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L'anti-spettacolo di Mourinho e Allegri: quando la filosofia è nel risultato

Simone Eterno

Aggiornato 23/10/2018 alle 15:14 GMT+2

Manchester United-Juventus si prospetta come la sfida tra i due massimi teorici contemporanei 'del risultato'. Mentre Mourinho però è già aggrappato alla Champions, Allegri si gode il palcoscenico e il bis con Mou a 8 anni di distanza dall'unico incrocio. A Old Trafford una sfida che promette "spettacolo" nell’altra accezione possibile: vedere chi dei due, riuscirà a fregare l’altro.

José Mourinho, Massimiliano Allegri

Credit Foto Getty Images

I due, non è un grande mistero, non hanno mai fatto dello spettacolo il proprio credo. “Se volete lo spettacolo andate al circo”, tuonò un po’ di tempo fa un Massimiliano Allegri stizzito dalle critiche, “Che cosa vuol dire spettacolo?” chiedeva ironico José Mourinho ai tempi della contrapposizione tra il suo Real Madrid e il Barcellona di Pep Guardiola.
Pragmatismo, studio degli avversari, capacità di adattamento, tecniche motivazionali, sono gli altri approcci con cui si può vincere nel calcio e José Mourinho e Massimiliano Allegri sono forse i due principali interpreti dell’epoca contemporanea. Alla filosofia preferiscono il risultato, un credo per cui a volte – si può anche dire anche ‘molto spesso’ – l’intrattenimento passa in secondo piano.
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Massimiliano Allegri - Juventus-Genoa - Serie A 2018-2019

Credit Foto Getty Images

Le logiche sono quelle di una risposta la più rapida e più pragmatica possibile al problema di arrivare dal punto A al punto B. C’è chi preferisce affrontare le difficoltà del viaggio affidandosi a una metodica strategia da applicare sempre e comunque allo stesso modo, certi che la metodologia sia vincente e porterà fino al traguardo; e c’è chi il viaggio lo intraprende più ‘alla giornata’, consapevole di avere le armi per cavarsela in qualche modo in tutte le situazioni. Se Guardiola, Klopp, Sarri appartengono al primo gruppo, Mourinho e Allegri sono senza dubbio i massimi teorici del secondo approccio.
Ecco perché il loro nuovo incrocio europeo sulle panchine di due big d’Europa (il primo nella fase a gironi della Champions League 2010/11, con Mourinho al Real e Allegri al Milan – vittoria Mou a Madrid, pareggio 2-2 a San Siro), è una delle sfaccettature più interessanti di Manchester United-Juventus.
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Allegri e Mourinho

Credit Foto AFP

Il percorso di Allegri – all’epoca ‘novellino’ del palcoscenico internazionale – restituisce 8 anni dopo un allenatore con due finali di Champions League conquistate e 4 Scudetti consecutivi, oltre che due rocambolesche eliminazioni al termine di quelle che probabilmente sono state le sue due migliori interpretazioni in Europa: Monaco di Baviera 2016, Madrid 2018.
Mourinho, di contro, qui in mezzo in Champions non si è mai più spinto così in là. A Madrid mai oltre la semifinale; così come a Londra col Chelsea. Qui dentro anche due titoli nazionali, certo, ma il guizzo fino all’ultimo atto non si è più visto e a Manchester vive un momento di grande tensione mediatica (stemperata, in parte, solo nelle ultime due settimane). Il portoghese infatti non è riuscito a riportare al vertice il Manchester United; e se si esclude l’Europa League vinta due anni fa a Stoccolma – oltre che trofei nazionali ‘minori’ – vive quello che probabilmente è il suo peggior momento storico.
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2017, Jose Mourinho, UEFA Europa League, Getty Images

Credit Foto Getty Images

I Red Devils infatti sono reduci dalla peggior partenza in Premier League dalla stagione 1989/90 e visto anche il ritmo imposto dal trio City, Liverpool e Chelsea, al 23 di ottobre sono già aggrappati alla Champions come unica ancora di salvezza possibile e plausibile della stagione. Un appuntamento che Mourinho gioca con un po’ più di pressione, se non altro in termine di risultati. E questo già a partire dal match di stasera.
United e Juventus non sono certo in difficoltà nell’ottica del passaggio del turno, ma la sfida, oltre al chiaro prestigio e una mezza cambiale per gli ottavi (soprattutto in caso di vittoria dei bianconeri), è valida più che altro per il ‘momentum’. Mourinho cerca la vittoria prestigiosa per scacciare definitivamente le polemiche e ridare ossigeno alla sua stessa figura, che nelle settimane precedenti è stata a tratti sott’acqua – culmine massimo nella conferenza stampa pre-Newcastle convocata dal portoghese alle 8 del mattino e durata 3 minuti.
Allegri invece vuole provare a rimettere in moto subito la macchina, bloccatasi inaspettatamente col Genoa per via di superficialità e distrazioni immediatamente evidenziate dal tecnico nel post partita. Il pericolo infatti è sempre lo stesso: ovvero che il pragmatismo, ritraducibile nell’evidente volontà della Juventus di gestire la gara una volta passata in vantaggio, rischia di portare alla pigrizia di dormire sui propri allori. Aspetto non secondario e già visto in precedenza in passato, anche se spesso nascosto dalla singola giocata in grado di ribaltare sorti della partita e conseguenti analisi di questa.
Ciò che vedremo, dunque, potrebbe essere qualcosa di assai ben diverso da quello scontro che ha portato ad esempio Sarri e Klopp a scambiarsi sorrisi durante Liverpool-Chelsea; ma il ben più aspro terreno di due squadre che proveranno a superarsi senza badare troppo alle apparenze; consapevoli, come sempre, che il risultato sarà più importante della giocata, che ai fuochi d’artificio si preferirà la più modesta pacca sulle spalle per aver eventualmente ‘fregato’ l’avversario ancora una volta. Un altro modo di vivere e intendere una partita di calcio. Quello di Mourinho e Allegri. Meno pirotecnico, ma non per questo meno interessante.
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