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Maccarone, un bomber dell'altro mondo. Dopo Del Piero, l'Australia ha un nuovo idolo italiano

Stefano Fonsato

Aggiornato 03/11/2017 alle 20:01 GMT+1

Partenza record dell'ex Empoli nella sua nuova avventura nelle fila dei Brisbane Roar: praticamente un gol a partita (3 reti nelle prime 4 partite): "E' da quando ho 32 anni che mi consigliano di ritirarmi e invece continuo a fare gol. Come la mettiamo?". I primi mesi della sua avventura tra i "Socceroos" allenato dall'ex Cremonese John Aloisi.

Massimo Maccarone esulta con la nuova maglia del Brisbane Roar, nella A-League 2017-2018 (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

E' da quando ho 32 anni che mi consigliano di ritirarmi e invece continuo a fare gol. Come la mettiamo?".
Già, come la mettiamo? Massimo Maccarone non si smentisce, nemmeno agli antipodi. Con un piede scendeva dall'aereo, con l'altro andava già a segno nel Brisbane Roar, formazione con cui il bomber di Galliate ha deciso di dedicare l'ultima parte della sua carriera. Che, a questo punto va detto, chissà quanto ancora durerà.

Un Big Mac nella A-League

A chi, in questo momento, starà pensando: "Beh, in Australia segno anch'io", va subito fatto notare che si trova totalmente fuori strada. La A-League ha registrato un netto innalzamento del livello tecnico negli ultimi 5 anni, di pari passo con la decisione della federcalcio dei Socceroos di iscrivere la propria nazionale alla confederazione asiatica, proprio per dare uno strappo deciso alla crescita del movimento. Lo stesso Alessandro Del Piero ha dato un contributo importante, con le sue 47 presenze e 24 reti con la maglia del Sydney Football Club, pur senza conquistare il titolo di campione di Australia nelle due stagioni disputate in maglia blu-azzurra tra il 2012 e il 2014.

A suon di gol

Un trofeo che Big Mac, a 38 anni suonati, conta di poter alzare al cielo con la casacca arancione dei Roar. Sorride il suo score personale: 3 reti nelle prime 4 presenze di campionato, un po' meno quello della squadra che, nonostante i pronostici da grande favorita, si è ritrovata ad affrontare una partenza choc con tre sconfitte e un pareggio, nell'ultima uscita contro i neozelandesi (iscritti alla A-League) del Wellington Phoenix. Pronti, via e padroni di casa in vantaggio 3-0. Ci ha pensato l'ex Empoli a raddrizzare la baracca con una doppietta, regalando il 3-3 finale su cui compare la firma anche del difensore greco ex Olympiacos Avraam Papadopoulos, 32 anni.

Toh, chi si rivede: John Aloisi in versione mister

Maccarone si è ritrovato come allenatore un protagonista (come anche lui, del resto) del calcio italiano anni '90: John Aloisi, oggi 41enne, ma che a 19 anni approdò alla Cremonese, in cui patì una doppia retrocessione, dalla Serie A alla C1, prima di approdare al Portsmouth, nel calcio d'Oltremanica. Tra i due è scattata immediatamente la scintilla tanto che Big Mac viene schierato come unica punta titolare in un 4-2-3-1, avvalendosi degli assist della mezzapunta tunisina ex Bordeaux Fahid Ben Khalfallah, un'altra pedina di esperienza in una squadra piuttosto "agée" che si avvale anche dei servigi dei centrocampisti Matt McKay (34 anni), Thomas Kristensen (34, danese, ex Copenaghen e Ado Den Haag) e Brett Holman (33).
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Massimo Maccarone (a sinistra) insieme a John Aloisi, suo nuovo allenatore nel Brisbane Roar (A-League 2017-2018) (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

In cerca di nuovi stimoli e nuovi gol

In un'intervista rilasciata a Fox Sports Australia, Big Mac ha raccontato i suoi primi mesi da attaccante del Brisbane Roar:
Sono venuto qui in Australia perché ho ancora tanta voglia di divertirmi. Sono fisicamente integro e ho l'entusiasmo di un ragazzino. In più, la media età di un calciatore professionista in attività si è alzata di quasi 10 anni. Perché smettere? Non sono venuto qui per soldi ma per trovare nuovi stimoli, incontrare una nuova cultura, esattamente come quando, a inizio carriera, migrai in Inghilterra, al Middlesbrough (club con cui arrivò sino alla finale di Coppa Uefa 2005-2006, vinta poi dal Siviglia di Enzo Maresca, ndr). Qui c'è un'altra cultura, il calcio viene vissuto come un gioco, anche se dispiace vedere gli stadi mezzi vuoti, nonostante siano fenomenali dal punto di vista impiantistico. In più c'è qualche ottimo giovane: al Brisbane, in particolare, abbiamo una punta 19enne italo australiana, Nick D'Agostino, che potrebbe crescere molto nel calcio europeo.
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