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EA7 Emporio Armani Milano-Virtus Segafredo Bologna 67-55, finale gara-7: report e tabellino: lo scudetto è dell'Olimpia

Daniele Fantini

Aggiornato 24/06/2023 alle 01:29 GMT+2

BASKET, SERIE A - L'EA7 Emporio Armani Milano si laurea campione d'Italia per la trentesima volta nella storia battendo la Virtus Segafredo Bologna per 67-55 nella decisiva gara-7 delle finali-scudetto sul parquet del Forum. Decisivo già il primo quarto, chiuso dall'Olimpia sul 21-9 con un avvio fiammante di Gigi Datome, top-scorer con 16 punti.

Virtus ko in gara 7, lo Scudetto resta a Milano: gli highlights in 150"

MEDIOLANUM FORUM DI ASSAGO (MI) - Gara-7 cuce la terza stella sulla canotta dell'EA7 Emporio Armani Milano. E conferma quanto visto per tutta la serie: il fattore-campo, a differenza delle due edizioni precedenti delle Finals, è stato decisivo in ogni gara. Per la prima volta nella storia delle finali giocate al meglio delle 7.
L'Olimpia vince con una delle sue peggiori prestazioni offensive stagionali (soltanto un punto in più rispetto alla sciagurata gara-6 di due giorni prima), ma lo fa issandosi sulla sua forza fisica e difensiva, affinata dal percorso europeo vissuto con l'arrivo di coach Ettore Messina sulla panchina. Lo fa soffocando Bologna nei due quarti dispari. Lanciandosi sul +12 al primo riposo (21-9), un margine poi gestito per il resto della gara. E tenendo poi la Virtus a soli 5 punti segnati in un terzo quarto dai contorni anacronistici. Il parziale è 10-5, degno di una partita degli anni '40. Ma è ciò che serve all'Olimpia per rituffarsi sul +14 e allontanare gli spettri disegnati dalla difesa a zona 3-2 allungata, arma della disperazione sfoderata da coach Sergio Scariolo nel quarto d'ora conclusivo.
Gigi Datome, veterano di mille battaglie, solleva il premio di MVP delle Finals a fine gara. È un riconoscimento meritatissimo per lo show con cui marchia a caratteri cubitali la partita sin dalla palla a due. Dieci punti nel solo primo quarto, con un perfetto 5/5. E un altro paio di bombe piazzate nei momenti cruciali. Compresa quella del +14 a tre minuti dalla sirena che scardina definitivamente la zona bianconera. Lo fa da freddo, dopo due rientri sfortunatissimi ai box. Prima per un taglio all'arcata sopracciliare. Poi per una lussazione a un dito della mano. Ma è la sua serata. Quella in cui nulla lo può fermare.
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Partenza a razzo di Datome: 10 punti nel primo quarto

L'ottimo primo tempo con cui l'Olimpia sembra poter archiviare rapidamente la pratica toccando anche il +16 all'11' evapora lentamente a cavallo dell'intervallo lungo. La carica di Shavon Shields (10 punti ma 3/14 al tiro) svanisce col trascorrere dei minuti. E Milano deve trovare nuovi interpreti da innescare. Lo fa prima con Kyle Hines (8), troneggiante in un primo tempo di intensità stratosferica e di letture continue da giocatore di intelligenza superiore. Poi con Pippo Ricci, jolly pescato dal mazzo con due triple ammazza-gambe. E infine con i suoi due grandi terminali perimetrali. Perché dopo tre periodi in cui il tiro dall'arco è un non-fattore per entrambe, Milano costruisce il break determinante grazie ai canestri pesanti.
Lo fa inizialmente con Shabazz Napier, protagonista di una vampata per un break di 7-2 all'inizio del quarto periodo. E poi con Billy Baron, infiammatosi in piena e totale trance agonistica in risposta ai due canestri con cui Milos Teodosic, nel suo unico squillo di serata, resuscita la Virtus riportandola a -9 con 4' sul cronometro. Baron la chiude a modo suo, con due bombe pazze, folli, insensate e inventate dal nulla dal palleggio. Conclusioni pessime per moltissimi giocatori. Ma non per lui. Che dopo le difficoltà sofferte in queste finali, culminate con la retrocessione nel secondo quintetto in favore di Datome, attende il momento giusto per lasciare la sua firma sulla partita e sullo scudetto.
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Due triple Baron, una Datome: Milano sigilla la vittoria in gara 7

La Virtus sbatte la testa duramente sui due quarti dispari. Affogata in una partita in cui non trova mai fiducia e fluidità offensiva. La difesa dell'Olimpia scherma ancora il verniciato, come fatto in gara-5. Costringendo Bologna a 16 palle perse e a un lungo stillicidio di triple mandate sul ferro. Il dato finale è un modestissimo 8/32 a fronte dell'11/20 vicino a canestro. La battaglia del front-court torna a essere vinta, nuovamente, dalla formazione di casa. Jordan Mickey scompare dopo un avvio interesssante. Mam Jaiteh non incide. E i guizzi di Toko Shengelia (13), molto dispersi, non danno continuità alla manovra.
Ma manca tanto, tantissimo, sul perimetro. Dove Marco Belinelli (0 punti con 0/7) finisce stritolato nella morsa difensiva biancorossa, ormai perfettamente adattata alle sue uscite dai blocchi. Daniel Hackett si spreme nella sua metacampo, ma non incide in attacco come nelle vittorie. Isaia Cordinier spara a salve (2/9). E Milos Teodosic, il grande atteso dopo due partite opache, dà segni di vita soltanto nel finale. Quando trova, però, le risposte pronte di Datome e Baron. Letali nel disintegrare quella zona 3-2 allungata con cui la Virtus aveva raddrizzato il primo tempo sciagurato di gara-3 a Tortona. Ma tardiva, o inefficace, nel replicare i risultati nella partita più importante dell'anno.

EA7 Emporio Armani Milano-Virtus Segafredo Bologna 67-55, il tabellino di gara-7

  • Milano: Melli 4, Napier 8, Shields 10, Datome 16, Voigtmann 2; Baron 11, Hines 8, Tonut, Ricci 6, Biligha, Hall 2. N.e.: Baldasso. All.: Messina.
  • Bologna: Shengelia 13, Hackett 7, Cordinier 6, Belinelli, Mickey 6; Pajola 3, Ojeleye , Jaiteh 5, Teodosic 10, Abass. N.e.: Mannion, Camara. All.: Scariolo.
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Virtus ko in gara 7, lo Scudetto resta a Milano: gli highlights in 150"

Riguarda gara-7 delle finali-scudetto tra EA7 Emporio Armani Milano e Virtus Segafredo Bologna in VOD

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