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Calcio, Brasile: l'arbitro internazionale Igor Benevenuto fa coming-out

Daniele Fantini

Pubblicato 08/07/2022 alle 19:38 GMT+2

CALCIO, BRASILE - Igor Benevenuto, arbitro brasiliano 41enne, è il primo fischietto internazionale FIFA in attività a dichiararsi omosessuale. "Sono gay, finalmente sono me stesso. Voi non siete migliori di me solo perché vi piacciono le donne. Sono cresciuto nel calcio, un ambiente che ho odiato profondamente perché pieno di preconcetti".

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Un'adolescenza trascorsa allo stadio, a guardare partite di calcio, immerso in una versione mascherata di se stesso. Poi la scintilla nei confronti del ruolo dell'arbitro, scoccata in occasione dei Mondiali di USA 1994. E oggi, Igor Benevenuto, direttore di gara brasiliano di 41 anni, è il primo fischietto internazionale FIFA in attività a dichiarare la propria omosessualità. Il coming-out è arrivato all'interno di un podcast per la rete Globo, in cui Benevenuto ha raccontato la sua storia e gli inganni con cui ha dovuto convivere per moltissimo tempo all'interno di un ambiente dominato dal maschilismo.

Cresciuto nel calcio, un ambiente pieno di machismo e preconcetti

"Sono gay, sono finalmente me stesso - le parole di Benevenuto, riportate anche da Repubblica -. Ma sono anche una persona normale, e voi non siete migliori di me solo perché vi piacciono le donne. Sono cresciuto con il calcio, ma è uno sport che ho anche odiato profondamente, perché è un ambiente pieno di machismo e di preconcetti. Per questo motivo ho dovuto inventare una versione falsa di me stesso".
"Sapevo fin dall'adolescenza di essere gay. Ho trascorso la vita sacrificando me stesso per proteggermi dalla violenza fisica ed emotiva. Sono finito in un ambiente, quello del calcio, tra i più ostili verso gli omosessuali. Ma per avere degli amici dovevo mostrare di essere etero. E allora recitavo la mia parte. Familiari e amici mi portavano allo stadio, ma per me era una tortura".
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L'arbitro brasiliano Igor Benevenuto durante una partita del campionato locale nel 2015

Credit Foto Getty Images

La necessità di nascondersi

"Nel calcio si sono molti omosessuali. Ma il 99.99% resta nascosto. Parlo di arbitri, giocatori, allenatori sposati, con figli, separati, che vivono una doppia vita. Ma noi esistiamo, e meritiamo di avere il diritto di parlarne, e di vivere normalmente".
"Ho provato ad avere relazioni con delle ragazze, ma mi stavo ingannando. La mia famiglia è molto religiosa, e nella Bibbia c'è scritto che un uomo che giace con un altro uomo è un peccatore. Ho pensato per tanto tempo che in me ci fosse qualcosa di sbagliato. Ero triste".

La decisione di diventare arbitro durante i Mondiali del 1994

"La scelta di diventare arbitro risale al Mondiale di USA 1994. Sono rimasto affascinato dalla figura del direttore di gara guardando le partite in televisione. In quell'anno la FIFA aveva cambiato il colore delle divise, abbandonando il nero per colori accesi. Fu stregato da quei colori e da quella figura che controllava tutto il gioco".
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