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Juve e Roma: nella competizione 'dei dettagli', 'il dettaglio' è la difesa

Simone Eterno

Aggiornato 26/11/2015 alle 11:48 GMT+1

Così lontane in campionato, così diverse in Champions. Juventus e Roma, ovvero la seconda miglior difesa d'Europa e la peggiore in assoluto. In una comepetizione impronosticabile dove è il dettaglio la discriminante, Allegri e Garcia escono dalla due giorni di Champions ad umori opposti ma con le idee chiare: la differenza, ancora una volta, la fa chi subisce meno gol

2014-15 Juventus-Roma, Massimiliano Allegri, Rudi Garcia (AP/LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Non c’è altro modo di definirla: strana. Champions League, quella competizione che da quando ha preso questo nome – e cambiato formula – non è mai finita nella stessa bacheca per due anni consecutivi. Ci sono andate vicino la Juventus di Lippi e il Barcellona di Guardiola; ci hanno provato il Manchester United di Ferguson e il Real Madrid del Galacticos Zidane, Ronaldo, Raul… ma nulla. Mai due successi consecutivi.
E poi ci sono state le favole, le storie incredibili, che insieme ai loro successi hanno lasciato grandi interrogativi. Dal Liverpool 2005 di Benitez capace di arrivare davanti a tutti in Europa ma finire quinto in Premier League (costringendo la UEFA a cambiare le regole), al Milan di Carlo Ancelotti, che non sempre in Serie A toccava le note giuste, ma che sull’inno della Champions si trasformava in Gran Tenore.
Insomma, una competizione unica, dove da sempre siamo stati abituati a vederne di tutti i colori e che così, anche quest’anno, ci sta mettendo di fronte a tutte le sua ambiguità.
Prendete Juventus e Roma ad esempio. La due giorni appena terminata ci restituisce due squadre completamente diverse nello spirito, nel morale, nei risultati e nella consapevolezza dei propri mezzi. Eppure la nostra Serie A fin qui ci aveva raccontato cose opposte.
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Gigi Buffon - Juventus vs Manchester City - Champions League 2015/2016

Credit Foto LaPresse

Tanto impacciata in Serie A, quando arrogante – nell’accezione positiva del termine – in Europa. Il girone con City, Siviglia e ‘Gladbach era stato salutato da più parti come il peggiore d’Europa. Eppure la Juventus – questa Juventus – è riuscita a uscirne qualificata con un turno d’anticipo. Pensate, i bianconeri non ci riuscivano addirittura dalla stagione 2008/09. Tra le corazzate d’Europa la Juve si è ritrovata grande andando a guardarsi nell’animo e riscoprendosi più convinta che mai con il 3-5-2. Già, proprio quel modulo con cui si pensava non si potesse vincere all’estero, che era stato modificato con successo nella scorsa stagione e che è invece ricomparso, quest’anno, nel momento di maggiore difficoltà. Un ritorno di successo. Dopo 5 giornate di Champions League – di cui 3 affrontate con la difesa a 3 – i bianconeri hanno incassato solo due gol in 5 partite, risultando seconda miglior difesa del torneo dietro al solo PSG; e restituendo ad Allegri delle certezze che gli 11 gol subiti in campionato, insieme alle 4 sconfitte nelle prime 10 giornate, avevano minato.
Dall’altra parte, come una nemesi, c’è la Roma di Garcia. Tanto spumeggiante in Serie A – 29 gol fatti, miglior attacco della lega – quanto molto meno incisiva in Champions. Ma soprattutto fragile. Troppo fragile. Al contrario della Juventus i giallorossi hanno incassato un totale di 16 gol in 5 giornate, risultando i peggiori d’Europa persino dietro a quel Maccabi Tel Aviv fermo a 5 sconfitte, zero punti e quindici gol subiti. Uno in meno dei giallorossi. Certo, di mezzo c’era il girone col Barcellona del tridente più forte della storia del calcio, ma Garcia e la sua fase difensiva sono risultati un colabrodo che non può reggere sul lungo periodo… e questo nonostante nell’ultima in casa contro il Bate Borisov – fondamentale nel fermare i tedeschi del Bayer Leverkusen – basterà un misero pareggio.
Insomma, nella “competizione dei dettagli” (cit. José Mourinho), pare stia venendo fuori ancora una volta che quello più importante sia, ancor prima dei gol e dello spettacolo, il “non prenderle”.
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Massimiliano Allegri, Rudi Garcia, Juventus, Roma

Credit Foto LaPresse

Un tratto comune, questo sì, che lega la tanto impronosticabile Champions League ai maggiori campionati europei; e che al tempo stesso ci restituisce una chiave di lettura importante per la nostra Serie A. Le domande sono semplici: Allegri avrà finalmente trovato la quadratura? La Juventus riuscirà a risvegliarsi Signora anche il mattino dopo? Garcia avrà imparato la lezione? La Roma riuscirà a darsi una registrata anche a livello difensivo? Dalle risposte a questi quesiti – Napoli e Inter permettendo, naturalmente – passano anche le strade dello Scudetto.
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