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Le 5 verità che ci ha lasciato Italia-Germania

Stefano Dolci

Aggiornato 16/11/2016 alle 11:22 GMT+1

Dalla consacrazione di Belotti, il presente e il futuro della Nazionale in attacco, all'imperforabilità di una difesa coriacea anche senza due big come Barzagli e Chiellini, alla sontuosa prova di un ritrovato Daniele De Rossi: sono tante le note positive che si può portare a casa il ct Ventura da questo 0-0 maturato contro i campioni del mondo in carica a San Siro.

2016, Daniele De Rossi, Thomas Muller, Italia-Germania, AFP

Credit Foto AFP

1 – Belotti si consacra a San Siro: il centravanti del presente e del futuro azzurro è lui

Questa volta a differenza delle ultime due recite contro Macedonia e Liechtenstein resta a secco ma impressiona decisamente più per come tiene da solo in scacco la retroguardia avversaria. Bravissimo a far salire la squadra e a sgomitare contro i giganti teutonici, intenso e martellante nel pressing: in 87’ di grande sostanza: coglie un palo dopo un’azione caparbia e tecnicamente sublime, invoca un rigore e si batte su ogni pallone come se fosse una questione di vita o di morte. Sotto gli occhi di Mario Balotelli e nella Scala del Calcio, Belotti brilla come non mai e fa capire che quella maglia numero 9 tutta azzurra la vestirà per tanto tempo.

2 - Anche senza Barzagli e Chiellini: in difesa non si passa

18 gol segnati negli ultimi 5 incontri ufficiali disputati: la Germania arrivava a questo match contro l’Italia con questo ruolino di marcia. Contro l’Italia però Muller e compagni restano a secco e sbattono contro la muraglia azzurra. Pur senza Barzagli e Chiellini, la retroguardia azzurra fa un figurone e rischia quasi nulla. Merito della prova di un Rugani coraggioso ed elegante, di un Bonucci chirurgico nelle chiusure e formidabile nel tenere unita la linea e di un Astori, presente e positivo quando chiamato a sostituire l’acciaccato Romagnoli. Come ha detto bene Ventura nel post partita, il futuro di questa Nazionale è più roseo di quanto si pensi. E soprattutto poggia su fondamenta assai solide.

3 - Immobile è sprecato come esterno alto nel 3-4-3

Minuto 34, Darmian va via a Kimmich a sinistra e scarica largo ad Immobile che prova a crossare in mezzo ma sparacchia il pallone inopinatamente in curva. Un’azione può forse non essere sufficiente per emettere una sentenza però questo Italia-Germania ci ha ribadito che Immobile è un’ottima prima o seconda punta ma perde d’efficacia se emarginato troppo sull’esterno. Ventura, che conosce l’attaccante laziale meglio di chiunque altro, non a caso nel secondo tempo lo avvicina di più a Belotti e subito Ciro si rianima e sfodera giocate decisamente più incisive.
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2016, Ciro Immobile, Italia-Germania, LaPresse

Credit Foto LaPresse

4 - Zappacosta, buona anche la seconda: Ventura ha un titolare in più

Aveva già convinto contro il Liechtenstein al debutto, contro la Germania (l’avversario di ben altra caratura) però il laterale del Torino ha giocato una partita giudiziosa ed attenta: controllati più che bene Goretzka e Gerhardt, il terzino granata, specie nella prima ora di gioco, non appena ha avuto campo libero si è sempre sovrapposto con costrutto mettendo palloni interessanti e costringendo anche Leno, all’unica parata nel primo tempo con un tiro-cross insidioso. Se si confermerà a questi livelli anche nei prossimi mesi, il binario destro continuerà a presidiarlo lui.

5 - Scintillante De Rossi: la Nazionale ha ritrovato un leader

Sarà l’atmosfera speciale di Italia-Germania o forse l’assenza di Verratti che gli permette di giocare più palloni ed essere più libero di creare ed inventare però Daniele De Rossi, a San Siro, risplende come ai bei vecchi tempi. Lanci di prima deliziosi, veroniche che mandano al bar i mediani avversari e strappano gli oohh del pubblico del Meazza, la personalità e la rabbia dei giorni migliori. Per 70-75 minuti, fino a quando non va in debito d’ossigeno, è il dominatore incontrastato del centrocampo per la gioia di Ventura che ha trovato il volante della sua Nazionale.
Ventura: “Questi risultati fanno pensare ad un future roseo”
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