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Estonia, amarcord Risto Kallaste: "La mia carriera in una capriola"

Stefano Fonsato

Aggiornato 13/11/2020 alle 14:16 GMT+1

L'Italia sfiderà in amichevole l'Estonia, nazionale che - negli Anni '90 - faceva rima con Risto Kallaste. Alzi la mano chi lo ricorda. Sì, è proprio lui, il terzino capellone che si inventò la rimessa laterale con capriola, gesto che gli regalò una popolarità sempiterna nel mondo del calcio. Oggi 49enne, Risto racconta a Eurosport la genesi del suo gesto tecnico: "Volevamo stupire gli Azzurri".

Risto Kallaste, Estonia Anni Novanta (Imago)

Credit Foto Imago

Mercoledì 14 aprile 1993, stadio "Nereo Rocco" di Trieste. Minuto 68' di Italia-Estonia, gara di qualificazione ai Mondiali di Usa '94: la palla esce dal campo, è rimessa laterale per i baltici. Nel mentre, gli Azzurri fanno staffetta a centrocampo: esce Dino Baggio, entra Fabrizio Di Mauro. La gara è bruttina, la Nazionale non è un granché: il risultato è di 1-0, maturato al 20' grazie a un rigore trasformato da Roberto Baggio che, là davanti, forma una insolita coppia con Alessandro Meli (seconda e ultima presenza in azzurro) con Beppe Signori - autore all'86' del definitivo 2-0 - relegato a metà campo. Arrigo Sacchi fa i suoi esperimenti e, nel contempo, medita clamorose dimissioni dopo lo spiffero uscito alla vigilia del match sul Corriere dello Sport: Antonio Matarrese intende passare dalla Figc al Coni. E Sacchi alla guida della Nazionale era un prodotto proprio di Matarrese: scoppia un caso con risvolti politici ma, alla fine, la montagna partorirà il proverbiale topolino. Gli Azzurri sono invece impegnati nella corsa a 3 del gruppo 1 con Svizzera e Portogallo: due posti a disposizione per tre contendenti principali. In mezzo a tutto questo bailamme, arriva un terzino fluidificante dalla folta e lunga zazzera bionda, tale Risto Kallaste, che stempera ogni storiaccia extracampo riportando tutti sulla terra con un gesto tecnico fino ad allora sconosciuto. Su quella rimessa laterale per l'Estonia, il numero 2 baltico afferra saldamente il pallone con le mani, si allontana ben bene dal rettangolo di gioco, fino a ricomparire a beneficio di telecamere con una capriola acrobatica facendo perno sul terreno proprio col pallone, prima di scaraventarlo in campo con una gittata potentissima, come un cross teso, effettuato coi piedi. In telecronaca c'è, come sempre, Bruno Pizzul, spiazzato e, allo stesso tempo, divertito dalla scena.

All'improvviso la rimessa laterale acrobatica, o "Saltoaut"

Ebbene, Risto Kallaste, oggi 49enne, a dispetto di una carriera contenuta - giocò nel Flora Tallinn (la Juventus d'Estonia) e nel Kuressaare, con in mezzo un'unica esperienza all'estero, tra i danesi del Viborg - è ancora oggi uno dei calciatori più cliccati su Youtube. Perché a quella rimessa laterale acrobatica - in estone denominata "Saltoaut" -, ancora oggi non ci si crede. A Eurosport Italia, Risto ha scelto di ripercorrere quei momenti indimenticabili: "Dove nasce la Saltoaut? Dall'idea di un mio allenatore delle giovanili: aveva già tutto in testa ma non sapeva a chi proporla. Un giorno chiese un po' a tutta la squadra di provare questa specie di capriola, a me riuscì alquanto bene e, da allora, diventai il depositario del brevetto". Kallaste fa riferimento al club giovanile del Tallinna Lõvid, letteralmente i "Leoni di Tallinn", che negli Anni Ottanta fece diversi tornei di categoria all'estero, anche ai tempi dell'Unione Sovietica. Da quella squadra, si può dire, saltò fuori il "blocco" dell'Estonia che iniziò a giocare le sue prime partite dopo la fine dell'Urss. A cominciare dal portiere Mart Poom, storico portiere di Derby County e Sunderland, con presenze anche tra le fila di Portsmouth, Arsenal e Watford. L'allenatore "genio" in questione è Roman Ubakivi, poi commissario tecnico degli estoni nel biennio 1994-95.

