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Champions League ed Europa League: il commento ai verdetti, com’è triste la Serie A d’autunno

Roberto Beccantini

Aggiornato 10/12/2021 alle 16:30 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - Atalanta retrocessa in Europa League; Milan fuori da tutto. Un anno fa ne rimasero tre: Atalanta, Juventus, Lazio. In Europa League, Lazio e Napoli costretti ai playoff. In Conference League, Roma, almeno lei, direttamente agli ottavi. Il piatto piange e, con Nazionale rimandata a marzo, prepariamoci a una primavera decisamente calda.

La delusione di Fikayo Tomori, l'emblema della serata da dimenticare del Milan fuori dalle coppe europee

Credit Foto Getty Images

Come esce il calcio italiano dall’autunno europeo? Zoppicante. La sesta e ultima tappa ci ha portato 3 vittorie, 1 pareggio, 3 sconfitte. La bussola è la Champions, e qui siamo alla canna del gas: Juventus prima e Inter seconda, promosse; Atalanta retrocessa in Europa League; Milan fuori da tutto. Un anno fa ne rimasero tre: Atalanta, Juventus, Lazio. In Europa League, Lazio e Napoli costretti ai playoff. In Conference League, Roma, almeno lei, direttamente agli ottavi.
Al Milan serviva un miracolo. E’ il doppio confronto Spagna-Italia a fissare una differenza che si sperava meno vasta: l’Inter parte bene ma poi si scioglie nella tana del Real; la Dea tradisce contro il Villarreal: le succede spesso, sul più bello. Con la Nazionale rimandata a marzo, prepariamoci a una primavera decisamente calda.

Inter (Champions) 5

Buon decollo, al Bernabeu, ma nei momenti topici è uscita la qualità del Real. Dai sinistri di Kroos e Asensio al palleggio di Modric e Casemiro. L’Inter era già qualificata e, dunque, il verdetto costituisce graffio lieve. Il rosso di Barella, ingenuo e isterico, ha chiuso la pratica nel giro di un’ora. Dai cambi ha avuto più Ancelotti che Inzaghi, tradito, specialmente, dai tre davanti: Dzeko, Lau-Toro, Calhanoglu. Prendete il turco: dall’Olimpico a Madrid, in Europa è proprio diverso. I Blancos hanno vinto le ultime quattro sfide, di corto o di lungo muso: non può essere solo un caso.
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Milan (Champions) 4

Fuori da tutto, è questo il referto umiliante. Parlo del Milan, la società italiana di riferimento europeo. Le chiavi del fiasco esulano dalla rimonta dei giallo-Reds. Le trovate nel rigore di Cakir pro Atletico, nel grigiore diffuso delle sfide con il Porto. Mi ha deluso, il Milan. D’accordo, a Pioli mancava mezza squadra, ma Klopp aveva presentato un Liverpool di scorta, quasi tenero. Eppure, là dove ci sono gioco e mentalità, l’energia scorre da sé. Ibra, un palo della luce. Da Kessié e Theo mi sarei aspettato più "garra", più idee. Invece, calma piatta. E se sbagli come Maignan e Tomori, difficile, in Champions, scamparla.
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Juventus (Champions) 6

La zuccata di Kean al piccolo Malmoe è una non-notizia. La notizia è il 3-3 che lo Zenit impone al Chelsea. Vale la testa del girone. Un discreta botta di sedere: anche se in Russia Kulusevski aveva scolpito l’1-0. Scritto che il gruppo era tutt’altro che proibitivo, la Juventus ha raccolto cinque vittorie su sei e, lezione di Londra a parte, potrà sempre raccontare di aver battuto i detentori. Una manovra sul filo del vorrei-ma-non-riesco, con sprazzi autorevoli e periodi, troppi, di esagerata tirchieria. Dagli ottavi si fa sul serio. La rosa è questa: e l’allenatore, non esattamente un cuor di leone. Il 4-2-3-1 sembra, però, una stampella preziosa. E se Chiesa...
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Atalanta (Champions) 5

Morire in piedi o vivere da seduti? Gasp detesta le mezze misure. Dodici gol fatti, tredici subiti. E l’ultima scarica, con il Villarreal, fatale. Sino allo 0-3, grande confusione; poi il cuore, l’orgoglio e magari qualche cambio hanno provocato la reazione del 2-3. Zapata contro tutti: contro persino le sue trincee (penso all’1-0 di Danjuma, scattato dalla sua metà campo, come Mertens al Maradona). Dicono: ogni tanto non guasterebbe un compromesso tattico. Ci ha provato, l’Ego di Bergamo: e in campionato gli è pure riuscito. Ma in Europa il livello sale e lui si piace così: rivoluzione o ghigliottina.

Napoli (Europa League) 7

Il diluvio ha contribuito ad accentuare gli spigoli spasmodici dell’ordalia. A Leicester, il 2-2 lo aveva firmato Osimhen. Giovedì, al 3-2 hanno provveduto le riserve: Ounas e, due volte, Elmas, il macedone che contenderà i Mondiali agli azzurri di Mancini. Assenze di qua, focolaio di Covid di là, si è giocato senza calcoli o scrupoli, di cuore e di gambe, tra sfondoni in difesa, errori di mira (ah, Maddison) e fior di emozioni. Zielinski il faro. Spalletti e Rodgers sono allenatori che predicano coraggio. Il Napoli va ai playoff con merito, ha molto rischiato e molto speso. Da squadra che accetta le imboscate, e per questo le schiva.
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Lazio (Europa League) 5

Lo 0-0 la rimanda agli spareggi. Sarri aveva sbandierato Immobile, Milinkovic-Savic, Pedro e Zaccagni, ma il Galatasaray di Terim ha tenuto duro. Trama oggettivamente noiosa. E’ mancata la lucidità sotto porta, quella che in gergo chiamiamo "cattiveria". La fantasia nel raffinare le azioni, i cambi di ritmo. Seconda nel girone, dunque: non il massimo, non il minimo. I turchi, in trasferta, non hanno mai preso gol: te lo do io il circo. Sarebbe ingeneroso ridurre la sentenza alla papera di Strakosha a Istanbul. All’Olimpico, l’Aquila era andata in bianco già con il Marsiglia. Se bloccano Immobile, chi segna?
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La delusione di Ciro Immobile, Lazio-Galatasaray, Getty Images

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Roma (Conference League) 7

Si sapeva della modestia del Cska Sofia (1 punto, uno solo), ma per un tempo la Roma ha dominato e divertito. Doppietta di Abraham e gol di tacco, il primo stagionale, di Borja Mayoral, fin qui impiegato per non più di 114 minuti complessivi e fra gli epurati post Bodo. Campo di patate, cornice di neve, geometrie nette e verticali, Fuzato disoccupato. Mourinho invocava il riscatto dopo la bambola interista. L’ha avuto. Da cancellare l’epilogo, molle e "inaccettabile" (José dixit), che ha prodotto il 3-2, e l’ennesimo k.o. di Zaniolo. Agli ottavi da leader, complice l’1-1 di Zorya-Bodo Glimt. Basta e avanza. Per adesso.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini
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