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Messico e nuvole? No, il cielo dell'Italbasket vuole restare azzurro

Marco Barzizza

Aggiornato 08/07/2016 alle 12:52 GMT+2

Messina nel prepartita: "Sono forti sul perimetro e solidi a rimbalzo, dovremo giocare con calma e attenzione. I ragazzi hanno voglia di giocare e si parlano tanto anche in campo, non hanno paura"

Ettore Messina, Italia

Credit Foto Eurosport

“Messico e nuvole, la faccia triste dell'America...”. Enzo Jannacci nel 1970 cantava per la prima volta questo brano raccontando la storia di tutti quelli che decidono di restare fermi a testa in su a guardare il cielo, probabilmente rasserenati dalle favole che raccontano le nuvole, quelle stesse favole che potrebbero trasformarsi in storie, le loro. Mai credo, Jannacci avrebbe pensato che il suo brano potesse diventare spunto per pezzo sulla pallacanestro.

Messico, ostacolo verso la finale

Ettore Messina, che quando uscì questa canzone aveva 11 anni, di nuvole e favole in testa non deve averne, perché ogni volta che lo vediamo affrontare i giornalisti è duro, fermo nelle sue convinzioni, solido come la squadra che sta creando. E siamo certi che non pensi nemmeno che il Messico, a livello cestistico, sia la faccia triste dell'America, anzi, “E’ una squadra solida a rimbalzo, pericolosa”, dice. Tutti pensiamo che sia un incontro abbordabile quello di questa sera (ore 21) al PalaAlpitour, lo sai anche lui, ma mai distogliere l'attenzione dal proprio obiettivo, che potrà dirsi raggiunto solo arrivando senza alcuna nuvola alla sera di domani.

Difendere bene per ridurre il numero di possessi avversari

“Il Messico ha giocatori abili dal perimetro come Cruz e Toscano e un playmaker che ha buona capacità di controllare il ritmo. Noi dovremo giocare con calma e attenzione. Sarà importante togliere punti di riferimento agli avversari e fare le cose che abbiamo preparato senza inseguire sogni di prestazioni fuori dalle righe. Usare la testa, difendere, prendere rimbalzi, perdere pochi palloni e selezionare i tiri migliori: sono questi gli ingredienti per vincere. In partite secche quello che conta è mostrare concretezza e solidità, non lo spettacolo”, dice il coach guardando alla semifinale e sgombrando il campo da ogni pensiero possa far intendere che i suoi ragazzi abbiano già la testa a Rio: “In questo preolimpico ho visto ciò che mi aspettavo: notevole fisicità, squadre con giocatori di personalità ed equilibrio. Fino a questo momento abbiamo avuto poca fluidità in attacco e questo può dipendere da diversi fattori: stanchezza fisica, il peso della posta in palio o il fatto di fare in campo qualcosa di diverso rispetto al passato, come giocare meno il pick'n roll e provare diverse soluzioni offensive – continua il coach - E’ anche vero che la prestazione in attacco non può essere valutata unicamente dai punti realizzati: se difendiamo con intensità e costringiamo gli avversari ad utilizzare tutti i 24’’, diminuiscono i possessi così come la possibilità di segnare”.

Tutti utili, dentro e fuori dal campo

Idee chiarissime, altro che nuvole, come quando gli si chiede dell'impatto di Hackett sulla partita con la Croazia e in generale sul resto della squadra. Messina, che conta molto su tutti e 12 i suoi uomini, risponde distribuendo i meriti anche a chi non ha giocato: “Contro la Croazia Poeta non è sceso in campo perché i nostri avversari hanno giocato senza un playmaker classico, puntando sulla fisicità, e dunque in alcune fasi della partita ho dovuto adattare Gentile in quel ruolo. Peppe però ha sempre incitato i compagni, dispensando consigli. Vedere due playmaker come Hackett e Poeta che mettono la propria personalità a servizio della squadra è fondamentale. Quando vedo i giocatori parlare tra loro, mi sento tranquillo, significa che non hanno paura”. E' quello che dovrà accadere nuovamente questa sera: senza arroganza, ma anche senza timore, per arrivare all'ultimo capitolo preolimpico con ancora più sicurezza e convinzione di essere diventati una squadra vincente, oltre che unita.
Le nuvole che il Messico può portare sul nostro cielo sono da spazzare in fretta. Anche perché, per definizione, l'Italia è Azzurra. Il suo cielo verso la finale dovrà essere limpido.
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