"Ma quello è matto, dicevano"

Prosegue Risto: "Portai quella rimessa anche in Nazionale e la sperimentammo per la prima volta proprio contro l'Italia. Ci chiedevamo: chissà come la prenderanno gli Azzurri. Come reagirono? Mi fissarono tutti come se fossi un matto e l'arbitro ungherese Sandor Piller, spiazzato, mi lasciò fare". Kallaste, che in nazionale giocò (in altri match) con Dzintar Klavan (papà del cagliaritano Ragnar), creò proseliti ben al di là del calcio estone, con quella rimessa che, tuttavia, qualche tempo dopo fu abolita (poi reintrodotta) a livello regolamentare: "Onestamente non ne ho mai capito il motivo: si trattava solo di una potente rincorsa, dopo di che la battuta in sé, coi piedi uniti sulla linea, era perfettamente regolare".
Chissà quanti addominali per arrivare a fare quella "Saltoaut"... "Non era così difficile come si pensa. In fondo, si tratta di una semplice capriola". Un gesto così particolare da creare una fama che precedesse lo stesso Risto, che comunque era un buon esterno, dinamico, fisico e discretamente dotato dal punto di vista tecnico... "Non cercavo contratti nel grande calcio con quella capriola: era un semplice gesto tecnico che mi caratterizzava. Il fatto è che, all'epoca, il calcio estone era completamente alle prime armi e nemmeno esistevano agenti in grado di proporti all'estero. Ma sono comunque contento di ciò che ho fatto, dopotutto posso dire di aver giocato contro grandi campioni come Vitor Baia, Fernando Couto, Futre Paulo, João Pinto, Stephane Chapuisat, Adrian Knaup, André Egli, Robert Prosinecki, Alen Boksic, Davor Suker... Poi però mi sono dovuto ritirare presto, a 30 anni, per un fastidioso infortunio all'anca". E in molti, in patria, lo hanno attribuito proprio alla pratica continua di quella "Saltoaut", che Kallaste riproponeva immancabilmente nelle squadre di club per le quali giocava.

Italia nel destino

Cosa si ricorsa, Risto Kallaste, invece, di quella nazionale di Sacchi? "Il calcio italiano era ed è tutt'oggi il mio preferito. Di quella squadra, basta citare Roberto Baggio e Giuseppe Signori e si è già detto tutto. Anche oggi il livello è molto alto, nonostante le difficoltà: c'è sempre tanta scelta tra i giocatori...". E, oltre a Klavan, in Italia ha iniziato a farsi vedere anche qualche giovane promessa estone. C'è il centrocampista classe 2001 Georgi Tunjov, che la SPAL portò in Italia dal Trans Narva, oggi in pianta stabile nella nazionale baltica dei grandi... "Ma non solo lui - aggiunge Kallaste -: occhio per esempio al centravanti Oliver Jürgens, classe 2003: è arrivato in Italia prestissimo, tra Verona e Roma. Oggi segna nelle giovanili dell'Inter, tenetelo d'occhio perché può diventare un campione".

Da calciatore acrobata a imprenditore

Nella nazionale estone odierna c'è anche il figlio di Risto, Ken Kallaste, indisponibile tuttavia per infortunio. "Ovviamente guarderò comunque la partita: il risultato appare scontato, ma nel calcio non si sa mai. Di cosa mi occupo oggi? Sono uscito dal mondo del pallone: ho fondato una ditta che si occupa di importazioni di marchi sportivi come H2O e di prodotti per la casa come Laura Ashley: e, per questo, viaggio spesso in Italia, almeno una volta all'anno, prima che il Covid complicasse tutto. Com'è essere ricordati ancora oggi per la rimessa laterale acrobatica? Un vero onore".
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