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Italia-Repubblica Ceca, 5 verità: definito l'11 anti Turchia, Insigne guida tecnica degli azzurri

Stefano Silvestri

Pubblicato 05/06/2021 alle 10:05 GMT+2

AMICHEVOLI - Mancini riceve risposte positive da tutti gli elementi schierati dall'inizio e, in pratica, si ritrova già la squadra pronta per la gara inaugurale degli Europei. La sua Nazionale induce all'ottimismo e ha in Insigne, a lungo atteso negli scorsi anni, il suo leader tecnico.

L'esultanza dell'Italia contro la Repubblica Ceca

Credit Foto Getty Images

Italia-Repubblica Ceca, amichevole andata in scena allo stadio Dall'Ara di Bologna, si è conclusa col punteggio di 4-0. Gara arbitrata dallo svizzero Lionel Tschudi. A segno Immobile, Barella, uno scatenato Insigne e Berardi. Gli azzurri di Roberto Mancini, dunque, si preparano nel migliore dei modi all'esordio degli Europei in programma venerdì prossimo a Roma contro la Turchia. Di seguito le 5 verità che ci ha lasciato il match.

1) L'undici anti-Turchia è praticamente già definito

Donnarumma; Florenzi, Bonucci, Chiellini, Spinazzola; Barella, Jorginho, Locatelli; Berardi, Immobile, Insigne. Con Spinazzola favorito su Emerson e Berardi su Chiesa. La formazione che sfiderà la Turchia, in pratica, è già fatta con una settimana d'anticipo. Gli undici scesi in campo al Dall'Ara sono gli stessi che dovrebbero aprire l'Europeo. Mancini ha avuto risposte positive da tutti: da una difesa solida, da un centrocampo di qualità e quantità, da un attacco brillante. Una gara dominata non tanto dal punto di vista delle occasioni da rete, quanto del costante controllo del gioco. Gli 11 titolari di ieri sera, a meno di improbabili sorprese, sembrano essersi guadagnati una maglia per il match dell'Olimpico. Da venerdì prossimo si fa sul serio.
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Gioia Italia contro la Repubblica Ceca

Credit Foto Getty Images

2) L'Italia non è favorita, ma essere ottimisti è d'obbligo

Talento, qualità, bel gioco. L'Italia di Roberto Mancini potrà anche non essere la grande favorita per la conquista di Euro 2020, ma si presenta alla competizione in fiducia e con tutte le possibilità di far bene. A partire da un girone non morbidissimo, ma oggettivamente nemmeno impossibile. Il gruppone azzurro è affiatato, plasmato su un sistema di gioco ben preciso ormai da tre anni. E ha imparato a vincere sia quando conta sia quando non ci sono i 3 punti in palio: fanno 8 successi di fila tra gare ufficiali e non, tutte senza reti al passivo. Essere ottimisti è d'obbligo.
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Barella e Immobile in rete in Italia-Repubblica Ceca

Credit Foto Getty Images

3) Insigne sempre più leader tecnico dell'Italia

Ha compiuto proprio ieri 30 anni, Lorenzo Insigne. L'età in cui un giocatore dovrebbe aver raggiunto la maturità calcistica. E il talento del Napoli ci è arrivato da un pezzo. Non soltanto con la sua squadra di club, ma finalmente anche con l'Italia. Ricordate quando gli si chiedeva un salto di qualità anche in Nazionale? Bene: oggi Insigne è il leader tecnico della squadra di Mancini. Sforna giocate di alto livello, si produce in assist per i compagni, segna. Sa sempre cosa fare e quando farlo. Un calciatore completo che fungerà da punto di riferimento azzurro agli Europei.

4) Personalità e freddezza: Jorginho al top della carriera

Jorginho era un regista eccellente anche quando giocava a Napoli. Ora, però, ha coronato il sogno di una vita alzando da protagonista la Champions League di Oporto. Il momento più alto della carriera di qualsiasi giocatore. Benzina nel motore di un elemento divenuto sempre più centrale nel progetto azzurro, sempre più convinto di essere il fulcro di ogni manovra. Anche contro la Repubblica Ceca ogni pallone è passato dai suoi piedi. E il giocatore del Chelsea, con personalità, non ne ha sprecato uno, confermandosi in formissima. Uno dei perni su cui Mancini ha poggiato la ricostruzione dalle macerie del 2018 è proprio lui.
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Jorginho in azione in Italia-Repubblica Ceca

Credit Foto Getty Images

5) Allarme Repubblica Ceca: di questo passo rischia una figuraccia

Chiusura con i nostri avversari. Non è San Marino, la Repubblica Ceca. Eppure, come era accaduto a Cagliari, anche la squadra di Silhavy ha ricoperto il ruolo di mero sparring partner degli azzurri. Qualche buon lampo iniziale, poi la luce si è completamente spenta. Una squadra senza capo né coda, fragile dietro e debole in attacco. E l'Italia ne ha approfittato, indirizzando la gara già nel primo tempo e allargando ulteriormente la forbice nel secondo. Difficile, in questo modo, pronosticare i cechi tra le possibili sorprese agli Europei. Difficile anche pensare che possano giocarsela con le più quotate Inghilterra e Croazia, se non cercando di infilarsi agli ottavi nel gruppo delle migliori terze dei gironi. Ma la figuraccia potrebbe essere dietro l'angolo.
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Mancini: "Giusto continuare insieme, ci sono obiettivi"

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