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Champions League, i 3 errori che la Juventus non deve fare per eliminare il Porto

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 09/03/2021 alle 16:36 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - La formazione di Pirlo è al secondo crocevia stagionale. Dopo aver battuto la Lazio, confermandosi ancora in lotta per lo scudetto, i bianconeri affrontano l’esame-Porto nella gara di ritorno degli ottavi di Champions. Vietato sbagliare.

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Credit Foto Getty Images

Tornano le serate europee e torna in campo la Juventus di Andrea Pirlo. I bianconeri se la vedranno con il Porto nel ritorno degli ottavi di finale di Champions League. Il passivo dice 2-1 per la truppa di Conceicao, forte della vittoria nel match d'andata, ma l’impresa è tutt’altro che impossibile. Per passare servirà un classico 1-0 o una vittoria con due o più gol di scarto. Il 2-1, ovviamente, porterà ai tempi supplementari. Ci vorrà precisione, attenzione e grande fame di vittoria. Ma soprattutto, andranno evitati gli errori che (in parte) hanno condizionato la partita d’andata.

1) I regali solo a Natale

La reti di Marega e Taremi, che hanno sancito il doppio vantaggio portoghese, sono arrivate rispettivamente al secondo e al 46esimo minuto: la Juve non deve incappare nello stesso errore di approccio. Il Porto non ha una fase offensiva stellare, paragonabile a quella di Man City, Bayern Monaco o Liverpool, ma porta in dote il miglior attacco del campionato portoghese (47 gol in 22 partite) e nel girone eliminatorio ha segnato 10 gol in 6 partite.
Regalare situazioni, mancando l’impatto mentale o sbagliando situazioni tecniche come un passaggio in uscita o una difesa in superiorità numerica, sarebbe assolutamente mortifero. Il Porto farà gara d’attesa e ripartenze, ed è per questo che sbagliare vuol dire autosabotarsi. Dalla pulizia tecnica e dall’attenzione complessiva passeranno tante delle possibilità juventine.
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2) Fermarsi non paga

Come scritto sopra, il risultato di 1-0 sarebbe sufficiente per superare il turno e approdare ai quarti di finale. Un gol in 90 minuti: un’impresa tutt’altro che titanica. Soprattutto, approcciando bene la partita. Però, se c’è una cosa che l’Europa ci ha insegnato, è proprio che fermarsi e conservare il punteggio è una tattica che non paga. O almeno non paga più.
Se la Juve vuole passare (e sicuramente lo vuole), deve attaccare con rabbia, creare occasioni a dismisura, giocare offensivo e pensare proattivo. Insomma, una partita d’attacco. Il Porto offrirà la classica polpetta avvelenata facendo grande densità nella zona centrale, ma la Juve ha gli strumenti per aprire la scatola difensiva fin da subito. Se dovesse arrivare il vantaggio, guai a fermarsi.
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3) La gestione dei cambi

Così come per la partita d’andata, Pirlo dovrà convivere con alcune defezioni pesanti. Tra un de Ligt sulla via del recupero, Dybala alla prese con il ginocchio, Bentancur fermo causa covid e Danilo squalificato, l’allenatore bianconero dovrà preparare un 11 titolare leggermente rimaneggiato. Però, nonostante queste assenze molto importanti, lo spazio per creare e modificare c'ètutto.
La partite europee vivono al loro interno di tante sotto-partite, ed è per questo che Pirlo non dovrà sbagliare la scelta dei cambi e le relative letture. Le notti europee sanno garantire una quantità di extra-energie, per cui anche i subentranti dovranno avere la mentalità giusta per incidere. Mai come stasera, sono tutti coinvolti.
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