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Biathlon

L'ultima pennellata di Dorothea Wierer a una stagione capolavoro

Marco Castro

Aggiornato 15/03/2020 alle 01:05 GMT+1

Due ori e quattro medaglie mondiali, la seconda Coppa del Mondo di fila e un posto d'onore nella storia degli sport invernali. Quello che ha combinato la 29enne di Anterselva negli ultimi quattro mesi non lo scorderemo facilmente.

Dorothea Wierer lors du relais dames des Championnats du monde, le 22 février 2020.

Credit Foto Getty Images

Un finale così straordinario da mettere in secondo piano, per un attimo, quanto accaduto in precedenza. Ce l'ha fatta di nuovo Dorothea Wierer e onestamente non ci sorprendiamo più di nulla. Dalle fredde latitudini di Kontiolahti (Finlandia), lo sport in generale chiude i battenti per un po' e in eredità ci lascia quanto di meglio non poteva.
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Testa. La qualità più sublime di colei che va considerata la regina del biathlon dei giorni nostri. Una costante in questa stagione, una qualità valida anche nell'ultima recita dell'anno. Quella che ha permesso a Dorothea di non mollare dopo quel terzo poligono deficitario, dove Tiril Eckhoff sembrava aver messo ogni base per lo scacco matto alla generale. Ma il bello di questo sport è la crudele imprevedibilità e l'azzurra se l'è ricordato nel momento cruciale. Brava a non mollare quando sembrava condannata a subire il sorpasso in classifica all'ultima curva, fortunata a sfruttare i fantasmi della norvegese, che chissà per quante notti sognerà l'ultimo poligono della stagione.
Dorothea Wierer, stagione da urlo!
E dire che Wierer sembrava in affanno dopo una stagione ad alta intensità e cominciata nel migliore dei modi. I successi nelle sprint di dicembre, a Ostersund e Hochfilzen, ci avevano suggerito che anche quest'anno, per la Coppa del Mondo, bisognasse fare i conti con la nativa di Anterselva. Già, proprio la località dei mondiali, obiettivo dichiarato da Dorothea a inizio stagione. E fino al quale, l'azzurra ha avuto davvero pochi passaggi a vuoto. Una continuità di rendimento che le ha permesso di incamerare sempre e comunque punti preziosi, a differenza di avversarie capaci di picchi più alti ma anche di gare da dimenticare. L'azzurra è salita sul podio anche nella mass start di Annecy-Le Grand-Bornand e nella sprint di Ruhpolding, e con grande solidità è stata brava a rimanere in scia a una scatenata Eckhoff, che tra fine dicembre e gennaio ha vinto in sostanza tutte le gare, salendo con merito in testa alla generale. Prima che Anterselva rovesciasse con prepotenza le gerarchie.
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Le immagini del Mondiale resteranno il manifesto della stagione di Dorothea. Una donna in missione davanti alla propria gente (e in barba ai sostenitori tedeschi, giunti in massa alla rassegna altoatesina). Un atleta programmata per vincere o giù di lì, perchè anche i secondi posti non li buttiamo via. Due ori che hanno incantato soprattutto per come sono arrivati, in rimonta (nell'inseguimento) o sul filo dei secondi (nell'individuale). Non gare banali, ma folli quanto basta per innamorarsi di questa magnifica interprete della disciplina. Quattro medaglie che sono già storia e emblema dell'ultimo salto di qualità di Wierer nel biathlon dei fuoriclasse. E, per finire, un pettorale giallo di leader della generale ripreso di prepotenza, perchè faceva quasi strano vederla senza per quanto eravamo stati abituati bene negli ultimi tempi.
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Dorothea Wierer

Credit Foto Getty Images

Smaltita la sbornia iridata, Dorothea ha dichiarato di non sentire la pressione per la generale e investito Hanna Oeberg della palma di sfidante più pericolosa. Ma in un contesto sempre più surreale per la gestione dell'emergenza coronavirus, tra rinvii e porte chiuse, Wierer si è dovuta difendere soprattutto dal ritorno veemente di Eckhoff, tornata quella pre-mondiale. Un testa a testa sportivamente drammatico chiuso all'ultimo poligono, come nei duelli più memorabili e con un finale a sorpresa, per come si erano messe le cose. Contropronostico e complimenti allo sceneggiatore.
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Vince Wierer, vince ancora. E aggiorna il libro dei record del suo sport e di quello azzurro. Sfatando il tabu delle vittorie back to back nella classifica generale del biathlon, visto che l'ultima a riuscirci era stata Magdalena Forsberg con sei successi di fila a cavallo del cambio di millennio. Una doppietta consecutiva che nessuna donna italiana aveva mai realizzato per quanto riguarda le discipline olimpiche invernali. Neanche Manuela Di Centa nel fondo o Gerda Weissensteiner nello slittino. Neanche Michela Moioli, fresca vincitrice della Coppa del Mondo di snowboardcross. Per coronare la carriera, a Dorothea, manca solo l'oro olimpico e per questo dovremo pazientare fino a Pechino 2022. Nell'attesa godiamocela, lei splendida ambasciatrice di uno sport che grazie alle sue imprese ha raccolto fronde di appassionati.
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