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Euro 2024 - Le 5 verità di Italia-Albania 2-1: gli Azzurri creano ma non concretizzano, Chiesa e Barella determinanti
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Pubblicato 16/06/2024 alle 09:46 GMT+2
EURO 2024 - A Dortmund si è vista una bellissima Italia nei primi 45 minuti: la Nazionale di Spalletti, tuttavia, ha avuto il demerito di non chiudere la partita e nel finale ha rischiato di sciupare tutto. Chiesa è tornato, Barella è determinante, Calafiori ha personalità da vendere.
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Italia-Albania, match valido per la prima giornata del Gruppo B di Euro 2024, è terminato 2-1. Gli autori dei gol sono stati: Bajrami, Bastoni e Barella. Si è giocato al Westfalenstadion di Dortmund, sotto la direzione dell'arbitro tedesco Zwayer. L'Italia ha convinto, anche se occorre concretizzare di più. Diversi giocatori della compagine di Spalletti hanno disputato una partita di altissimo livello, Chiesa e Barella sono tra questi. Vediamo l'analisi del match in cinque punti.
1) Italia strepitosa per 45' ma poco cinica: occorre capitalizzare di più
L'Italia ha convinto al debutto a Euro 2024. I campioni in carica hanno disputato un primo tempo sontuoso, che ha incarnato l'apoteosi del credo calcistico di Luciano Spalletti. Il fraseggio azzurro si è rivelato di primissima qualità, con automatismi già consolidati. Anche la riaggressione dopo le palle perse è stata veramente sontuosa. Sembrava di rivedere il Napoli della stagione dello Scudetto, proprio con Spalletti alla guida. Tuttavia l'Italia non ha saputo capitalizzare tutte le occasioni create, spesso a causa di errori sotto porta o di scelte sbagliate a pochi passi dalla porta avversaria. Per andare avanti in un torneo del genere occorre più cinismo, perché se non si riesce ad azzannare definitivamente l'avversario boccheggiante, si rischia grosso e il tiro nel finale di Rey Manaj - parato da Gianluigi Donnarumma - è la dimostrazione di ciò. Nella ripresa vi è stato un notevole calo fisico e mentale da parte degli Azzurri. Contro la Spagna e contro la Croazia - così come se dovesse andare avanti nel torneo - sarà necessario per la squadra di Spalletti essere più costante nei novanta minuti e sfruttare meglio le occasioni, altrimenti potrebbe pentirsene.
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2) Chiesa è tornato
Dopo qualche amichevole giocata al di sotto delle aspettative, Federico Chiesa sembra essere tornato a quel leggendario Euro 2021 dove fu grande protagonista. Si è trattato solamente della prima partita e per giunta contro un'avversaria dal blasone inferiore rispetto all'Italia, ma questa versione di Chiesa è parsa la migliore. Spalletti gli ha dato fiducia e lo fa giocare nel suo ruolo naturale: largo a destra con la possibilità di dare sfogo a tutto il suo talento e alla sua forza fisica. Dai suoi piedi sono nate svariate occasioni per l'Italia. Stando alle statistiche, nude e crude, non ha segna e non ha fornito assist ma chi ha visto la partita può dedurre che se gioca così è imprescindibile. Attualmente l'ex Fiorentina è al centro di voci di mercato e per Thiago Motta pare non essere un punto fondamentale per la nuova Juventus. Spalletti invece se lo gode e magari anche il nuovo allenatore dei bianconeri cambierà idea dopo questa prestazione. Ora l'obiettivo a breve termine di Chiesa dev'essere necessariamente quello di trovare continuità. Tale continuità è fondamentale anche nei novanta minuti, visto che il secondo tempo del giocatore - anche a causa dei molteplici colpi subiti - non è stato all'altezza della prima metà di partita.
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3) Pellegrini e Barella sono sinonimi di qualità
In molti ritengono che le partite si vincono a centrocampo e quando si hanno a disposizione Lorenzo Pellegrini e Nicolò Barella tutto diventa più facile. Il lavoro notevole di Spalletti si è visto anche dai loro movimenti: la qualità di questi due ragazzi è innata, ma la capacità di incasellarsi perfettamente nei meccanismi dell'Italia è anche merito del c.t. I due hanno dato l'impressione di conoscersi alla perfezione, non si sono calpestati i piedi e si sono integrati l'un l'altro. Nel secondo tempo si è osservato un calo nella loro condizione fisica e ciò è stato direttamente proporzionale ad una flessione dell'intera manovra dell'Italia. Barella rientrava da un infortunio e dunque è lecito attendersi un miglioramento della sua condizione nel corso del torneo. Pellegrini e Barella hanno in mano le chiavi del centrocampo, specialmente in fase di proposta di gioco e se il loro livello rasenta quello del primo tempo di oggi l'Italia può issarsi prepotentemente al ruolo di seria candidata alla vittoria finale del torneo.
4) Calafiori: debutto con personalità
Continua la sontuosa stagione di Riccardo Calafiori: il tuttocampista che sulla carta ricopre il ruolo di difensore centrale. Non ha steccato al debutto in una partita di un torneo così prestigioso con la maglia dell'Italia. Spalletti gli ha dato fiducia e lui ha ricambiato con una prestazione monumentale sia in fase difensiva che in fase di impostazione. Non ha esageratoe, tranne forse in occasione della trattenuta ai danni di Armando Broja, che gli è costata il cartellino giallo. Questo primo step per Calafiori è stato brillantemente superato, ora vedremo le scelte del c.t. di Certaldo per quanto riguarda le prossime sfide ma intanto ci godiamo la personalità di questo ragazzo, che sta vedendo la sua carriera decollare rapidamente. Ai detrattori che lo hanno incolpato per l'incertezza potenzialmente letale in occasione del tiro di Rey Manaj bisogna far rivedere tutta la partita di un classe 2002 che ha manifestato una personalità innata, nonostante fosse al primo impatto in assoluto in una competizione di questo livello. Un paio di errori non possono rappresentare una bocciatura, ma sono la base da cui partire per migliorare ulteriormente in futuro.
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5) L'Albania si illude dopo 22'', poi deve ringraziare Strakosha
L'Albania, che pur ha dimostrato carattere, si è illusa con il gol di Nedim Bajrami dopo soli 22''. Le Aquile hanno segnato il gol più veloce dell'Europeo facendo andare in estasi i propri tifosi. Poi però, specialmente nel primo tempo, la squadra di Sylvinho è stata annichilita dalla pressione e dalla qualità dell'Italia. Nonostante ciò l'Albania esce dal campo con un risultato più che dignitoso, frutto anche delle parate di una vecchia conoscenza del nostro calcio: quel Thomas Strakosha che ha militato per anni nella Lazio. Le sue parate su Davide Frattesi e su Gianluca Scamacca sono i momenti salienti di una partita in cui si è fatto trovare pronto ogni volta che è stato chiamato in causa.
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