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Bundesliga, ecco da dove nasce il gesto di Marcus Thuram contro le violenze sugli afroamericani

Francesco Balducci

Aggiornato 02/06/2020 alle 13:02 GMT+2

L’attaccante francese figlio d’arte, autore di una doppietta contro l’Union Berlino, sul secondo gol si è inginocchiato con il capo abbassato: “l’esultanza” dedicata a George Floyd è una citazione ad un altro sportivo, noto per le sue proteste contro le discriminazioni dei neri: Colin Kaepernick.

Colin Kaepernick & Marcus Thuram contro le discriminazioni razziali

Credit Foto Eurosport

Un gesto che vale più di mille parole. Marcus Thuram, figlio di Lilian, 22enne attaccante del Borussia M'gladbach, oggi ha urlato al mondo il suo messaggio semplicemente inginocchiandosi e abbassando il capo sul secondo gol realizzato contro l’Union Berlino. La dedica è rivolta a George Floyd, l’afroamericano morto soffocato dal ginocchio sul collo di un agente di polizia a Minneapolis lo scorso lunedì. Ma oltre a voler protestare contro l’ennesimo caso di violenza razziale negli Stati Uniti (e nel mondo), ha citato un altro sportivo famoso per essere in prima linea contro ogni forma di discriminazione sui neri: Colin Kaepernick.
L'esultanza di Marcus Thuram, Borussia Moenchengladbach v 1. FC Union Berlin - Bundesliga
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Thuram prende il 'Gladbach per mano contro l'Union Berlino: doppietta nella vittoria per 4-1

Il caso di Colin Kaepernick, il quarterback ‘scomodo’

Forse l’avrete già visto, la sua silhouette non passa difficilmente inosservata. Colin Kaepernick è un quarterback di 32 anni, precedentemente ai San Francisco 49ers: ha giocato 5 stagioni in NFL e disputato un Super Bowl da assoluto protagonista nel 2013, anche se perso 34-31 contro i Baltimore Ravens. Nonostante l’età sia ancora lontana per la rottamazione di uno sportivo, Kaepernick è assente dalla National Football League da ormai quattro anni. Il motivo? Nel 2016 – in tutti i match della preseason estiva – decise di restare seduto in pachina durante l’inno americano di inizio partita, tradizione sentitissima negli States. Era il suo modo per ribellarsi alle discriminazioni e le violenze della polizia verso gli afroamericani e tutte le minoranze etniche negli Stati Uniti.
Colin Kaepernick kneels during the national anthem
Non starò in piedi per dimostrare il mio orgoglio per la bandiera di un paese che opprime i neri e le minoranze etniche. Per me è più importante del football, e sarebbe egoista guardare dall’altra parte. Ci sono cadaveri per le strade, e persone che la fanno franca.
Questa dichiarazione al termine del precampionato e la decisione di inginocchiarsi con la testa abbassata durante la stagione – proprio come ha fatto Marcus Thuram e molti altri sportivi prima di lui – hanno fatto sì che risultasse un personaggio controverso per la NFL, al punto che al termine dell’annata finì il suo rapporto contrattuale con i 49ers. Da quel giorno non ha più trovato casa nel campionato di football più famoso del mondo. Per le forti pressioni ambientali e l’attenzione che questo sport suscita, soprattutto in America, un personaggio del genere sarebbe risultato ingombrante.
Nel del 2018, la lega decise che le squadre sarebbero state oggetto di multa se i loro giocatori si fossero inginocchiati in campo durante l’esecuzione dell’inno, scelta che derivò anche dalla ferrea posizione di Donald Trump contro gli sportivi che avrebbero emulato il gesto di Kaepernick. Nel 2019, il quarterback di Milwaukee, ha vinto una causa contro l’NFL per averlo estromesso dal campionato in totale accordo con gli altri club, ottenendo un risarcimento vicino agli 80 milioni di dollari. Nonostante ciò Colin è ancora un free agent.
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