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Argentina, quando il talento (e Messi) non bastano! La maledizione finirà in tempo per i Mondiali?

Luca Stamerra

Pubblicato 22/03/2018 alle 18:31 GMT+1

È tutto pronto per Italia-Argentina: un test importante per gli azzurri che ripartono dopo la mancata qualificazione al Mondiale, ma è anche una tappa fondamentale per l'Argentina che vuole riscoprirsi grande. È dall'86 che l'Albiceleste non vince un Mondiale, ma da allora sono arrivate solo delusioni: proviamo a ricostruire il perché di così tanti flop nelle ultime stagioni.

Messi (Russia – Argentina)

Credit Foto Getty Images

Amichevole di lusso all'Etihad Stadium con l'Italia di Di Biagio, alla prima da ct sulla panchina della Nazionale maggiore, che affronta l'Argentina. Uno scontro molto interessante, non solo per saggiare le qualità del nuovo ct o per capire quel che ne rimane della Nazionale azzurra, ma anche per valutare il lavoro di Sampaoli sulla panchina dell'Albiceleste e per capire le loro reali chance di poter vincere il Mondiale. L'Argentina, vice Campione del Mondo, non vuole più sbagliare, anche considerando le ultime 3 finali perse (nel conto anche le due Cope America). Una Nazionale che potremmo definire sfortunata, o semplicemente incapace di gestire le emozioni quando si arriva al momento clou. Per molti, quella del Mondiale sarà l'ultima occasione. È mai possibile che Messi concluda la sua carriera senza una Coppa del Mondo in bacheca? Tanti i dubbi, poche le certezze, avendo visto il percorso che l'Argentina ha svolto per qualificarsi alla fase finale del Mondiale. Non basterà solo Messi, non basterà solo il talento. Per vincere qualcosa di importante, servirà qualcosa di più. L'Argentina riuscirà a trovare questo qualcosa? Messi saprà trascinare fino alla vittoria, questa volta, la sua Nazionale?

L’Argentina è troppo Messi-dipendente

3 finali nelle ultime 4 estati. Dai Mondiali persi al 113’ a causa del gol di Götze a Rio de Janeiro, alle due finali di Copa America vinte dal Cile, entrambe ai tiri di rigore. Quella dell'Argentina sta diventando una maledizione: una squadra piena di talento, capace di arrivare fino all'atto conclusivo, ma sfortunata, o per meglio dire, inconcludente quando si gioca una finale. Questa è l'estrema sintesi delle ultime rassegne dell'Albiceleste che non vince un Campionato del Mondo dal 1986, c'era Maradona, e non porta a casa un'importante rassegna internazionale dal 1993, quando vinse la Copa America per la seconda volta consecutiva. Ma come è possibile tutto questo? Messi, non solo, Di María, Agüero, Higuain, Mascherano e tanti altri... I giocatori non mancano alla formazione sudamericana (non si arriva ad una finale per caso), ma come sempre è mancata l'attitudine, la mentalità, e la tranquillità per vincere qualcosa. A conti fatti, se guardiamo la precedente edizione del Mondiale, sono pochissimi i giocatori che hanno vinto trofei internazionali o giocato finali importanti con i propri club. Messi era stato straordinario nella rassegna del 2014, ma tolto lui, in pochi avevano impressionato.
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Lionel Messi of Argentina in action during the 2014 FIFA World Cup Brazil Semi Final

Credit Foto Getty Images

Il 10 dell'Argentina diventa quindi, paradossalmente, un problema: tutti gli altri, nonostante siano dei gran calciatori, restano a guardare le gesta di Messi, nella speranza che sia lui a risolvere ogni partita. Così è successo anche nelle ultime edizioni della Copa America, dove Messi faceva il grosso del lavoro fino a portare i biancocelesti alla finale. E poi? Anche Messi si stanca, è pur sempre una finale, e difronte c'è una grande squadra. Il talento del Barcellona avrebbe così bisogno di qualche 'alleato', di qualcuno che possa condividere la sua leadership, qualcuno che possa avere la sua stessa voglia di vincere qualcosa. Questo però non è accaduto, con Messi che predicava da solo, o quasi, nel deserto, incapace di uscire da una sorta di sabbie mobili. Un complesso gravissimo per l'Argentina. E dire che i giocatori non mancano, ma tutti aspettano che a sbloccare la parte sia sempre Messi...

