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Basket, Preolimpico: Petrucci: "Il no di Belinelli e Datome fa male. È l'Olimpiade che fa i campioni"

Daniele Fantini

Pubblicato 18/06/2021 alle 12:10 GMT+2

BASKET, PREOLIMPICO - Il presidente della FIP esprime rammarico per la rinuncia di Marco Belinelli e Gigi Datome alla Nazionale azzurra impegnata nel preolimpico di Belgrado. "Si diventa campioni solo inseguendo il sogno olimpico. Se Belinelli e Datome avessero dovuto giocare la finale-scudetto fino a gara-7, si sarebbero risparmiati?".

Gigi Datome, Marco Belinelli, Italia 2016

Credit Foto Imago

Due scelte difficili, combattute, amare, ma destinate a lasciare strascichi, soprattutto nell'immediato. Dopo il forfait di Daniel Hackett, già annunciato da tempo, i "no" di Marco Belinelli e Gigi Datome alla Nazionale impegnata nel preolimpico di Belgrado sono stati accolti con sconforto dai vertici della pallacanestro azzurra. Al commento laconico del presidente del Coni, Giovanni Malagò, ("Mi dispiace moltissimo per la rinuncia di Belinelli e Datome al Preolimpico: sono sincero"), si unisce quello più amaro e vissuto di Gianni Petrucci. Il numero uno della FIP ne ha parlato in una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, di cui riportiamo i passaggi principali.

NBA ed Eurolega? Si diventa veri campioni soltanto alle Olimpiadi

"Le rinunce di Belinelli e Datome sono un uno-due che fa male. Ne soffro perché è lo specchio di un sistema sbagliato. Il basket italiano si riempie la bocca di NBA, di Eurolega e del campionato, ma non capisce che l'Olimpiade vale molto di più come immagine. I Giochi sono la Laurea dello sport. E aggiungo che si diventa campioni solo inseguendo il sogno olimpico. Non entro nel merito delle motivazioni e non voglio accusare i due giocatori. Ho provato a convincerli, ma sono rimasti sulle loro posizioni. Però mi chiedo come mai il riposo e gli interventi chirurgici vengono sempre programmati in coincidenza con l'attività della Nazionale. E se Belinelli e Datome avessero dovuto giocare la finale-scudetto fino a gara-7, si sarebbero risparmiati?".
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Gli esempi del passato: Carlton Myers e Dino Meneghin

"Credo che un campione, davanti alla prospettiva di giocare un'Olimpiade, farebbe di tutto per esserci. Chiedete a Carlton Myers, nostro portabandiera a Sydney 2000, quali emozioni abbia vissuto. Gli brillano ancora gli occhi quando ne parla. Questa generazione non ha lo stesso spirito olimpico delle precedenti? Dino Meneghin non avrebbe mai rinunciato, di Myers ho già detto. E continuo a credere che i Giochi valgano una carriera".
Un'ultima battuta su Danilo Gallinari, ora impegnato nella serie delle semifinali playoff della Eastern Conference con i suoi Atlanta Hawks, in vantaggio 3-2 sui Philadelphia 76ers proprio grazie a un suo canestro decisivo nella grande rimonta dal -26 in gara-5.
"Gallinari? Non so. Tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile".
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