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Le 5 verità che ci ha lasciato Napoli-Real Madrid

Enrico Turcato

Pubblicato 08/03/2017 alle 07:44 GMT+1

Gli azzurri devono imparare da questo tipo di sconfitte: possono crescere. Il Real esce vittorioso, ma con alcuni (grandi) dubbi difensivi. E Ramos risulterá sempre il "salvatore della patria"? Koulibaly a livello internazionale ha palesato ancora limiti, De Laurentiis rischia troppo spesso di "rovinare" serate di calcio fantastiche

Sergio Ramos Napoli Real Madrid 2017

Credit Foto LaPresse

1 - Napoli: queste sconfitte servono a crescere

Sicuramente la formazione campana esce con una dose consistente di autostima dalla doppia sfida contro il Real. Soprattutto dopo aver giocato i primi 45 minuti della gara di ritorno ad un livello da big europea. Le differenze, però, con chi ora è considerato al top sono ancora evidenti. E questo tipo di sconfitte devono servire al Napoli per crescere, imparare e migliorare. In Champions fanno la differenza i dettagli, come le marcature su un corner o i gol da segnare quando viene concessa la minima occasione. Gli azzurri qualche piccola imprecisione la commettono sempre. Ed è un attimo rovinare serate iniziate benissimo. Prendere appunti, studiare, applicare in futuro. Così si diventa grandi.

2 - Occhio Real, perché la fase difensiva è difettosa

Il Real ha già incassato 12 gol in questa Champions, esattamente il doppio di quelli subiti in tutta la scorsa trionfale campagna europea (6 in totale, quando vinsero il trofeo a Milano). Enormi problemi in fase difensiva: linee sempre scoperte tra difesa e centrocampo, mai un ripiegamento dei tre attaccanti, poca coordinazione tra i due centrali Ramos e Pepe e i due laterali difensivi Marcelo e Carvajal. Prima o poi queste disattenzioni, questi problemi, questi automatismi che non funzionano si pagano, soprattutto in una competizione come la Champions League. Qui vince chi è più solido e il Real ora non lo è.
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Dries Mertens Napoli Real Madrid 2017

Credit Foto LaPresse

3 - Kalidou Koulibaly non è un difensore di livello internazionale

Altra prestazione negativa e non è la prima in campo internazionale. Un difensore che ha stratosferiche doti fisiche, ma che non appena perde concentrazione rischia sempre di combinare disastri. Il secondo gol di Ramos, per quanto lo spagnolo sia un autentico fuoriclasse sul gioco aereo, vede Koulibaly leggere in ritardo la traiettoria del pallone. Nel primo tempo aveva perso un pallone sanguinoso a metà campo e si era fatto superare da Ronaldo in occasione del palo. Amnesie continue che ne limitano la valutazione. Per adesso non è un difensore di livello europeo, uno per i quali vale la pena spendere decine di milioni.

4 - Sergio Ramos, il castigatore: l'amuleto del Real e di Zidane si ripeterà in eterno?

Ancora un gol di testa, ancora un gol decisivo, ancora provvidenziale. Sergio Ramos è probabilmente il miglior difensore-goleador degli anni 2000. Un leader, un vincente in grado di risolvere le situazioni più intricate e di "salvare" spesso la propria squadra nel momento più opportuno. Stavolta la rete determinante non è arrivata come in passato nei minuti finali, ma ad inizio ripresa, quando il Real ne aveva più bisogno. Quando Zidane, ormai stralunato nel vedere i suoi rincorrere i giocatori del Napoli, stava meditando di cambiare qualcosa. La domanda si pone spontanea: ma questa concatenazione astrale di eventi durerà per sempre? Sarà in eterno così? O prima o poi arriverà una partita nella quale non ci sarà un colpo di testa di Sergio Ramos a togliere le castagne dal fuoco per il Real?

5 - Tifosi super, San Paolo eccezionale, De Laurentiis sempre fuori luogo

In una serata magnifica dal punto di vista del tifo, con un San Paolo luccicante, un'atmosfera stupenda e un comportamento eccellente sia del pubblico che de giocatori in campo, ci ha pensato come sempre Aurelio De Laurentiis a rovinare tutto. In un modo, se vogliamo, addirittura peggiore di quello nel post-partita di Madrid. Noi non facciamo parte della lunga schiera (il presidente partenopeo dixit) "di giornalisti del Nord che odiano il Napoli" e non crediamo minimamente che la "Gazzetta possa odiare" il Napoli, però ci limitiamo a due chiare considerazioni. Primo: con un atteggiamento del genere si fomentano vittimismi tra tifosi, malesseri, malumori e sentimenti negativi in una piazza che ama il calcio e lo ha dimostrato ancora una volta. Secondo: con una mentalità di questo tipo è davvero difficile poter ipotizzare un Napoli grande e vincente, soprattutto in Europa. Napoli è una grande città, vanta un grande club, ha tifosi unici e merita di essere guidata da una persona che sappia gestire la tensione post-partita e che non rilasci in continuazione dichiarazioni al veleno che ne penalizzino la stima.
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