Liverpool-Real Madrid 0-0, 5 verità: Zidane si qualifica con pragmatismo, i Reds sono tristi
Aggiornato 15/04/2021 alle 10:27 GMT+2
CHAMPIONS LEAGUE - Il Real Madrid è uscito da Anfield con uno 0-0 che gli regala la semifinale contro il Chelsea. Lo ha fatto con una prova concreta, intelligente, ordinata con uno Zidane sempre più sorprendente in panchina. La stagione dei Blancos può diventare trionale, mentre quella del Liverpool si riduce alla ricerca di un posto tra le prime quattro in Premier League.
Liverpool-Real Madrid, ritorno dei quarti di finale di Champions Leeague giocato ad Anfield, è terminato con il punteggio di 0-0. In virtù di questo risultato, la formazione allenata da Zinedine Zidane raggiunge il Chelsea in semifinale, mentre i Reds di Klopp salutano la competizione dopo la sconfitta 3-1 all'andata. Vediamo ora le cinque verità che ci ha lasciato questa sfida.
1) Zidane, elogio del pragmatismo
Forse è azzardato dire che Zizou va controcorrente, perché il suo Real sa anche giocare un calcio estremamente moderno. Ma quando serve, il glorioso Madrid ha l’umiltà di fare un passo indietro, di studiare gli avversari e modellare la propria partita in base a chi ha di fronte e di organizzarsi nella fase di non possesso curando ogni dettaglio. In un periodo in cui si discute quotidianamente di bel gioco, calcio propositivo e ritmo, il Real si regala la semifinale dimostrando che non c’è una verità assoluta per raggiungere i risultati. Ad Anfield i Blancos hanno rallentato il ritmo appena possibile, hanno chiuso le linee di passaggio in mezzo al campo, hanno costretto il Liverpool a cercare palloni alti in mezzo senza avere i centimetri per avere la meglio sul Real. Il calcio è bello perché è vario: Zidane, a modo suo (e un po’ a modo nostro, con il suo calcio un po’ italiano), è un grandissimo e lo ha dimostrato ancora.
2) Real Madrid, la stagione può diventare trionfale
La stagione del Real Madrid è cominciata nel peggiore dei modi, con la prospettiva addirittura di non superare il girone di Champions League, e rischia di trasformarsi nell’ennesima annata trionfale per un club che riesce sempre, in qualunque modo, ad arrivare fino in fondo. Le prospettive ora sono succose, da acquolina in bocca per i tifosi: l’Atletico Madrid è solamente a +1, i Blancos hanno appena vinto il Clasico, gli uomini di Simeone sembrano avere il fiatone e dovranno affrontare il Barcellona; il Chelsea in semifinale, nonostante l’ottimo rendimento con Tuchel in panchina, è un avversario assolutamente alla portata degli uomini di Zidane. Che si giocano tutto in questo finale di stagione: l’annata può diventare eroica, ma il Madrid può anche rimanere a mani vuote. Il bello deve ancora venire.
3) Modric-Kroos-Casemiro, ennesima lezione
Non si finirà mai di elogiare il centrocampo del Real Madrid, ma contro il Liverpool è arrivata l’ennesima lezione di calcio che merita doverosamente di essere sottolineata. Il terzetto formato da Modric, Casemiro e Kroos è la perfetta commistione di quantità e qualità, di dinamismo e geometrie millimetriche, di improvvisazione e intelligenza tattica. I tre hanno saputo spegnere la manovra del Liverpool con un costante e perfetto lavoro sulle linee di passaggio dei Reds, chiudendo le principali fonti di gioco degli uomini di Klopp. E una volta recuperata palla, ognuno a suo modo, i tre hanno amministrato con un’intelligenza scioccante: ritmo calato improvvisamente, ordine trasmesso ai compagni, avversari fatti girare a vuoto. Con un reparto così, il Real può sognare qualunque cosa.
4) Liverpool triste ad Anfield
E il Liverpool? Con l’addio alla Champions League, agli uomini di Klopp resta un solo obiettivo stagionale: l’ingresso tra le prime quattro in Premier League. I Reds sono ora al sesto posto in classifica, a -3 dal West Ham quarto: le tre vittorie consecutive hanno rilanciato i campioni d’Inghilterra, ma la qualificazione alla prossima Champions League è tutt’altro che scontata. La domanda sorge spontanea: cosa succede? Rispondere è impossibile. C’è però un aspetto che balza all’occhio guardando le partite degli uomini di Klopp e che è dimostrato anche dai numeri: il Liverpool sembra una squadra triste, spenta, soprattutto quando gioca in casa. È come se le tribune vuote di Anfield togliessero qualcosa, contro il Real è sembrata proprio mancare la spinta decisiva. Le sei sconfitte consecutive in campionato in casa, prima del successo contro l’Aston Villa nell’ultimo turno, sono la prova che nella testa dei giocatori succede qualcosa di strano. Non può essere un caso.
5) Quanti sprechi dei Reds
Al netto della prova concreta del Real Madrid e del “fattore Anfield” al contrario, il Liverpool ha comunque avuto le occasioni per riaprire i giochi e regalarsi una chance di qualificazione. Ma a mancare è stata la precisione sotto porta, con diversi errori imperdonabili soprattutto nel primo tempo e addirittura nei primi minuti di partita: la storia, chissà, sarebbe potuta essere totalmente diversa. Klopp, un po’ spento anche lui, è stato tradito dai suoi uomini: Salah ha steccato completamente, fallendo diverse enormi occasioni da pochi passi a partire da quella dopo tre minuti; Firmino sembra avulso dal contesto, dopo un primo tempo deludente ha provato a scuotersi nella ripresa ma senza incidere. Occasioni sotto porta mancate, ma anche tanti passaggi sbagliati per chiudere un contropiede potenzialmente pericolosissimo: sono stati tanti, troppi, gli errori banali. Nota di merito per Wijnaldum, in scadenza di contratto a giugno: un centrocampista così non è da lasciarsi sfuggire.
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