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Il mercoledì da leoni di Dzeko e Kolarov, i simboli della nuova Roma

Mattia Fontana

Pubblicato 19/10/2017 alle 11:47 GMT+2

Il bosniaco si prende nuovamente le copertine con una doppietta da urlo, mentre il serbo si conferma uno degli acquisti più azzeccati della scorsa estate: anche grazie a loro, Di Francesco può continuare il proprio percorso di crescita sui binari giusti.

Edin Dzeko, Aleksandar Kolarov, Chelsea-Roma, Imago

Credit Foto Imago

Da Londra - Alla fine, lo sguardo era quello incredulo. Dei giornalisti inglesi, insolitamente a caccia di colleghi italiani per carpire informazioni sulla squadra che aveva appena fermato il Chelsea e rispondere con un sincero “very good match”. Lo stupore anche della stampa nostrana, trovatasi di fronte all’improvviso a un’esplosione giallorossa. E anche dei tifosi romanisti, quelli che più delle altre parti in causa si erano resi conto dei progressi fatti registrare in questo primo trimestre di Di Francesco. Uno stupore contornato da due certezze: le prestazioni di altissimo livello di Kolarov e Dzeko.

Una dolce prima volta

Alla vigilia, aveva fatto notizia con un’intervista al Guardian nella quale spaziava dall’infanzia nella Bosnia devastata dalle bombe al malessere attualmente suscitato dalle critiche da social network. “Ma come fanno a dire che non mi impegno abbastanza?”, più o meno questo il sunto delle parole di Dzeko. In campo, ha fatto la differenza segnando due reti dal peso specifico incalcolabile. Ma, ancor di più, lottando su tutto il fronte d’attacco con un’intensità che non aveva messo in mostra forse nemmeno nei giorni migliori in Premier League. Certo, segnare per la prima volta contro il Chelsea era un obiettivo. Eppure, ancor di più lo era mettere definitivamente nell’armadio quel pizzico di scetticismo sul piano tattico di Di Francesco suscitato nel post-partita con l’Atletico. I critici non dimenticheranno il terzo gol mancato (probabilmente il più facile della serata), altri non potranno fare a meno di domandarsi quanto potrà leggere su certi ritmi. Ma Dzeko ha dimostrato di poter fare molto altro oltre a segnare. E, questo, è determinante per i successivi sviluppi del piano di gioco giallorosso.

Kolarov, il miglior acquisto

Lui ha convinto tutti e lo ha fatto da subito. Divenendo l’unico giocatore trasferitosi in estate a segnare nella prima giornata di Serie A e prendendosi carico della fascia sinistra senza mai un’incertezza. Kolarov è divenuto immediatamente un pilastro a cui appoggiarsi quando lo scetticismo su Di Francesco era il verbo imperante. E, come è giusto che sia, ora che le cose vanno bene può prendersi il lusso di andarsene da Stamfrord Bridge con un gol e un assist a referto. Guardando quanto è stato pagato da Monchi, sarà difficile trovare un altro acquisto più azzeccato. E non necessariamente nella Capitale.

Se i rimpianti non mancano

Lo stupore suscitato da una Roma capace di schiacciare il Chelsea dall’inizio fino all’ultimo secondo del recupero è però una sensazione che va di pari passo con un insospettabile rimpianto. Perché sì, per il gioco espresso e per come si era messa la partita (ovvero sul 2-3) è naturale pensare che, senza gli errori di Juan Jesus, Bruno Peres e Fazio (partita memorabile, lancio per Dzeko compreso, ma dormita sul 3-3 di Hazard) sarebbe andata diversamente e, oggi, Di Francesco si sarebbe risvegliato con gli ottavi in tasca. Rimpianti, sì. Ma sani. E mitigati dalla consapevolezza di un percorso di crescita ormai ben avviato. Nonostante i malanni dei Blues, partite del genere non nascono per caso.
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