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Barcellona-Ajax, palla al centro con Cruyff

Luca Stacul

Aggiornato 24/05/2017 alle 01:01 GMT+2

(Attenzione, articolo del 2013 che ci faceva piacere riproporvi per ricordare degnamente un grande campione) Barcellona e Ajax sono la stessa cosa, o almeno due facce della stessa medaglia. E gran parte del merito è di Johan Cruyff.

Johan Cruyff

Credit Foto Eurosport

Lasciate perdere le polemiche periodiche: Cruyff è un personaggio genuino e i ruoli dirigenziali in fondo non gli piacciono. Potrà litigare con van Gaal e Rosell, o persino con Frank de Boer, ma alla fine nulla cambierà: nessuno lo può cancellare, né ad Amsterdam né a Barcellona, e lui non ha certo intenzione di allontanarsi dal calcio, perché ama osservarlo, leggerlo, masticarlo. E quando vede qualcosa che non gli piace lo dice, comportamento insolito al giorno d'oggi.
Il fondamento del pensiero di Cruyff, che si è trasformato nella filosofia di Barcellona e Ajax, è tanto scontato quanto ignorato nel calcio del presente: è il pallone, semplicemente il pallone.
L'ultimo post del suo blog personale, intitolato “Volontà vs Lavoro”, evidenzia come i giovani d'oggi che sognano di diventare calciatori tendano a copiare i propri idoli più sul piano mediatico (tatuaggi, creste...) che sul piano tecnico e di conseguenza sull'allenamento. Falliscono, perché non si concentrano abbastanza sul pallone.
Facciamo tutti questo errore, dai giornalisti ai procuratori, dai dirigenti agli allenatori, dai calciatori ai tifosi. Tutti sempre più attenti al contorno, a discapito della sostanza, a discapito del pallone.
Intendiamoci, il calcio puro oggi è impossibile a livello professionistico. La stessa parola – professionismo – determina il fatto che il denaro sia parte del gioco. E quando il denaro è sul campo è sempre il protagonista assoluto. Ma è anche vero che nelle piccole cose, dalle tipologie di allenamento alla struttura del settore giovanile, il pallone può tornare al centro: sono proprio questi i valori che avvicinano Barcellona e Ajax.
Stasera vedremo di fronte due tra i più classici 4-3-3 “alla Cruyff”, ironizzando sul fatto che quest'estate il Barça ha speso 57 milioni per Neymar mentre l'Ajax ancora una volta è stato costretto a cedere i suoi pezzi migliori (Eriksen al Tottenham, Alderweireld all'Atletico Madrid), ma questa è solo la punta dell'iceberg, il contorno economico e mediatico. Sotto questa scorza luminosissima c'è un cuore pulsante seminascosto che sviluppa due tra i settori giovanili più fertili del mondo secondo regole identiche, con una struttura di squadre che segue la stessa idea tattica dall'inizio alla fine (cioè dai bambini di 5-6 anni fino a Messi) e che quindi può permettersi di dedicare più attenzione alla tecnica, al pallone.
Sono passati esattamente 40 anni da quando Johan Cruyff si trasferì dall'Ajax al Barcellona da calciatore, 25 da quando fece lo stesso viaggio, ma da allenatore. Eppure anche stasera il suo “Calcio Totale” sarà in campo, nei tocchi di Xavi, nelle corse di Fischer, nelle giravolte di Iniesta, nel dna di Daley Blind e nella storia di Bojan.
Barcellona e Amsterdam vivono di Cruyff; il resto del mondo osserva, copia (pensate al Bayern da van Gaal in poi) e ringrazia. Palla al centro.
di Luca Stacul (Twitter @LucaStacul)
PS: A proposito di Ajax, Barcellona e settori giovanili, avete visto il figlio di Kluivert?
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