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Calciomercato - Chi è Junior Messias: l'ex fattorino, dalla D al Milan come erede di Çalhanoglu nel giro di soli 3 anni

Stefano Fonsato

Aggiornato 01/09/2021 alle 12:53 GMT+2

CALCIOMERCATO - Dai dilettanti allo status di erede di Hakan Çalhanoglu al Milan nel giro di appena 3 anni. La favola di Junior Messias si arricchisce di un nuovo, incredibile capitolo. E pensare che, per colpa di una regola "sui generis" imposta dal governo del calcio italiano, il talento del brasiliano - ex fattorino per una ditta di elettrodomestici - rischiò di non sbocciare mai...

Inter-Crotone, Serie A 2020-2021: Junior Messias (Crotone) (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

Dai dilettanti allo status di erede di Hakan Çalhanoglu al Milan nel giro di appena 3 anni. La favola di Junior Messias si arricchisce di un nuovo, incredibile capitolo. In tanti l'hanno raccontata, i primi fummo noi di Eurosport Italia. Era l'estate 2017 e il jolly brasiliano era stato tesserato dalla Pro Vercelli, in Serie B. Le Bianche Casacche l'avevano pescato al Chieri, in Serie D, nel Torinese, in cui segnava a grappoli.

Quella strana regola che rischiò di minare il talento di Messias

Un trasferimento che fece scalpore già all'epoca. E non solo per il cambio vertiginoso di categoria in una piazza storica e diffidente per natura come quella dei 7 Scudetti (nonostante le voci degli addetti ai lavori si rincorressero: "Ehi, guardate che quel Messias lì è un fenomeno"), ma anche per questioni burocratiche. A scovarlo fu l'allora direttore sportivo leonino Massimo Varini, che però dovette fare i conti con una regola "sui generis" imposta dal governo del calcio italiano a causa del quale il talento di Junior rischiò di non sbocciare mai, il veto cioè a mettere sotto contratto giocatori privi di passaporto comunitario (come lo era Messias) provenienti dal dilettantismo, con sola eccezione per i vincitori della Serie D.
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Junior Messias, attaccante esterno brasiliano classe 1991 in sede alla Pro Vercelli, squadra per la quale non riuscì mai a giocare Serie B 2017-2018

Credit Foto Eurosport

Contro tutto e tutti: il pallone in rete e i frigoriferi sulla schiena

Regola che venne ribadita dal respingimento del ricorso presentato dal calciatore. Che, a quel punto, a mettere da parte i sogni di cadetteria (peraltro dopo un precampionato sfavillante con la Pro) e ripartire mestamente dalla Serie D. Nella fattispecie dal Gozzano: oggi si dà tutto per scontato, ma è da qui che Messias si prende, da solo, contro tutto e tutti, trascinando i lacuali alla vittoria del campionato 2017-2018. A quel punto, il jolly brasiliano era ufficialmente libero da vincoli.
  • La scheda di Junior Messias: in 6 anni dall'Eccellenza al Milan!
Data di nascita13/5/1991
Altezza e peso174 cm x 70 kg
RuoloTrequartista/seconda punta
NazionalitàBrasiliana
Gol + assist in A nel 2020-219 gol, 4 assist (36 presenze)

