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Champions League, Juventus - Barcellona 0-2 - Chi è Pedri, il 17enne che si è preso i Blaugrana

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 28/08/2022 alle 11:06 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE - Ha solo 17 anni, ma tutto il mondo è già ai suoi piedi. Contro la Juventus ha giocato una partita di sublime qualità, confermando le impressioni mostrate contro Real Madrid e Ferencvaros. Si chiama Pedro González López, ed è pronto a prendersi gli applausi di tutto il mondo.

Pedri in mezzo a Cuadrado e Bentancur

Credit Foto Getty Images

Serata difficile per i tifosi juventini quella di mercoledì 28 ottobre. La netta sconfitta contro il Barcellona di Koeman ha fatto capire quanto i bianconeri siano ancora indietro rispetto ai catalani - e quello di scena all'Allianz Stadium non era neppure il miglior Barcellona. La squadra blaugrana, proprio come quella piemontese, sta vivendo un periodo di cambiamento, ma nonostante questa transizione in seno al club è esplosa una new wave molto talentuosa.
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Pedri durante Juventus-Barcellona di Champions League

Credit Foto Getty Images

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Pedri, il 17enne che studia da Iniesta

Sicuramente il nome di Ansu Fati è quello che ha fatto più rumore nella scorsa stagione, ma il 2002 nato a Bissau non è solo. Vicino a lui, a piccoli passi, si è fatto largo un coetaneo altrettanto ambizioso: si chiama Pedro González López, ma per tutti è Pedri. Mercoledì sera ha dominato la partita contro la Juventus, finendo come uno dei migliori in campo. Una recita che sarebbe stata degna degli applausi, se solo ci fosse stato il pubbblico. 66 tocchi totali, 95% di passaggi completati, 5 dribbling riusciti sui 6 tentati (Cuadrado ne sa qualcosa), 10 contrasti vinti e 6 palloni recuperati. Assolutamente dominante nella connessione con Jordi Alba e nel cercare continuamente Leo Messi, che ricambiava il feeling. Applaudito da tutti: tifosi, avversari e critica.

Un leader

"È nata una stella". È stato questo il primo commento dei giornalisti presenti all'Allianz Stadium. Una stella molto luccicante, che qualcuno conosceva già. Rocco Maiorino, ex direttore sportivo del Milan e del Las Palmas (società che ha battezzato Pedri), parlando con il portale Tuttomercatoweb ha detto:
"Durante il primo allenamento abbiamo visto che era speciale. Nel suo primo torello non è mai andato al centro, era qualcosa di insolito. Più passava il tempo, più capivamo di trovarci di fronte a un ragazzo umile, intelligente, che non sbagliava mai, in nessuna posizione o situazione. Non è stato difficile integrarlo nella squadra. Non ha ancora la personalità per essere un leader, è dal novembre 2002, ma tutti in campo lo hanno riconosciuto. Nei momenti di difficoltà i suoi compagni lo cercavano". Proprio come ieri sera a Torino.
La stampa spagnola lo ha chiamato "el fichaje de la década" (il trasferimento della decade). Koeman, che lo vede tutti i giorni, ha sentenziato: "Pedri avrà un grande futuro al Barcellona"
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Un paragone intrigante ma scomodo

I colleghi spagnoli del Mundo Deportivo hanno commentato la prestazione di ieri sera con un termine piuttosto netto: "rivelazione". Qualcosa che, secondo loro, assomiglia ad partita già vista nel Trofeo Gamper del 2005. Davanti alla Juve di Capello (ieri come oggi ci sono sempre i bianconeri), un 18enne argentino fece strabuzzare gli occhi a tutti quanti. "Non avevo mai visto un ragazzo così giovane con questa qualità e personalità", disse Don Fabio. Il giocatore in questione era Leo Messi, e la storia la conosciamo tutti. Quindici anni dopo, la trama sembra ripetersi. Di fronte alla Juve di Pirlo è stato il canario a rubare la scena, e senza voler scomodare paragoni troppo scomodi, la storia è qua per essere interpretata.
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