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Champions League, Inter, lo Shakhtar due mesi dopo: l'unica costante è Lukaku

Matteo Zorzoli

Aggiornato 28/10/2020 alle 09:11 GMT+1

I nerazzurri ritrovano la squadra ucraina due mesi dopo il 5-0 in semifinale di Europa League. Antonio Conte insegue una vittoria che darebbe ossigeno dopo l'esordio opaco contro il Mönchengladbach, il bomber belga un record storico.

Romelu Lukaku dopo il gol nella roboante 5-0 allo Shakhtar Donetsk nella semifinale di Europa League, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Sono passati due mesi da Inter-Shakhtar Donetsk 5-0, la semifinale di Europa League che lo scorso agosto spalancò ai nerazzurri le porte della finale di Colonia poi persa contro il Siviglia. Le doppiette di Lukaku e Lautaro e il gol di D'Ambrosio furono l'apice della prima stagione di Antonio Contead Appiano Gentile: un segnale di forza e di dominio contro i brasiliani di Luis Castro (capaci di segnare 14 gol in tre partite a eliminazione diretta) che fece sognare tifosi e ambiente. Poi il k.o. contro Lopetegui e lo strappo tra tecnico e società, ricucito in fretta e furia nel vertice di Villa Bellini, il mercato con linee guida condivise (sì a veterani come Vidal e Kolarov, no a giovani in crescita come Tonali e Kumbulla) e, infine, l'inizio della stagione tra positività al Covid, nuove dinamiche e il solito protagonista, Romelu Lukaku.

Lukaku, la costante nerazzurra

Nell'estate del 2019 il gigante di Anversa è stato fortemente voluto da Conte che ne ha fatto il perno della squadra sia in termini di leadership che di gioco. Da quando è sbarcato in Italia, Romelu è il calciatore straniero che ha segnato più reti in Serie A, escludendo i calci di rigore. Con l'1-0 di Genoa-Inter, il belga ha toccato quota 22. Meglio di lui, considerando anche i bomber italiani, soltanto Caputo e Immobile (23). In questa stagione i suoi numeri sono ancora più impressionanti: 7 gol in 6 partite con un sigillo ogni 73 minuti. Una media che lo catapulta nell'èlite del calcio europeo alle spalle solo di Calvert Lewin (Everton), Son (Tottenham), Lewansowski (Bayern Monaco) e Kane (Tottenham).
Lukaku, numeri da top five
Martedì pomeriggio contro lo Shakhtar Donetsk cercherà di eguagliare un altro record della storia nerazzurra: finora ha segnato in ciascuna delle ultime tre partite di Champions e potrebbe diventare il quinto giocatore a segnare in quattro di fila nella competizione (dopo Vieri, Crespo, Eto'o e Lautaro).

Tanti dubbi, poche certezze

Se l'intesa tra Lautaro e Lukaku è il fiore all'occhiello e il filo conduttore nel passaggio tra la vecchia e la nuova Inter, dopo un mese di rodaggio gli altri reparti presentano ancora molto difetti. Al netto delle pesanti assenze causa Covid che hanno falcidiato i nerazzurri, la retroguardia è sembrata la zona del campo più in sofferenza: fino alla gara di Marassi, Handanovic ha dovuto raccogliere il pallone dalla porta almeno due volte (in media) ogni match. Troppe considerato che la difesa nerazzurra è stata la migliore dello scorso campionato. L'assetto a tre con Kolarov per ora ha deluso e la partenza di Godin ha caricato oltremodo de Vrij di responsabilità. Il rientro di Bastoni può ristabilire l'equilibrio in un 3-5-2 che deve ancora trovare gli interpreti inamovibili a centrocampo. L'unico che sembra aver dato certezze è Nicolò Barella, decisamente più in forma e più ispirato di Christian Eriksen, vero e proprio oggetto del mistero della rosa.
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Christian Eriksen

Credit Foto Getty Images

L'anniversario e la lunga astinenza

La sfida di Kiev è un crocevia della stagione dell'Inter: l'ambiguo pareggio contro il Borussia Mönchengladbach ha complicato il girone di Champions e una vittoria contro gli ucraini darebbe ossigeno in vista del doppio scontro diretto contro il Real Madrid, ancora a 0 punti dopo l'esordio shock proprio contro gli uomini di Castro. Due anni fa proprio a fine ottobre Steven Zhang s'insediava in corso Vittorio Emanuele II, nell'ex sede nerazzurra: per credere in una qualificazione agli ottavi che manca ormai da 9 anni serve una gara come quella di due mesi fa. Dallo Shakhtar allo Shakhtar: l'Inter è pronta a riprendere in mano il suo destino?
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