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Champions League - Sheriff Tiraspol, la "non favola" della Transnistria che domina il girone di Inter e Real Madrid

Stefano Fonsato

Aggiornato 19/10/2021 alle 09:33 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE - A primo acchito può sembrare la classica favola calcistica, in realtà quella dello Sheriff Tiraspol è una storia le cui tinte si mescolano a quelle fosche di tutta la Transnistria, autoprocamatasi indipendente subito dopo lo scioglimento dell'Urss. I legami con Mosca, che qui conserva il suo arsenale, le armi, il contrabbando. E quel pallone che ha sorpreso il Real Madrid...

La festa dello Sheriff Tiraspol al Bernabéu (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

Quante volte ci si è entusiasmati a leggere la classica "favola" calcistica? Lo sport più seguito al mondo è quello che, d'altra parte, più si presta a certi stravolgimenti del copione. Quante volte, invece, pensando di aver trovato un nuovo amore nelle storie da romanzo del pallone, si è invece finiti per prendere un grosso granchio? Ecco, questo è proprio il caso dello Sheriff Tiraspol, la "non favola" della Transnistria, ritrovatasi prima - da esordiente totale - nel gruppo di Champions League in cui ha già sconfitto Shakhtar Donetsk in casa e, ancor più clamorosamente, Real Madrid al "Bernabeu". A calendario, ora, c'è la doppia sfida contro l'Inter...

Ma quale Moldavia? La "non favola" transnistriana

"La prima volta della Moldavia in Champions League". Ma cosa c'entra la Moldavia in questa storia? Assolutamente nulla. Qui parliamo, come detto, di Transnistria, la striscia sottilissima di terra a est del fiume Dnestr, la dorsale orientale - de iure - del territorio moldavo. Tuttavia, "de facto", la Transnistria è uno stato autoproclamatosi indipendente (sotto il nome di "Pridnestrovskaja Moldavskaja Respublika" non riconosciuta dall'Onu e quindi nemmeno da Fifa e Uefa) subito dopo lo sfascio dell'Unione Sovietica che ha come capitale Tiraspol, città di 158mila abitanti.
Il territorio è incastrato tra l'ex repubblica sovietica con Chisinau capitale (che a Tiraspol viene ancora chiamata "Kishinev") e l'Ucraina. Ma che si sente legata in tutto e per tutto a Mosca: la sua bandiera è l'unica a fare ancora sfoggio di falce e martello, ha una propria moneta (il rublo tansnistriano) e chi guida il governo è chiamato "Soviet supremo". Un legame torbido a dire il vero, quello col Cremlino, dato che tutta la striscia di terra in questione appare come rifugium peccatorum della mafia russa, in cui contrabbando, affari illeciti di varia natura e prostituzione regnano. Il tutto in uno scenario fatto di palazzoni-dormitorio in puro stile sovietico. Qualche immagine della Transnistria è già passata in Italia, essendo stata la location del film di Gabriele Salvatores "Educazione Siberiana", tratto dall'omonimo romanzo di Nicolai Lilin.
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Tiraspol, Transnistria: uno striscione con la scritta "La nostra forza è l'unità con la Russia" esposto ai tempi del presidente Igor' Nikolaevič Smirnov, in carica fino al 2011 (Getty Images)

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Quella stella da sceriffi, "made in KGB"

Non che il calcio ad alti livelli (e non solo) sia governato da stinchi di santo ma, ecco, lo Sheriff Tiraspol è l'espressione calcistica di questo contesto. La squadra racconta l'ennesima storia "particolare" da profondo est europeo. In epoca moderna si è raccontata quella dello Shakhtar Donetsk migrato nell'Ucraina dell'Ovest dopo essere rimasto "privo" della sua terra di riferimento in seguito a Euromaidan, il filorusso Donbass. Quindi ci si è trovati di fronte al "tenebroso" Bate Borisov - che in Bielorussia ha da tempo soppiantato la più tradizionale e "statale" Dinamo Minsk. Quindi il Qarabag, espressione della città-fantasma di Agdam, storico teatro della guerra azero-armena.
Oggi arriva la Transinstria, con altri oligarchi: lo Sheriff Tiraspol è stato così ribattezzato 1997 da due ex agenti del KGB, Viktor Gushan (attuale presidente) e Ilya Kazmaly. L'antica denominazione Tiras Tiraspol (fondato nel 1993) fu soppiantata proprio da "Sheriff", con riferimento all'azienda monopolistica che, di fatto, si mimetizza col governo transnitriano del presidente Vadim Krasnoselsky e del primo ministro Aleksandr Martynov. La "Sheriff", oltre alla squadra di calcio, pone il suo marchio su carburante, tabacco, prodotti alimentari, distillerie, pubblicità, editoria e, ovviamente, sulla tv MMDS Sheriff Televidenie.
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Transnistria, settembre 2021: una stazione di servizio della Sheriff (Getty Images)

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A est del fiume Dnestr

I traffici illeciti nel paese abbondano, i diritti civili sono ancora un miraggio e, oltre alla Sheriff e a un'agricoltura di sussistenza che crea mercatini improvvisati, è la fabbrica di munizioni Rîbnița l'azienda che mette a disposizione più posti di lavoro della Transnistria - ancora ribattezzata come "buco nero d'Europa" -.
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Transnistria, il mercato agricolo di Tiraspol (Getty Images)

