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Juventus, i punti deboli che l'Atletico Madrid ha mascherato all'andata vanno sfruttati allo Stadium

Eurosport
DaEurosport

Aggiornato 12/03/2019 alle 07:48 GMT+1

Il 2-0 del Wanda Metropolitano ha offuscato i limiti della squadra di Simeone che, qualora i bianconeri dimostrassero di aver imparato la lezione, potrebbero rivelarsi fatali nel match di ritorno allo Stadium.

Wojcech Szczesny e Giorgio Chiellini esultano dopo una bella chiusura in Atletico-Juventus, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Per il funerale c'è ancora tempo. Il 2-0 dell'Atletico Madrid sulla Juventus ha gettato i bianconeri nello sconforto tre settimane fa, ma proprio la gara d'andata deve servire per trovare le armi per ribaltare la situazione.

La rosa corta

I risultati spostano i giudizi e i Colchoneros sono sembrati invulnerabili, quasi imbattibili, al Wanda Metropolitano. In realtà, i madrileni di Simeone hanno fatto bene il loro lavoro, come da copione, ma i difetti ci sono e sono stati coperti dalla serata negativa degli uomini di Allegri. Il primo di questi è la rosa corta. Filipe Luis e Lucas Hernandez sono fuori causa per infortunio, mentre Diego Costa e Thomas sono squalificati. Il Cholo non ha grandi frecce al suo arco - cosa di cui si è lamentato parlando del gap con la Juventus - e alcuni titolari spremuti in questi mesi dovranno stringere i denti.

Le corsie esterne. E senza Diego Costa...

Juanfran, ad esempio, non è al meglio e le corsie esterne (dall'altra parte dovremmo vedere Arias) non sono così impermeabili. La Juve, con Cancelo e Bernardeschi, potrebbe creare presupposti interessanti al cospetto dei terzini di Simeone. Se la difesa non è d'acciaio come sembra, l'assenza di Diego Costa non va, al contempo, sottovalutata. Si è divorato un gol all'andata, è vero, ma è un giocatore chiave nella fase offensiva dei Colchoneros: è capace di allungare la propria squadra, tenendo impegnata l'intera difesa avversaria e permettendo rapide ripartenze. Queste caratteristiche non appartengono, invece, al DNA di Morata, come dimostrano gli anni in bianconero, quando giocare spalle alla porta per il centravanti iberico era un grosso limite.
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Juanfran e Cristiano Ronaldo lottano in Atletico Madrid-Juventus al Wanda Metropolitano

Credit Foto Getty Images

La velocità scardina le certezze difensive

L'Atletico è solido e gioca con grande sapienza tattica, ma preso in velocità può andare in affanno. Gli spagnoli faranno di tutto per spezzare il ritmo e per portare l'ostruzionismo all'esasperazione (in bocca al lupo all'arbitro Kuipers), ma le giocate degli esterni e gli inserimenti dei centrocampisti bianconeri potrebbero scombussolare la rigida disciplina del pacchetto arretrato avversario, aprendo lo spazio a Cristiano Ronaldo.

La paura bussa sempre alla porta dell'Atletico Madrid

Insomma, chi sostiene che l'Atletico Madrid sia solo non gioco cade in un errore grossolano, ma allo stesso tempo non bisogna estremizzare il concetto in senso opposto. C'è, infine, una componente psicologica che nel calcio può fare tutta la differenza del mondo. I Colchoneros storicamente soffrono di braccino, per usare un termine tennistico, e non sanno reggere la pressione nelle grandi serate europee, soprattutto quando si avvicinano alla meta. Non a caso, è la formazione che è arrivata più volte in finale di Coppa dei Campioni/Champions League (tre) senza vincerla. Questi tarli - Madama ne sa qualcosa - non sono facili da cancellare dalla testa.
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