Champions League 2021-22, le 5 verità di Milan-Atletico Madrid: Diavolo da applausi, Kessie sta diventando un problema
Pubblicato 29/09/2021 alle 09:51 GMT+2
CHAMPIONS LEAGUE - Nonostante il ko, i rossoneri confermano di poter tenere testa alle migliori formazioni d'Europa. La nota stonata dell'inizio di stagione è l'ivoriano, che con la sua ingenuità condiziona la partita. Anche se il vero disastro lo combinano in sala VAR.
Milan-Atletico Madrid, match della seconda giornata dei gironi di Champions League 2021-2022 andato in scena a San Siro, si è concluso col punteggio di 1-2. Gara arbitrata dal turco Cuneyt Cakir. A segno Leão nel primo tempo e, nel finale, Griezmann e Suarez su calcio di rigore. Espulso Kessie per doppio giallo al 29', sul punteggio di 1-0. Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la partita.
1) Zero punti, ma resta un Milan da applausi
Sconfitto a Liverpool. Sconfitto in casa contro l'Atletico Madrid. Uno guarda la classifica del gruppo B e non può che farsi un'idea precisa sulla presunta inadeguatezza dei rossoneri in Champions League, ma è una certezza sconfessata dal modo in cui la formazione di Pioli si è comportata in campo. Con personalità, con sfrontatezza. Spaventando un Liverpool chiaramente più forte e resistendo in inferiorità numerica, fino a 6 minuti dalla fine, contro i recenti campioni di Spagna. All'orizzonte si staglia ora la sagoma del Porto, e i calcoli già non si possono più fare: servono due vittorie tra andata e ritorno per continuare a sperare in una qualificazione parzialmente compromessa. Ma nonostante tutto rimane un Milan da applausi.
2) Kessie deleterio: la vera nota stonata della stagione del Milan
Spento, involuto, spaesato. Non da oggi: dall'inizio della stagione. Se poi si mette a rovinare tutto con un'ingenua espulsione dopo meno di mezz'ora di partita, ecco che Franck Kessie inizia a diventare un problema vero. La nota stonata del bell'inizio di stagione rossonero, zero punti nel girone a parte, è lui. Prestazioni spesso sotto la sufficienza, il rigore sbagliato contro la Lazio, la sensazione di vedere all'opera il fratello meno bravo (eufemismo) del centrocampista a tratti dominante dello scorso anno. C'entra anche l'insicurezza di un contratto in scadenza tra meno di 12 mesi?
3) Se in sala VAR combinano disastri
Forse severo, il turco Cuneyt Cakir, nell'espellere Kessie dopo mezz'ora di partita. Ma è un secondo giallo che ci può ampiamente stare. A lasciare a bocca aperta, semmai, è la decisione proveniente dalla sala VAR di confermare il calcio di rigore assegnato dal direttore di gara per il mani in area di Kalulu. Che effettivamente c'è, ma è successivo a un altro tocco con un braccio da parte di Lemar. Una svista clamorosa, un episodio inconcepibile nel 2021, in piena epoca di aiuti tecnologici.
4) Leão e Brahim Diaz, presente e futuro
22 anni uno, 22 anni anche l'altro. In estate, nelle settimane in cui l'Italia dei grandi conquistava l'Europa, entrambi preparavano l'altro Europeo: quello riservato agli Under 21. Come dire che a Brahim Diaz e Rafael Leão sembrava mancare ancora qualcosa per sistemarsi perennemente ai massimi livelli. Questione principalmente d'età, appunto. E invece. E invece sono loro due i simboli di un Milan tutto cuore, dominante prima e poi capace di rimanere a galla nonostante un'inferiorità numerica durata più di un'ora. Le zingarate palla al piede di Brahim, la pericolosità costante di Leão. Uno fornisce l'assist, l'altro segna. Accompagnati dal muro Tomori (23 anni) e da Tonali (21). Presente e futuro. E fiducia.
5) Atletico senza idee e fortunato: lo salvano i suoi campioni
Vince ma non convince, l'Atletico Madrid. Confermando le sensazioni nebulose lasciate all'esordio contro il Porto, ma anche nelle prime giornate di Liga, nelle quali si è spesso imposto – o salvato – con il fiatone nei minuti finali. Fino a 6 minuti dal termine, i campioni di Spagna non stavano riuscendo a cavare il classico ragno dal buco contro un avversario privo di un uomo. E ciò nonostante la lunga lista di attaccanti mandati in campo da Simeone. Due di questi, ovvero Griezmann e Suarez, gli hanno tolto le castagne dal fuoco. Ed è un finale di partita che potrebbe già segnare una prima svolta in ottica qualificazione.
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