire la squadra, ma anche per influire a livello societario, portando la Virtus verso un livello di eccellenza anche in Europa, vero obiettivo della società. Messina ci è riuscito, in due anni, con Milano. E non c'è motivo per credere che Scariolo non possa fare lo stesso a Bologna.
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