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Le 5 verità di Atalanta-Liverpool: Reds fuori categoria

Stefano Silvestri

Pubblicato 04/11/2020 alle 10:46 GMT+1

La squadra di Klopp si conferma ingiocabile. Anche per la Dea, che si ritrova con qualche meccanismo inceppato e una fase difensiva colabrodo. Il girone va delineandosi: dietro agli inglesi la vera lotta sarà tra i nerazzurri e l'Ajax.

Sadio Manè abbraccia Diogo Jota dopo il gol all'Atalanta, Getty Images

Credit Foto Getty Images

1) Atalanta, qualche meccanismo si è inceppato

La perfezione non esiste, ma a un certo punto ci eravamo illusi del contrario. La rock band di Gian Piero Gasperini sembrava davvero non aver punti deboli né limiti, almeno dalla metà campo in su. E invece qualcosa, negli ultimi tempi, si è inceppato. Il tremendo ko di Napoli ha aperto le prime crepe, divenute falle vere e proprie contro la Sampdoria. In mezzo il poker in Danimarca e il sofferto 2-1 di Crotone, buoni per riportare serenità nell'ambiente, nuovamente scosso dall'amarissima serata europea. Qualche meccanismo si è inceppato, sommato a un paio di assenze, quelle di de Roon e Gosens, pesanti come macigni. Tocca a Gasperini trovare la soluzione per ripartire in grande stile in entrambe le competizioni.
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La frustrazione del giocatore dell'Atalanta, Atalanta-Liverpool, Champions League

Credit Foto Getty Images

2) Liverpool fuori categoria: sarà duello tra Atalanta e Ajax

Tre vittorie su tre, con zero gol al passivo. Soprattutto, la sensazione di essere davvero di un'altra categoria per tutti. Anche per l'Atalanta. Anche per una formazione che non ha mai dimostrato timori reverenziali nei confronti di nessuno, specialmente nel proprio stadio. E che ha provato a giocarsela anche ieri sera, presentandosi con tre punte (scelta, almeno col senno di poi, suicida). E così il gruppo D sembra aver acquisito una propria fisionomia ben precisa: i Reds volano verso una qualificazione che appare scontata e in palio rimane solo il secondo posto. Se lo contenderanno la Dea e l'Ajax, a quanto pare. Con i nerazzurri che, come dimostrato nello scontro diretto, possono perfettamente giocarsi le proprie carte. Nulla è perduto.

3) 20 gol subiti in 9 partite: se la coperta è corta

D'accordo, uno 0-5 contro il Liverpool può anche non far troppo testo ed esser considerato episodio a sé. Ma i numeri difensivi dell'Atalanta, pur confrontati con un rendimento offensivo sempre di prim'ordine, sono piuttosto sconcertanti: tra campionato e Champions League, la formazione di Gasperini ha incassato 20 gol in 9 partite. Più di due a partita, in pratica. Tenendo la porta chiusa solo in un'occasione, nel 4-0 esterno al Midtjylland, e per il resto facendosi bucare almeno una volta un po' da tutti: dal Napoli e dal Crotone, dall'Ajax e dal Torino, dal Cagliari e dalla Lazio. L'atteggiamento iperoffensivo che Gian Piero Gasperini chiede ai propri giocatori, come è naturale che sia, influisce. E va a penalizzare l'equilibrio complessivo di squadra. Con statistiche che, partita dopo partita, diventano sempre più preoccupanti.
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Liverpool's Portuguese striker Diogo Jota (R) fights for the ball with Atalanta's Dutch defender Hans Hateboer during the UEFA Champions league football match Atalanta Bergamo vs Liverpool, on November 3, 2020 at the Atalanta stadium in Bergamo

Credit Foto Getty Images

4) Sostituire Gosens è una missione impossibile

Ha buone potenzialità, Johan Mojica. Altrimenti l'Atalanta, club che fa dello scout europeo e mondiale uno dei propri punti di forza, non se lo sarebbe assicurata. Però non è Robin Gosens. Giocatore più pronto, più solido, da anni maggiormente abituato a partite così. L'esterno tedesco, che dovrebbe rimanere ai box ancora per un paio di settimane a causa di un problema a un polpaccio, conferma di essere difficilmente sostituibile.

5) Diogo Jota on fire: Firmino non è più intoccabile

Doppietta. Che va ad aggiungersi alla rete messa a segno contro il Midtjylland e alle tre realizzate in Premier League, tra cui quella decisiva di sabato scorso contro il West Ham. Diogo Jota, l'uomo da 45 milioni che il Liverpool ha prelevato in estate dal Wolverhampton, è l'uomo copertina della banda Klopp. Qualcuno ha storto il naso per la sua valutazione, ma tutto è dalla sua parte: età (24 anni a dicembre), personalità, qualità. Un bel campanello d'allarme per l'ex intoccabile Roberto Firmino, colonna portante delle ultime stagioni, costretto ora a lottare per riconquistarsi il posto da titolare.
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