Champions League, le 5 verità di Manchester-Chelsea: Tuchel ha ribaltato i Blues, Guardiola sul banco degli imputati
Aggiornato 30/05/2021 alle 12:40 GMT+2
CHAMPIONS LEAGUE - L'arrivo in panchina del tedesco è coinciso con la svolta: i londinesi trionfano grazie a una difesa ferrea, solidità, organizzazione e brillantezza. Sugli scudi Havertz, Mount, ma anche uno straordinario Kanté. Guardiola sul banco degli imputati: le sue scelte non hanno convinto.
Manchester City-Chelsea, finale della Champions League 2020/2021 andata in scena allo stadio Do Dragão di Oporto, si è conclusa col punteggio di 0-1. Con questo risultato, i londinesi di Thomas Tuchel conquistano la seconda coppa della propria storia dopo quella del 2012. Gara arbitrata dallo spagnolo Antonio Mateu Lahoz. A decidere è stato un gol messo a segno verso la fine del primo tempo da Kai Havertz. Di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la sfida.
1) Tuchel ha cambiato la stagione del Chelsea
Se lo sarebbero attesi in pochi. In pochissimi avevano previsto la qualificazione del Chelsea contro il Real Madrid, in pochissimi avevano puntato sul trionfo finale dei Blues a Oporto. Eppure la formazione di Thomas Tuchel ha sovvertito ogni pronostico. E il merito principale va proprio a lui, all'allenatore tedesco, arrivato a Londra a stagione in corso dopo aver rotto col PSG. Bravissimo, Tuchel, a ridare fiducia a uno spogliatoio abbacchiato per i risultati scadenti della prima parte di stagione, condotta da Frank Lampard. L'ex Borussia ha imposto un nuovo modulo, un 3-4-2-1 poco inglese, un'organizzazione quasi meccanica e una solidità difensiva a tratti disarmante. Come dimostrano i dati della fase a eliminazione diretta di Champions League: appena due reti subite in 7 partite. Chapeau.
2) Guardiola finisce sul banco degli imputati
Le sorprese non sono mancate già all'annuncio della formazione ufficiale del City: Cancelo in panchina, Rodri in panchina, Gundogan regista, Zinchenko titolare. Una serie di scelte cervellotiche che non ha pagato, come ha dimostrato ad esempio la dormita dell'ucraino in occasione del gol di Havertz. Non ha pagato la scelta del centrocampo. E non ha pagato la scelta di rinunciare nuovamente a una punta pura, come ha spessissimo fatto in questa stagione, in virtù della tesi secondo cui “il vero centravanti è lo spazio”. Il problema è che di spazio il City non ne ha mai trovato. E quando la partita si è fatta improvvisamente in salita, Guardiola non ha trovato alternative al solito gioco. Il numero di palle gol create, assolutamente risicato, è lì a dimostrarlo.
3) Havertz, Mount, Pulisic: il futuro è vostro
Assist di Mason Mount, gol di Kai Havertz. La Champions League si decide così. E così si chiude la stagione del Chelsea dei giovani prospetti, acquistati a suon di milioni sul mercato oppure, come nel caso dell'inglese, fatti crescere in casa dopo un paio di prestiti. La strategia di puntare sulla brillantezza giovanile, alternata all'esperienza di mostri sacri come Thiago Silva, ha pagato. Nel gruppone va inserito Christian Pulisic, entrato a gara in corso, ma pure Timo Werner, che al Chelsea non si è inserito nel migliore dei modi, anche a Oporto si è divorato un paio di gol, ma ha avuto il merito di giocare e lottare per la squadra. È così che si può aprire un ciclo.
4) Kanté è uno dei migliori giocatori del mondo
Non lo scopriamo certo oggi, ma è bene ribadirlo. Anche perché nell'immaginario generale, quello dei tifosi, dei ragazzini e dei sognatori calcistici, vengono prima gli attaccanti, quelli che segnano e decidono le partite. Ma per un Kai Havertz che regala la Champions League al Chelsea, c'è un N'Golo Kanté che ancora una volta sciorina una prestazione monumentale, fatta di corsa continua, aiuto alla squadra e recuperi impensabili per qualsiasi altro essere umano. La famosa battuta secondo cui "il 71% della Terra è coperto d'acqua, il resto è coperto da Kanté", in voga sin dai tempi del leggendario trionfo col Leicester, è ancora e sempre valida.
5) Il Chelsea è la vera bestia nera di Guardola: 8° ko!
Immaginate Guardiola, uno dei rivoluzionari del calcio moderno, che nel corso della propria plurivincente carriera perde per 8 volte contro la stessa squadra. Ebbene, è tutto vero. E la squadra in questione è proprio il Chelsea. La vera bestia nera della storia calcistica del Pep allenatore, che contro i Blues ha rimediato più ko che contro qualunque altro avversario. 3 di questi solo nell'attuale stagione: prima di questa sera, uno in FA Cup (1-0) e uno in Premier League, un 2-1 firmato in extremis da Marcos Alonso che aveva rimandato di qualche giorno la matematica del titolo del Manchester City. Una coincidenza? Forse. Ma i numeri non mentono.
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