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Perché Moldavia e Transnistria vivono in conflitto sin dallo scioglimento dell'Urss senza essersi mai riuscite a separare? Semplice, Chisinau dipende a livello energetico dalle centrali di Tiraspol, che in passato non si è fatto problemi a "spegnere la luce" a ovest del Dnestr... In Transnistria i moldavi (più legati all'emisfero rumeno) sono il 31,9%, i russi il 30,3%, mentre gli ucraini il 28,8%. Si parla principalmente il russo, mentre il governo locale ha più volte imposto l'alfabeto cirillico per la lingua moldava, che invece si sente decisamente più a suo agio con quello latino.
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Tiraspol - La statua di Lenin davanti al palazzo del Governo della Transnistria (Getty Images)

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Favola o no? Giudicate voi

Le vicissitudini di geopolitica incrociano quelle calcistiche? C'è chi dice che la Champions serva a rispolverare la questione transnistriana. In realtà è proprio la "zona d'ombra" in cui questa striscia di terra si è ritagliata uno spazio. Parlando di "football puro", lo Sheriff Tiraspol ha più volte sfiorato l'impresa di qualificarsi in Champions e ora ce l'ha fatta, dopo essersi fatta strada lungo 4 turni preliminari, eliminando nell'ordine gli albanesi del Teuta Durazzo, gli armeni dell'Alashkert, e poi club di prestigio come Stella Rossa e Dinamo Zagabria. Il simbolo sulla maglietta è o stesso dell'azienda, una stella da sceriffo che i due ex agenti del KGB hanno scelto in maniera estrosa, strizzando l'occhio agli Stati Uniti in un mondo in cui le statue di Lenin e falce e martello appaiono ancora un po' ovunque.
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Cristiano, Sheriff Tiraspol (Getty Images)

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I gialloneri dello Sheriff Tiraspol, nel calcio moldavo, hanno soppiantato i gialloverdi dello Zimbru Chisinau (ormai caduto in disgrazia a fondo classifica nella Divizia Națională) con 19 campionati vinti, 10 coppe nazionali e 7 Supercoppe. Dal 2016 al 2018 fu allenata dall'ex centrocampista di Atalanta e Napoli Roberto Bordin, che preparò il terreno, a livello di crescita tecnica del club, oggi allenato dall'ucraino Jurij Vernydub. Lo Sheriff vanta un centro sportivo inimmaginabile per gli standard medi della massima serie moldava, composta di appena 8 club, che a causa della crisi incessante falliscono uno dietro l'altro: si parla di venti campi in erba, tre stadi all’interno della stessa cittadella: uno da quattordicimila posti per le partite, un altro da diecmila e uno ancora da 5mila addirittura coperto per permettere alla squadra di allenarsi regolarmente anche quando le condizioni meteo sono avverse. Più una foresteria, che comprende diversi alloggi per i giocatori.

Dall'emule di Shomurodov al carneade lussemburghese

La squadra è una vera e propria multinazionale, che vale in tutto 12 milioni: moldavi (tanto più transnistriani) in campo contro il Real Madrid da 793 milionii complessivi? Zero. Il giocatore che vale di più è subentrato dalla panchina: si tratta del centrocampista nordmacedone ex Lecce Boban Nikolov (800 mila euro la sua quotazione). A fermare i Blancos, anzitutto, un portiere greco, l'ex AEK Atene Georgios Athanasiadis, con i suoi interventi prodigiosi. Il gol del momentaneo vantaggio, porta la firma della promessa del calcio uzbeco Jasurbek Yaxshiboyev, che presto potrebbe fare la stessa eco del connazionale Eldor Shomurodov, oggi nella Roma di José Mourinho. Nel 4-2-3-1 adottato da mister Vernydub, lo spettacolare gol che ha deciso la partita al 90' è arrivato dal mediano lussemburghese classe 1993 Sébastien Thill, il cui cartellino appartiene ancora al Progrès Niederkorn del piccolo stato "bancario".
Real vs Sheriff, che confronto

La multinazionale e l'annuncio al Bernabéu di "Cristiano"

I primi fantasmi per i tifosi del Real Madrid sono arrivati all'annuncio in filodiffusione del terzino sinistro avversario, "Cristiano", a rappresentanza della propaggine brasiliana dello Sheriff di cui fa parte anche l'attaccante ex Olympiacos Bruno (autore del gol annullato al 72') e il terzino destro Fernando Costanza. Nell'undici titolare, anche due colombiani: il centrale Danilo Arboleda (che fa coppia in difesa col peruviano Gustavo Dulanto Sanguinetti, ex Boavista) e il trequartista numero 10 Frank Castaneda. Il veloce attaccante esterno maliano Adama Traoré (omonimo del laterale del Wolverhampton) è considerato la stella della squadra. Le altre bandiere che sventolano allo "Sheriff Stadium" sono quelle di Ghana, Trinidad & Tobago, Malawi, Guinea, Costa d'Avorio, Bosnia Erzegovina, Slovenia e Serbia. Al sorteggio dei gironi, Sheriff faceva rima con "scampagnata". Dopo due giornate di Champions, sei punti conquistati: l'Inter faccia bene i suoi calcoli prima di decidere quale atteggiamento riversare in campo nella doppia sfida, quando i discorsi di geopolitica si dissolveranno e la palla incomincerà a rotolare. L'errore del Real Madrid deve essere da lezione, il "perseverare" da parte del canale spagnolo "El Chirguito Tv", presentatosi all'aeroporto per chiedere a Dulanto e compagni se fossero - per davvero - calciatori professionisti, deve invece far riflettere...
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Inzaghi: "0-0 risultato strano. Ora vediamo con lo Sheriff"

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