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Juventus, qual è la formazione migliore? I dubbi di Sarri prima di Lione e Inter

Simone Eterno

Aggiornato 26/02/2020 alle 09:46 GMT+1

Con solo 2 formazioni titolari uguali ripetute per 2 volte su 35 uscite ufficiali in stagione, Maurizio Sarri è ancora alla ricerca della sua Juventus migliore. Se è vera però la teoria del 'meglio nel momento di necessità', Lione e Inter arrivano come la perfetta cartina tornasole per analizzare fin qui quanto detto e scritto sulla Juventus.

Sarri, Dybala - Inter-Juventus - Serie A 2019/2020 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Primo in classifica, in semifinale di Coppa Italia e con un passaggio del turno conquistato con due giornate d’anticipo in Champions League. Se il calcio fosse solo ed esclusivamente una mera questione di risultati, come si suol dire, le chiacchiere starebbero a zero.
Considerando però quanto successo al suo predecessore, Massimiliano Allegri, maestro assoluto o quasi in termini di ‘risultatismo’, la posizione di Maurizio Sarri alla Juventus è in qualche modo meno solida di quanto non dicano i numeri.
La questione, e ormai lo si va sottolineando da tempo, è più che altro nella misura della qualità del gioco: fin qui mai totalmente decollata. Una condizione legata inevitabilmente a doppio nodo alla natura stessa di Sarri, che però, fin qui, è sempre stato in grado – Lazio esclusa – di tirare fuori le partite migliori nelle serate considerate più importanti.
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Maurizio Sarri

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Atletico Madrid – a Madrid – a inizio stagione; Inter – a San Siro – qualche settimana dopo; sono probabilmente quelli i due picchi juventini fin qui lungo tutto l’arco della stagione. Ecco perché Lione, che diventa a oggi la partita più importante dell’anno per i bianconeri, sarà un termometro fondamentale per capire qualcosa in più della Juventus.

Juve involuta o è solo una questione di motivazioni?

Da una parte c’è infatti chi sostiene questa scuola di pensiero, ovvero che la Juventus non brilli perché non abbia voglia di brillare. Pancia piena dentro i confini nazionali, attenzione tutta rivolta alla Champions, questa teoria si basa più che altro sull’esperienza della rosa in campo e sposa un’idea che solitamente viene espressa così: “quando conteranno le partite, gli uomini giusti della Juventus verranno fuori”. E dunque Lione, da questo punto di vista, sarà una bella cartina tornasole per chi poco empiricamente sostiene questa scuola di pensiero. Tutti gli altri, sostanzialmente, preferiscono basarsi sul piano tattico.
E questo evidenzia, in qualche modo, tutti i “problemi” di Maurizio Sarri nel trovare fin qui una quadra tattica tra le tante opzioni a disposizione. La Juventus infatti si presenta al primo 'clutch' della stagione – Lione prima e Inter poi – senza aver trovato una “base solida”. Il virgolettato è d’obbligo, viste le premesse già espresse in apertura, ma se è vero che la squadra in qualche modo il risultato lo porta via spesso, altrettanto lo è che una ‘formazione tipo’ a Torino non è ancora stata trovata.
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La Juventus festeggia in casa dell'Atletico Madrid. Il 2-2 finale in settembre resta una delle migliori prestazioni stagionali dei bianconeri

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35 uscite ufficiali, solo 2 formazioni titolari uguali

Sarri ha sperimentato a lunghissimo, partendo dal 4-3-3, evolvendosi al 4-3-1-2 fino a ritornare, per una questione scissa tra necessità, duttilità e caratteristiche varie al 4-3-3 da cui era partito. Ciò che impressiona però, esattamente come nell’ultima stagione di Massimiliano Allegri, è che Sarri non abbia mai schierato lo stesso 11 iniziale più di due volte.
In 35 partite ufficiali tra campionato, Coppa Italia e Champions League, i bianconeri sono partiti con la stessa squadra solo in 4 occasioni. Egualmente scisse. Il 4-3-1-2 a inizio gennaio per le uscite contro Cagliari e Roma (2 vittorie); e il 4-3-3 contro Fiorentina e Verona di inizio febbraio (una vittoria e una sconfitta).
Juventus: 4-3-1-2 o 4-3-3?
Nella prima formazione Sarri ha provato a puntare su Ramsey in versione trequartista; nell’altra su un pallino che il tecnico aveva in qualche modo già fatto capire nella conferenza stampa di presentazione in luglio: Douglas Costa.
Ed è proprio la stagione disastrata del brasiliano, oltre che i tanti problemi fisici del gallese, ad aver probabilmente messo in crisi l’idea di fondo del gioco di Sarri, riscopertosi a Torino, tra necessità e virtù, più pratico che filosofo. Per qualità e caratteristiche Costa e Ramsey sarebbero dovuti essere gli uomini più ‘sarriani’ nelle applicazioni dei concetti insieme a Pjanic, ma i tantissimi problemi fisici di entrambi hanno complicato la vita – e le scelte – del tecnico bianconero.
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Sarri: "I tifosi della Juventus hanno diritto di essere a Lione"

Ramsey e Douglas Costa i "problemi", da lì rotazioni infinite

Sarri si è trovato così a sperimentare un’infinità di variabili: il tridentone ‘Dybala-Ronaldo-Higuain’; il centrocampo a trequartista ‘variabile’ con le opzioni Bernardeschi-Ramsey; Dybala stesso arretrato nella posizione dietro le punte. E poi la mediana, con gli esperimenti Bentancur mezzala-Bentancur regista; fino a dover fare di necessità-virtù dietro, dove la questione esterni – 3 di ruolo in tutta la rosa, Danilo e De Sciglio a destra e Alex Sandro a sinistra – hanno costretto il tecnico ad abbassare Cuadrado quando ne ha avuto bisogno, salvo poi riproporlo nel tridente nelle ultime settimane dopo l’infortunio di Douglas Costa e con un Higuain in calo dal punto di vista della condizione.
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Da sinistra a destra le maglie di Ramset, Dybala e Douglas Costa: 3 dei punti tattici chiave nelle rotazioni di Sarri

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Lione e poi Inter: il primo momento della verità

Questa la mera cronaca della Juventus fino a questo momento della stagione; e questa di fatto la situazione in cui si presenta a Lione, dove dopo 35 partite stagionali l’undici iniziale resta ancora una nebulosa. Le ultime uscite, nel 4-3-3 senza Pjanic e con Bentancur a prenderne le veci; e con Ramsey nel suo ruolo naturale di mezzala, sono paradossalmente state le più convincenti. Sarà così anche contro i francesi?
Lo scopriremo tra poche ore. E poi di nuovo domenica sera con l’Inter, quando Sarri avrà di fatto con i recuperi di Pjanic e Khedira a disposizione praticamente tutta la rosa (a esclusione di Douglas Costa). Perché questi, di fatto, diventato i due appuntamenti più caldi fin qui dell’anno bianconero. E dall’undici iniziale più il risultato finale avremo in qualche modo una risposta per tutti: scopriremo infatti se Sarri avrà trovato il bandolo della sua matassa, ma soprattutto se i bianconeri avranno fin qui bleffato, tirando fuori davvero il meglio quando più contava.
Al campo il compito di rispondere e chiarire le idee. A tutti.
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Sarri: "Alla Juventus non vedrete mai un'organizzazione collettiva come in altre mie squadre"

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