Di Maria, Dybala, Higuain e una leadership da trovare

Dopo tanti edizioni, diverse finali e solo sconfitte, serve un'inversione di tendenza. Chi si prende la leadership? Messi non basta, o semplicemente non è abbastanza per vincere qualcosa da solo anche con la Nazionale. Servono altri giocatori di spessore, con una mentalità forte. E allora chi si prende questa responsabilità? Potrebbe toccare ad Higuain che finalmente ha giocato una finale di Champions (lo scorso anno con la maglia della Juventus), o a Di María che nelle ultime stagioni ha deluso con il PSG e avrà voglia di rivalsa (tutto sommato non aveva deluso, anzi, nel 2014).
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Angel Di Maria_Argentina (AP/LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Chissà che sia invece Dybala a trascinare l'Albiceleste, con lo juventino desideroso di un salto di qualità dopo i tanti paragoni con Messi. Ad ora, però, regna l'incertezza. L'Argentina non ha ancora costruito niente, anzi, ha guadagnato il pass per i Mondiali solo all'ultima giornata utile nel girone di qualificazione sudamericano, con il ct Sampaoli salito in corsa per evitare una disfatta. Il tema ct è un altro argomento caldo: tra convocazioni e sistemi di gioco, nessuno è riuscito a trovare una 'quadra' a questa squadra. Nessuno ha dimostrato di avere un certo tipo di mentalità in questi ultimi anni, con Sampaoli che proverà a resettare tutto per un obiettivo comune. A livello tattico, anche l'ex ct del Cile, però, cambia spesso (i terzini a volte diventano ali e viceversa), nella speranza di trovare un'alchimia almeno in campo.
Higuain

Generazione cresciuta nel mito di Maradona e Kempes... E con la Maledizione di Tilcara

E dire che in Argentina non manca la tradizione. In molti sono cresciuti con il mito di Maradona... Non avranno visto in prima persona il Mondiale dell'86', ma sanno di far parte di quella storia calcistica. Lo stesso Maradona, che è stato ct della Nazionale al Mondiale 2010, ha raccontato ai suoi ragazzi l'esperienza di essere un giocatore dell'Argentina, ma per ora nessuno è riuscito a raccoglierne l'eredità. Anche il discorso pressioni non è da ignorare, e non sarà di certo facile indossare la maglia albiceleste al prossimo Mondiale. Quest'anno, tra l'altro, si 'festeggerà' il 40° anniversario del primo Mondiale vinto dalla Nazionale argentina, quello del 1978, quello di casa, quando la squadra di Mario Kempes si impose nella finale del Monumental contro i Paesi Bassi (3-1).
C'è da sfatare, anche, la maledizione. Dal 1986, infatti, aleggia la maledizione di Tilcara sulla Nazionale argentina. La leggenda narra che nel 1986, prima del Mondiale vinto, i giocatori argentini avrebbero promesso di fare un pellegrinaggio in caso di trionfo in Messico. Ci fu il successo della Nazionale di Carlos Bilardo, ma i giocatori non andarono poi in pellegrinaggio dalla Vergine di Punta Corral... Da allora solo delusioni, se non due Cope America vinte tra il '91 e il '93. Ecco perché Oscar Ruggeri, che fece parte sia dalla spedizione in Messico che in quella italiana di 4 anni più tardi dove l'Argentina perse la finale contro la Germania, ha promesso di fare presto visita nella città di Tilcara con altri 6 compagni della Nazionale dell'86, con la speranza di mettere finalmente fine a questa maledizione.

Classe ’87/’88: ultima chiamata alle armi per questa generazione?

Pressioni, maledizioni... Torniamo alle cose terrene e parliamo, invece, di motivazioni. Per molti giocatori, quella del Mondiale sarà l'ultima occasione per vincere un qualcosa di importante a livello di Nazionale. Parliamo dei 31enni Romero, Fazio, Messi, Mercado e Higuain e dei 30enni Otamendi, Di María, Banega, Papu Gómez, Perotti, Acosta ed Agüero. Giocatori che hanno sfiorato tanti trofei negli ultimi anni, ma che hanno raccolto 0 nelle grandi manifestazioni. L’esperienza accumulata in questi anni di finali potrebbe servire come base per riprovarci quest’anno, con la motivazione dell’oggi o mai più. Certo, sarà una responsabilità non da poco, vincere per forza per dare un senso alla propria carriera. Nel calcio, nelle Olimpiadi, nello sport in generale, è successo in diverse occasioni che l'ultima chance sia quella giusta per alzare le braccia al cielo... Per questa generazione, quella che vinse l'oro olimpico di Pechino nel 2008, arriverà finalmente la prima gioia con la conquista del Mondiale?
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