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Amichevole, le 5 verità di Italia-Estonia: Grifo può giocarsela, Bernardeschi redivivo

Stefano Silvestri

Pubblicato 12/11/2020 alle 10:43 GMT+1

L'esterno del Friburgo non è in Nazionale per caso e contro gli estoni, pur in una gara non complicata, lo ha dimostrato. Tonali non vive un buon momento, mentre Bernardeschi dà segnali di risveglio: la Juventus avrà ancora il coraggio di puntare su di lui?

Grifo esulta in Italia-Estonia

Credit Foto Getty Images

1) Moldavia, Estonia: arrivano davvero indicazioni utili?

Abbiamo scritto dopo l'amichevole contro la Moldavia che partite così, al netto delle giuste e inevitabili perplessità sulla loro effettiva utilità, sono da considerarsi soprattutto esami. Banchi di prova per chi deve scalare posizioni, per chi ha disperatamente bisogno di mettersi in mostra nei confronti di Mancini (e Evani) in vista di Euro 2021. Al contempo, però, non si può non sottolineare il livello bassissimo degli avversari scelti per sfidare gli azzurri. I moldavi un mese fa, quindi gli estoni. Nient'altro che sparring partner facilmente domati in 45 minuti anche da un'Italia B. Difficile, in questo modo, trarre indicazioni veramente utili.

2) Bernardeschi, segnali di risveglio

D'accordo, era un'amichevole. Contro l'Estonia, selezione numero 109 del Ranking FIFA. Però, almeno per un tempo, si è visto finalmente il vero Federico Bernardeschi. Giocatore arrivato in ritiro sfiduciato, sbertucciato, incapace di ritrovare se stesso, ormai inviso a una grossa fetta di tifoseria juventina dopo mesi di prestazioni insufficienti. In quella Firenze che lo ha visto nascere calcisticamente, l'ex viola ha messo da parte per una serata le amarezze di campionato e Champions League. Tanta voglia, ottimi movimenti, il bel gol del raddoppio. Mancini ci punta e non ne ha mai fatto mistero. Vale lo stesso per la Juve?
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L'esultanza di Federico Bernardeschi

Credit Foto Getty Images

3) Sì, Grifo può giocarsi le proprie carte

Ogni volta più di qualcuno storce il naso vedendo il nome di Vincenzo Grifo nella lista dei convocati azzurri. Perché?, ci si chiede. Ecco perché: l'italo-tedesco del Friburgo ha le caratteristiche adatte per il 4-3-3 di Mancini e pure parecchia qualità. Come dimostrato in occasione del gran gol del vantaggio, uno splendido destro di controbalzo che ha nettamente sorpreso il portiere estone. Grifo era già entrato col piglio giusto contro la Moldavia e ieri sera ha fatto ancora meglio. Sa che solo un miracolo lo porterà agli Europei. Ma ha tutta l'intenzione di giocarsi fino in fondo le proprie carte.

4) Tonali e Lasagna: non è un momento positivo

Uno è una promessa del calcio italiano, ma nel proprio club gioca pochissimo. L'altro ha maggiore esperienza, ma allo stesso modo sta vivendo settimane non semplici. Le (piccole) note stonate della tranquilla serata azzurra sono loro: Sandro Tonali e Kevin Lasagna. Il centrocampista del Milan non è al top e certamente non può essere favorito dallo scarso minutaggio ricevuto da Pioli. L'attaccante della pericolante Udinese, invece, nella nuova stagione non è ancora riuscito a segnare. Suo l'assist per il vantaggio di Grifo, poi un paio di sprechi in area e poco altro. Con l'incognita di un possibile e preoccupante problema muscolare, giusto per non farsi mancare nulla. Due elementi da recuperare.
Sandro TONALI 5,5 - Non proprio lucidissimo in regia, lo testimoniano i tanti errori in distribuzione. Non è al top e si vede [dalle pagelle di Italia-Estonia]

5) Bastoni, Pessina, Pellegri e Luca Pellegrini, Calabria: presente e futuro

Altri esordienti, ormai un must della gestione Mancini. Sono ben 32 da quando il ct ha preso in mano le redini della Nazionale, ormai due anni e mezzo fa. Gli ultimi 5, tutti giovanissimi, si sono tolti lo sfizio di esordire proprio nella gioiosa scampagnata fiorentina: Alessandro Bastoni, Matteo Pessina, Luca Pellegrini, Davide Calabria e Pietro Pellegri. Solo il centrale interista ha giocato dall'inizio, rimanendo peraltro in campo fino al 90'. Poco da raccontare per tutti, in virtù di una partita dallo svolgimento piuttosto banale e monocorde, ma il segnale del Mancio è chiaro: la sua Italia pensa al presente, ma anche al futuro.
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