L'ascesa vertiginosa dai campi polverosi Uisp di Torino

Abbiamo detto dalla D - in cui alternava il calcio al lavoro di fattorino per una ditta di elettrodomestici - a faro del Milan nel giro di 3 anni. Se si moltiplica per due e si torna nel 2015, Junior Messias si dilettava tra i dilettanti del campionato Uisp di Torino, la città che l'ha accolto e in cui sarebbe potuto tornare da trionfatore, dopo essere stato inseguito dai granata per tutta l'estate. Alla fine, il Milan ha avuto la meglio. Ma come ci è arrivato Junior Messias, classe 1991, sotto la Mole? Siamo nel 2011 e il ragazzo vuole assolutamente raggiungere il fratello, già da tempo nel capoluogo piemontese. Messias ha 20 anni e crede che trovare una buona squadra in Italia per uno del suo talento non sia poi così difficile. A 20 anni si è ancora considerati "giovani", nel calcio italiano, giusto? Sbagliato.
Al momento del suo arrivo, era già considerato un 'fuori lista', anche in Serie D. E così, per lui, inizia un lungo peregrinare, un durissimo confronto con la realtà. Quella del sudore e delle periferie di Torino. Come il borgo proletario ed operaio della Barriera di Milano: in questo quartiere Junior inizia a farsi le ossa, a pedalare a testa bassa e per non perdere confidenza col pallone, inizia a giocare con lo Sport Warique, la formazione della comunità peruviana - ben nota peraltro a un altro torinese come Gianluca Lapadula, di un anno più grande, ex rossonero e oggi pilastro della Blanquirroja - nel campionato amatoriale Uisp. Storie di questo genere, nove volte su dieci, finiscono qui, tra i campi polverosi. O, nella migliore delle ipotesi, un paio di categorie più su.
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2015 - Junior Messias ai tempi dello Sport Warique e del Campionato Amatoriale Uisp di Torino: Messias è il terzo, partendo da destra, con la bandiera brasiliana legata al collo

Credit Foto facebook

Il genio di Ezio Rossi

Non quella del ragazzo di São Cândido, che sulla sua strada incontra, fortuitamente, uno dei personaggi più "alti" (a livello di sensibilità e intelletto) del calcio italiano: il Vecchio Cuore Granata Ezio Rossi, oggi trainer del Città di Varese in D, ma all'epoca (è il 2015) allenatore volontario in una squadra di rifugiati dello stesso torneo Uisp e, votatosi in quei tempi alla causa del Casale, altro mitico club del calcio italiano (gli amanti del solo "mainstream" vadano a leggersi un po' di storia), vincitore di uno Scudetto nel 1914. A Eurosport, Messias confidò, in quell'estate del 2017: "In un primo momento mi venne proposto il Fossano, che però non mi garantiva uno stipendio adeguato a mantenere la famiglia. Ho preferito continuare a spaccarmi la schiena nel trasportare elettrodomestici. Poi però il caso volle che quell'estate del 2015 in cui venni notato da mister Ezio Rossi, a quest'ultimo venne affidata la panchina del Casale in Serie Eccellenza. Mi prese e segnai parecchio, riportando i nerostellati in Serie D".

La Serie B riconquistata con le unghie e con i denti

Messias dopo i gol al Casale e a Chieri (in entrambe le piazze "sabaude" lo ricordano anche come cecchino infallibile sui calci piazzati", e un ottimo anno al Gozzano in Serie C, Messias viene acquistato dal Crotone nell'estate 2019. Come già intuito da Varini e dalla Pro Vercelli due anni prima, in cadetteria fu un autentico "crack", d'intesa con Nwankwo Simy, dopo un fisiologico primo periodo di adattamento.

Ora il Milan: fenomeno di ispirazione per tutti

L'anno scorso, il sogno di disputare la Serie A, per giunta da protagonista - nonostante la retrocessione dei pitagorici - con 9 reti e 3 assist in campionato, impiegato addirittura da mezz'ala (e non da trequartista o attaccante) da Giovanni Stroppa prima e Serse Cosmi in seguito. Adesso, al Milan, rileggere le sue parole a Eurosport di quattro anni fa, all'inizio di quella strada subito sbarrata dalla burocrazia alla Pro Vercelli, fa ancora più effetto: "Non scordo mai da dove sono partito, dal villaggio di São Cândido, alla terza serie del campionato Mineirão. Giocavo in una formazione che si chiama Ideal, formazione di un bairro di Ipatinga. Dove per qualche mese sono tornato, in mezzo alla mia avventura italiana. Sono cristiano evangelico e dico che per me, questo, è un vero miracolo: non si spiegherebbe altrimenti la mia storia e il fatto di essere diventato professionista in una società così importante come la Pro Vercelli, a 26 anni suonati. So di essere diventato fonte di ispirazione per molti ragazzi: a loro il mio messaggio è di crederci sempre. Anche se tutto sembra lontano, se si è convinti delle proprie possibilità, bisogna lottare fino all'ultimo centimetro e continuare a inseguire i propri sogni. Che prima o poi si avvereranno".
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