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Roma, occhio al Bate, vecchio incubo di Rudi Garcia
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Pubblicato 29/09/2015 alle 08:00 GMT+2
I giallorossi testano il prato della nuovissima Borisov Arena quella debacle ai tempi di Lille. Viaggio in un calcio, quello bielorusso, dominato da anni dal club dei pezzi di ricambio per automobili ed extra nazionalizzato dalle severi leggi di Lukashenko. Con quel figliol prodigo: Alexander Hleb, tornato romanticamente nel club che lo aveva spinto verso Arsenal e Barcellona
Esultanza Bate Borisov, Bayer Leverkusen-BATE, Imago
Credit Foto Imago
La Roma testa l'erba della Borisov Arena, lo stadio più giovane della Champions League. In molti la definiscono un capolavoro del design concepito da architetti sloveni, in cui i posti a sedere - non molti, poco più di 13 mila - sono il cerchio concentrico di un rivestimento metallico fatto di giganteschi buchi che, in teoria, dovrebbero rimandare agli esagoni neri di un pallone da calcio ma che in pratica fanno pensare a una fantasia maculata o al formaggio svizzero. Ma non è questo il punto. O forse sì, è proprio quello di partenza per capire ciò che il Bate Borisov, ormai certo dell'ennesimo titolo nazionale e prossimo avversario dei giallorossi di Rudi Garcia, rappresenta in Bielorussia in cui, in questi giorni, l'aria s'è fatta ulteriormente pesante essendo alle porte le nuove elezioni presidenziali del prossimo 11 ottobre...
La piccola arena di "contenimento"
Inaugurata il 3 maggio 2014 dalla finale di coppa nazionale tra Neman Grodno e Shakhtyor Soligorsk, la Borisov Arena ha finalmente permesso al Bate di avere la propria casa anche in Champions dopo anni allo Stadio Dinamo, di Minsk. Perché solo 13mila posti? Per tanti motivi, tutti inquietanti. Due su tutti: la Bielorussia è tra le ex repubbliche sovietiche più povere, la più povera - insieme alla Moldavia - in Europa (la gente non ha certo i soldi per permettersi un biglietto per un match di Champions, né per uno in cui gioca la Nazionale, migrata dalla classica location di Minsk). E poi perché il calcio (e lo sport in generale), da queste parti, ha una valenza ambigua: da una parte deve servire ad onorare la bandiera di Stato ma, allo stesso tempo, più il palcoscenico è importante più il rischio di esprimere la propria opinione aumenta. Vietati gli striscioni, da queste parti. Vietato ogni cartello in lingua inglese: le forze dell'ordine non lo capiscono e qualsiasi messaggio potrebbe contenere dissenso nei confronti di Aleksandr Lukashenko, l'ultimo dittatore d'Europa - come lo chiamò Condoleeza Rice - travestito da presidente della Repubblica.
Il club dei pezzi di ricambio
Lukashenko ha fatto sì che si tornasse alla servitù della gleba imponendo ai contadini di abbandonare le aziende agricole (tutte in mano allo stato), manovra tacitamente l'intera economia industriale solo all'apparenza privata, arresta sistematicamente ogni manifestante e ha bloccato i social network per impedire il diffondersi di movimenti d'opposizione. I giornalisti stranieri, per lavorare, devono chiedere un permesso per tutto. Ma ha piazzato la prima pietra delle fondamenta della Borisov Arena e certo non ha trovato un nemico nel magnate dei pezzi di ricambio per le automobili Anatoli Kapski, presidente del Bate (letteralmente Borisov Automobile Technical electronic Equipment).
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Tifoso Bate Borisov, Imago
Credit Foto Imago
Una macchina che va più forte della Dinamo: e Rudi lo sa...
Borisov è una città di 147mila abitati nel cuore del paese e nell'oblast di Minsk, a 80 km dalla capitale. Il "suo" Bate ha definitivamente sconfitto l'egemonia della Dinamo Minsk con 11 titoli conquistati dal 1999 a oggi. Facciamo 12, visti i 12 punti di vantaggio sul team capitolino a 5 giornate dal termine. Proprio il club gialloblù è riuscito nell'impresa proibita alla Dinamo, rimasto con 7 titoli nazionali nel palmares: qualificarsi e fare punti nei gironi nella nuova Champions League. E che punti: il primo arrivò contro la Juve nell'autunno 2008 all'esordio nella massima competizione continentale (coi bianconeri pareggiarono, poi, anche nel match di ritorno nel gruppo che comprendeva anche Real Madrid e Zenit San Pietrobugo). Indimenticabile fu, poi, nell'edizione 2012-2013, la vittoria in casa per 3-1 contro il Bayern Monaco (poi vincitore della coppa) che arrivo poco dopo il successo in trasferta con medesimo punteggio contro il Lille. Sulla cui panchina sedeva proprio Rudi Garcia.
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L'esultanza dei giocatori del Bate per il successo sul Lille di Garcia nella Champions 2012-2013
Credit Foto AFP
Pochi stranieri e l'idolo tornato a casa
Guidato da mister Alyaksandr Yermakovich, il Bate non è lo Shakhtar Donetsk, per intendersi. Nel senso che le sue fortune non sono legate agli stranieri. Lukashenko, infatti, ha nazionalizzato anche il calcio: solo52 giocatori, nella Vysshaya Liga, sono forestieri, di cui 24 della vicinissima ucraina e tanti altri appartenenti alle ex repubbliche sovietiche. L'idolo assoluto fu l'attaccante Vitali Kutuzov, portato in Italia dal Milan - prima squadra ad affrontare il club giallobù - nell'estate 2001 la cui carriera calcistica si chiuse con la squalifica nella vicenda calcioscommesse all'epoca di Bari. Per lui, nel 2013, se ne aprì un'altra come portiere di hockey su ghiaccio tra i Diavoli Rossoneri di Sesto San Giovanni. Il suo posto nel cuore del tifo bielorusso fu preso ben presto dal jolly di centrocampo Alexander Hleb da Borisov partito e a Borisov tornato, quest'estate, dopo le gratificanti esperienze di Arsenal, Barcellona, Stoccarda, Birmingham City e Wolfsburg. Preliminari con Videoton e Partizan passati con qualche difficoltà , ma come sempre passati: poi, la larga sconfitta (4-1) nella prima partita del girone contro il Bayer Leverkusen. Con Hleb, in campo, c'è anche il difensore centrale della nazionale lettone Kaspars Dubra, che a Eurosport spiega: "Ogni match di Champions, per noi, è come se fosse il primo: pensare di marcare gente come Messi, Totti e Dzeko fa venire la tremarella alle gambe. E le emozioni, al solo pensiero, si moltiplicano". Non dovrà marcare né Totti, né Dzeko e neppure Messi, guarda caso, infortunatisi tutti durante l'ultimo weekend. Ma avrà comunque di che emozionarsi. Rudi Garcia, tuttavia non si fida e ne ha ben donde. Ripensando a Lille...
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La probabile formazione del Bate Borisov contro la Roma, Champions League 2015-2016
Credit Foto Eurosport
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