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Agnelli: "La Superlega non ha fallito. Tebas? Parole che parlano da sole"

Simone Eterno

Aggiornato 03/03/2022 alle 19:41 GMT+1

SUPERLEGA - Il presidente della Juventus è intervenuto al Business of Football summit organizzato dal Financial Times: "La Superlega non ha fallito, il calcio europeo ha un disperato bisogno di riforme".

Die Ermittlungen richten sich auch gegen Andrea Agnelli

Credit Foto SID

Dopo le parole in mattinata del presidente della UEFA Ceferin, , nel pomeriggio è toccato al presidente della Juventus Andrea Agnelli intervenire a Londra durante il Business of Football Summit, incontro organizzato dal quotidiano economico Financial Times. La manifestazione di quest’anno aveva come tema: ‘Disruption, Recovery and the Struggle for Power’. Dal presidente della Juventus, autore insieme a Florentino Perez del famoso tentativo ‘Superlega’, si attendevano rilanci proprio da questo punto di vista. Agnelli invece ha sostanzialmente sviato nel fornire dettagli su come il progetto riprenderà vita, ma non l’ha dato ancora una volta per morto. Anzi, ha confermato la sua esistenza che è di fatto vincolata a un punto chiave sull'intera questione: la decisione del Consiglio di Giusitizia Europeo riguardo alla posizione monopolistica su cui lavora la UEFA. Qui i punti chiave toccati da Andrea Agnelli e le sue parole.

Sul caso Tebas, che in mattinata proprio da quei microfoni aveva attaccato

"Secondo me il calcio europeo ha un disperato bisogno di riforme. Non accetterò domande su Tebas, le sue dichiarazioni parlano da sé”.

Sulla Superlega

"L’UEFA sapeva che io come presidente della Juventus stavo lavorando a qualcosa di diverso. Si tratta di un lavoro collettivo di 12 squadre, non di una persona sola. Queste 12 società hanno firmato un contratto di 120 pagine ed è ancora vincolante per 11 di essi.

Su come mai è fallita la Superlega

"Non ha fallito. Il progetto Superlega era stato lanciato e non era stato usato come una minaccia o come volontà di cercare un compromesso, come avvenuto in passato. Il compromesso non è più una scelta, servono riforme. La domanda che bisogna farsi è se il regolatore monopolistico (la UEFA n.d.r) può mandare avanti industria da 75 miliardi: io credo di no. Vogliamo avere la libertà di creare una competizione".

Sulle riforme

"Il compromesso non è una scelta ormai, c’è bisogno di riforme più profonde. Un organo monopolistico è in grado di guidare un business come il calcio? Penso di no”.

Sul futuro della Juventus, la vede giocare in Champions da qui a 5 anni?

"La vedo giocare nella competizione per club più prestigiosa”. (Risposta sibillina, non ha nominato la Champions League aggirando di fatto la domanda n.d.r)

Sul futuro della UEFA

"Mi siederò, sosterrò una governance trasparente e aspetterò che il Consiglio di giustizia europeo dica o meno se l’attuale organismo è idoneo”.
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Ceferin: "Superlega? Chi ci pensa vive in un mondo parallelo"

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