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La strana parabola di Chicco Macheda, tornato bomber in Grecia al Panathinaikos

Stefano Fonsato

Pubblicato 21/01/2020 alle 14:50 GMT+1

Da golden boy e pupillo di sir Alex Ferguson al Manchester United, con cui iniziò a segnare non ancora maggiorenne, all'oblio cominciato dopo la scelta di tornare in Italia, in una disgraziata stagione alla Sampdoria. Le potenzialità inespresse, gli infortuni e, oggi, la "testa a posto" ad Atene con la famiglia, che gli ha dato serenità: un gol dietro l'altro al Panathinaikos, in cui è osannato.

Federico Macheda, Panathinaikos, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Prima golden boy pupillo di sir Alex Ferguson al Manchester United di Ryan Giggs e Cristiano Ronaldo, poi un cammino quasi infinito nell'oblio che brucia i migliori anni della carriera, tra scelte (a suo dire) infelici, infortuni e un cambio di casacca e l'altro. Oggi, la serenità e le reti ritrovate in Grecia, ad Atene, tra il calore della famiglia e quello - proverbiale - del pubblico ellenico. Federico Macheda, al Panathinaikos, sembra proprio essersi ritrovato.
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NAC Breda-Panathinaikos, amichevoli internazionali, estate 2019: Federico Macheda (maglia neroverde) (Getty Images)

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La scheda di Federico Macheda

Data di nascita22-08-1991
Luogo di nascitaRoma
RuoloAttaccante
Piede preferitoDestro
Altezza1,84 mt
Scadenza contratto30-06-2021
Valore di mercato (transfermarkt)1 milione di euro
Clausola rescissoriaNo
NazionalitàItalia

"Ricomincio da Atene"

"Chicco", come da sempre viene soprannominato - non solo come abbreviazione del nome ma anche per tagliare corto sugli errori, continui, dei telecronisti inglesi che non azzeccavano mai la pronuncia del suo cognome -, alla firma del triennale con la storica società biancoverde, la scorsa stagione, aveva usato queste parole presentarsi:
Riparto da qui. Sapendo da dove vengo, sapendo chi sono, sapendo chi voglio essere.
Primo anno, 28 presenze e 11 reti in una stagione difficilissima per il "Pana", caduto nella disgrazia dei debiti negli ultimi anni e costretto a ridimensionarsi per non fare una brutta fine. Undici gol, come gli 11 punti di penalizzazione, che hanno costretto la squadra di mister Giorgos Donis a una posizione di metà classifica. Durante l'annata corrente, già 8 reti (di cui una in coppa) in 19 gettoni. L'ultima, lo scorso 19 gennaio, ha risolto la trasferta di Xanthi, vinta 1-0 grazie a un suo diagonale vincente al 50', ispirato da una verticalizzazione del norvegese Ghayas Zahid.

Idolo del "Pana". Dopo mille rimpianti

Oggi è l'idolo dei tifosi del Panathinaikos, quarto in classifica e in rinascita, proprio come Macheda il quale ripensando a quelle parole "Sapendo chi voglio essere", sogna di ritornare in Serie A. Quella che gli disse male, quando decise di accettare il prestito della Sampdoria, quando il suo cartellino apparteneva ancora allo United. Era il gennaio 2011, parliamo di quell'annata disgraziata dei blucerchiati, che uscirono immeritatamente dalla Champions ai preliminari contro il Werder Brema, e finirono per retrocedere incredibilmente in Serie B: prima sotto la guida di Domenico Di Carlo, poi con quella di Alberto Cavasin. Per "Chicco", nemmeno un gol in campionato. Solo uno in Coppa Italia. A proposito di quelle sliding doors, Macheda si espresse così:
Ferguson voleva un prestito in Premier League. Ma io insistetti per la Serie A: fu l'errore più grande della mia vita professionale.
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Sampdoria-Roma, Serie A, gennaio 2011: da sinistra, Federico Macheda e mister Domenico Di Carlo (Sampdoria) (Getty Images)

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Ex pupillo di sir Alex

Macheda era salito alla ribalta il 5 aprile 2009: entra nel corso della ripresa del match di Old Trafford con l'Aston Villa, approfittando di una lunga di assenze. Così, ispirato da Giggs e Ronaldo, estrae dal cilindro un destro sul secondo palo con cui, nei minuti di recupero, firma il 3-2, poi decisivo per la vittoria del titolo. Tifosi dei Red Devils in visibilio, "è nata la nuova stella del calcio italiano", si disse all'epoca, per quel ragazzone romano non ancora maggiorenne arrivato in Premier League dal settore giovanile della Lazio.
E, invece, dopo l'infelice esperenza con la Sampdoria, la sfilza di prestiti in Championship (la seconda serie): QPR e, dopo un passaggio in Bundesliga allo Stoccarda, Doncaster Rovers, Birmingham City (con cui fa bene, 10 gol in 18 presenze nella seconda parte della stagione 2013-2014), Cardiff City e Nottingham Forest. L'Italia la ritrova da svincolato, nel dicembre 2016, quando riparte dal Novara in Serie B: bene il primo anno, mediocre il secondo, coinciso con la retrocessione dei piemontesi in Serie C.
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5 aprile 2009, Manchester United-Aston Villa (Premier League 2008-2009): Federico Macheda e Cristiano Ronaldo del Manchester United (Getty Images)

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La carriera di Federico Macheda

STAGIONESQUADRASERIEPRESENZEGOL
2019-2020PanathinaikosSuper League17 (2)7 (1)
2018-2019PanathinaikosSuper League26 (2)10 (1)
2017-2018NovaraB30 (1)3 (1)
dic. 2016NovaraB217
gen. 2016Nottingham ForestChampionship30
2015-2016Cardiff CityChampionship6 (1)0 (0)
2014-2015Cardiff CityChampionship21 (2)6 (0)
gen. 2014Birmingham CityChampionship1810
2013-2014Doncaster RoversChampionship153
gen. 2013StoccardaBundesliga14 (1)0 (0)
2012-2013Manchester UnitedPremier League0 (1)0 (0)
gen. 2012QPRPremier League3 (2)0 (0)
2011-2012Manchester UnitedPremier League3 (2)0 (1)
gen. 2011SampdoriaA12 (2)0 (1)
2010-2011Manchester UnitedPremier League6 1
2009-2010Manchester UnitedPremier League5 (3)1 (0)
2008-2009Manchester UnitedPremier League3 (1)2 (0)
TOTALE--203 (22)50 (7)
NB 1 - Fuori dalle parentesi, presenze e gol in campionato. Tra parentesi, presenze e gol nelle coppe nazionali.
NB 2 - Macheda conta un complessivo di 9 presenze e 0 gol nelle competizioni internazionali.

Ora la Grecia, la famiglia, la serenità e... i gol

A Manchester, qualche serata in discoteca di troppo e una popolarità esplosa all'improvviso e difficile da gestire, hanno influito sul prosieguo della sua carriera. Non solo, ovviamente, la disgraziata stagione alla Sampdoria. Anche gli infortuni, dal Doncaster in avanti, hanno minato il suo percorso che oggi, grazie alla moglie e al suo figlio piccolo Lorenzo, suo primo tifoso, sembra avergli restituito una nuova dimensione: fatto di sorrisi, serenità e... tanti gol.
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