Roma, incidente alla metro: Procura indaga per disastro colposo. Tifosi CSKA contro media italiani
All’indomani del crollo della scala mobile nella metro, che ha provocato il ferimento di 24 tifosi del CSKA presenti a Roma per la sfida. La Procura procede per disastro colposo mentre i tifosi del CSKA su Twitter attaccano la stampa italiana: "Smettetela di dire bugie, non stavamo saltando. Domandatevi piuttosto perché l'Italia è uno dei dei posti più pericolosi dove andare in trasferta".
I tifosi del CSKA presenti a Roma, Getty Images
Credit Foto Getty Images
Disastro colposo e lesioni. E’ questa, stando a quanto riporta l'agenzia Ansa, l’ipotesi di reato che la Procura di Roma ha ipotizzato per il crollo della scala mobile della metropolitana Repubblica che ha provocato il ferimento di 24 tifosi russi del CSKA, di cui uno versa in in prognosi riservata e ricoverato in terapia intensiva post-operatoria al Policlinico Umberto I di Roma. I pm coordinati dal procuratore Giuseppe Pignatone, hanno ricevuto le prime informative dalle forze dell'ordine, e potranno disporre una consulenza tecnica al fine di ricostruire la dinamica dei fatti.
I tifosi del CSKA: "Non stavamo saltando, l’Italia è il posto più pericoloso dove andare in trasferta"
All’indomani del crollo dell Metropolitana Repubblica, continua a far discutere. Il primo cittadino romano, recatosi di persona a verificare la condizione dei tifosi feriti, si è affrettata a puntare il dito nei confronti dei tifosi del CSKA: “Mi hanno raccontato che stavano saltando sulla scala mobile, l’Atac ha comunque aperto un’inchiesta”. Un’accusa che i diretti interessanti hanno respinto in maniera sdegnata con un comunicato molto duro, postato attraverso il profilo Twitter CSKA Fans Against Racism:
Il bollettino della Questura: un arresto e 6 daspo per 5 tifosi russi
Un arresto, cinque denunce e due feriti nella tifoseria del Cska Mosca, 15 identificati tra i tifosi romanisti. È il bilancio delle tensioni verificatesi in città prima della partita di Champions League.Per quanto riguarda i servizi attuati nella serata di ieri in vista dell'incontro, scriva in una nota la questura, è opportuno precisare che tutte le indicazioni fornite dalla Questura e dal Consolato russo, nei giorni scorsi, ai tifosi del Cska Mosca, "sono state interamente disattese dalla tifoseria straniera". E questo senza considerare il grave incidente avvenuto in metropolitana che ha portato a oltre venti feriti molti dei quali tifosi russi.
Nonostante la predisposizione di idonei servizi, "nessuno dei tifosi ospiti ha raggiunto piazzale delle Canestre, individuato e segnalato, come di consueto, quale luogo di ritrovo da cui poi raggiungere in sicurezza lo stadio; gli stessi sono giunti allo Stadio alla spicciolata - prosegue il comunicato -.Pertanto, non si è mai verificata una vera e propria contrapposizione importante tra le due avverse tifoserie, ma si è registrata, durante l'afflusso, una commistione di tifosi nell'area limitrofa all'impianto sportivo e lungo le vie d'accesso, e isolate intemperanze". Nel corso di queste un tifoso russo è rimasto lievemente ferito, e dopo aver rifiutato le cure si è recato allo stadio per assistere all'incontro. Un altro tifoso russo, invece, è stato ricoverato, seppur non in gravi condizioni, presso l'ospedale Gemelli, per una ferita riportata.
Il 22 ottobre intorno alle 23.50 circa in via Marsala angolo via Vicenza personale della locale digos ha proceduto ad indagare in stato di libertà cinque tifosi russi resisi responsabili dei reati di lesioni personali. Mentre si trovavano all'interno della galleria principale della Stazione termini, si staccavano da un gruppo di 15 persone e con calci, pugni e cinghiate, aggredivano alcuni sottufficiali della guardia costiera, per poi fuggire a piedi. Rintracciati sono stati bloccati dalla Polizia di Stato che, dopo aver visionato anche le immagini registrate dalla sala operativa della stazione termini, e raccolto le testimonianze delle vittime, che hanno riportato 15 e 20 giorni di prognosi, ha riconosciuto le persone fermate come gli aggressori dei due militari.
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