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Shakhtar Donetsk-Inter 0-0, 5 verità: Conte senza scossa

Francesco Sessa

Pubblicato 28/10/2020 alle 10:48 GMT+1

Il tecnico non cambia lo spartito, anche quando la partita è bloccata. Anche nella trasferta di Kiev ai nerazzurri manca cattivera e Lautaro Martinez continua nel momento no. Ma non è tutto da buttare.

Antonio Conte, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Conte e i cambiamenti in corsa: mancano scossa e imprevedibilità

L'Inter ha una rosa ampia, varia e che, nella teoria, si presta a tanti sistemi di gioco. Le idee di Conte non cambiano: il 3-4-1-2 è restato tale dal 1' al 93' anche contro lo Shakhtar Donetsk, con il primo cambio al 72' con l'ingresso di Perisic per Lautaro Martinez. Nel primo tempo lo schieramento nerazzzurro ha funzionato, nella ripresa lo Shakhtar ha adottato contromisure e ha rischiato meno. Perché non provare a cambiare? Giocatori come Eriksen, Perisic e Nainggolan, oltre a pedine duttili come Kolarov, Darmian e D'Ambrosio, permettono di cambiare schieramento (magari con una difesa a quattro) per provare a sparigliare le carte. Anche a Kiev l'Inter ha eseguito il suo spartito bene, ma è mancato l'assolo per vincere la partita. Cosa che non è successa con il Genoa in un match simile a quello di Champions, in cui la poca varietà nelle soluzioni stava diventando un problema prima del break di Barella.
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Romelu Lukaku - Shakhtar Donetsk-Inter Champions League 2020-21

Credit Foto Getty Images

Poca cattiveria davanti

Un problema che l'Inter si porta dietro da diverso tempo: i nerazzurri del Conte 2.0 producono tanto, ma capitalizzano poco. E' successo spesso nelle ultime giornate: si pensi alla partita contro la Lazio all'Olimpico, al derby contro il Milan e all'esordio in Champions League contro il Borussia Moenchengladbach. La mole di gioco è maggiore rispetto alla passata stagione, ma spesso i giocatori offensivi dell'Inter si perdono nell'ultimo passaggio e falliscono occasioni importanti. Tendenza che gli uomini di Conte devono invertire se vogliono vincere le partite che contano.
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Lautaro nervoso: periodo no

Il fuoco che arde costantemente dentro al Toro Martinez può produrre anche nervosismo, isterismo e dunque poca presenza nella partita. L'altra faccia della medaglia di un giocatore di puro istinto, che se incanalato mentalmente nei binari giusti è una furia agonistica difficilmente arginabile dalle difese avversarie. Da qualche tempo con la maglia nerazzurra c'è l'altro Lautaro: poca tranquillità e sensazione di dover sempre dimostrare qualcosa. L'occasione clamorosamente fallita nel secondo tempo è l'emblema del momento dell'argentino: urgono le sue prestazioni per non doversi affidare solo a Lukaku là davanti.
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Lautaro Martinez - Shakhtar Donetsk-Inter Champions League 2020-21

Credit Foto Getty Images

Hakimi come Lukaku e Barella: imprescindibile

La prestazione del marocchino non è stata delle migliori. Ma con lui in campo l'Inter acquisisce una pericolosità diversa. Si guardi al primo tempo contro lo Shakhtar: gli ucraini difendevano stretti e compatti in mezzo anche per limitare Lukaku, Hakimi largo a destra era l'arma in più e i nerazzurri lo hanno cavalcato. Nella ripresa gli accorgimenti degli avversari gli hanno tolto spazio, ma l'esterno può davvero diventare imprescindibile anche solo per costringere gli avversari a una scelta, liberando così insperati spazi in mezzo.

Bicchiere mezzo pieno: l'Inter impone il suo gioco

Fare la partita per 93' in una trasferta di Champions League è un aspetto da sottolineare. Vero, lo Shakhtar è sceso in campo con l'idea di strappare un punto. Ma stiamo comunque parlando della squadra che ha vinto in trasferta con il Real Madrid: l'Inter si è imposta dall'inizio alla fine e non ha vinto anche per colpa degli episodi. Con questo atteggiamento e con una maggior dose di fortuna, i nerazzurri possono dire la loro anche contro i Blancos. E il girone è ancora lungo: gli uomini di Conte possono dire la loro.
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