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Champions League Milan, 3 motivi per sognare l'impresa contro l'Atletico Madrid

Matteo Zorzoli

Aggiornato 24/11/2021 alle 14:14 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - I rossoneri si giocano il dentro-fuori al Wanda Metropolitano. A settembre l'espulsione di Kessie e il rigore concesso nel finale avevano vanificato un'ottima partenza degli uomini di Pioli: due mesi dopo il Diavolo cerca "vendetta"

Brahim Diaz a duello con Koke

Credit Foto Getty Images

Il Milan vola al Wanda Metropolitano per tenere vive le speranze di qualificazioni agli ottavi di Champions League. Il gruppo B ha già decretato il suo vincitore: il Liverpool è irraggiungibile a quota 12 punti. Per il resto, con due turni ancora da disputare, è tutto aperto: il Porto è secondo a 5, Atletico Madrid terzo a 4 e rossoneri quarti a 1 punto. La condizione necessaria, ma non sufficiente, è che il Diavolo vinca le due partite che restano, ovvero quella di mercoledì a Madrid e la sfida di San Siro con il Liverpool il 7 dicembre. A quel punto sarebbero due le combinazioni possibili:
  • vittoria del Liverpool sul Porto alla penultima e pareggio fra Porto e Atletico all’ultima (oppure vittoria dell’Atletico se il Milan però vince con almeno due reti di scarto a Madrid o chiude comunque con una differenza reti migliore dell’Atletico);
  • pareggio fra Liverpool e Porto alla penultima e vittoria dell’Atletico sul Porto all’ultima (se il Milan vince con almeno due reti di scarto a Madrid o chiude comunque con una differenza reti migliore).
Contro i Colchoneros il Diavolo deve, dunque, giocare la partita perfetta. All'andata ci riuscì per 45 minuti. Complice l'espulsione di Kessie, nella ripresa l'Atletico ribaltò il vantaggio iniziale di Leao e si portò a casa i preziosi tre punti grazie al gol di Griezmann e il rigore segnato da Suarez. I precedenti non sorridono: considerando anche il doppio confronto negli ottavi di finale della stagione 2013/14, il Milan ha sempre perso in Champions contro Simeone: allora finì 1-0 a San Siro (gol di Diego Costa) e 4-1 in Spagna. Ecco tre motivi per sfatare il tabù e sognare l'impresa al Wanda.

1) Ibra ispirato e pronto a fare la Storia

La prestazione contro la Fiorentina parla chiaro. In 10 minuti Zlatan Ibrahimovic ha seminato il panico nella retroguardia viola con una doppietta che ha tenuto vive le speranze del Milan fino al poker, tombale, di Vlahovic. Con un gol al Wanda (in Champions gli manca dal 2016, dai tempi del PSG) lo svedese diventerebbe il marcatore più anziano di sempre, considerando anche la Coppa dei Campioni. Attualmente il recordman è Willy Olsen, che nel 1960 segnò all’Ajax con la maglia del Fredrikstad a 39 anni e 218 giorni. Poi c’è Francesco Totti, a 38 anni. Ibra mercoledì avrà 40 anni e 52 giorni. Resta da capire se Pioli lo schiererà titolare o lascerà spazio a Giroud, partito dalla panchina al Franchi. Qualora segnasse, raggiungerebbe a quota 50 Pippo Inzaghi, diventando il 9° marcatore più prolifico di sempre nella competizione.

2) Atletico, la difesa non è più impenetrabile

L'avvio di stagione dei Colchoneros non si può certo definire "esaltante": sono al momento quarti in Liga con sole due vittorie nelle ultime 7 uscite considerando anche le coppe. A pesare sono i punti persi in casa (Liverpool e Porto in Champions, Villarreal, Athletic Bilbao e Real Sociedad in Liga) e i tanti gol subiti: uno a partita in campionato, più di uno, in media, in Europa. Una vera e propria inversione di rotta per la banda del Cholo che aveva fatto della solidità difensiva il biglietto da visita delle scorse stagioni.

3) Un pizzico di fortuna e il fattore "vendetta"

Infortuni, episodi arbitrali sfavorevoli, sorteggio proibitivo del girone: il ritorno in Champions del Diavolo non è stato assolutamente facile fin qui. Pioli si presenterà al dentro-fuori in Spagna senza Rebic, Tomori, Maignan e Calabria, di fatto quattro titolari. Il calcio toglie, il calcio dà. La ruota gira. Ecco perchè il fattore "vendetta" (sportiva s'intenda) potrebbe giocare un ruolo decisivo a livello psicologico nei 90' del Wanda. Chissà come sarebbe andata a finire a San Siro senza espulsione di Kessie e rigore concesso allo scadere ai Colchoneros... Ricordiamo che la Uefa ha giudicato grave la condotta del Var che negli ultimi concitati minuti al Meazza non ha punito il mani di Lemar, cronologicamente precedente a quello di Kalulu: il responsabile in sala Var è stato sospeso per le partite successive, nessun provveddimento, invece, per il fischietto turco Cakir.
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Pioli: "Rosso Kessie eccessivo. Rigore? L'ha fischiato subito..."

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