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Le 5 verità di Zenit San Pietroburgo-Juventus: 0-1: soliditá ritrovata, Kulusevski batte un colpo ma serve di più

Enrico Turcato

Aggiornato 21/10/2021 alle 10:11 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE - I bianconeri sono parzialmente guariti: Allegri ha ridato concretezza e ha sistemato la fase difensiva, ma in mezzo e davanti la Juve puó fare meglio. Zenit squadra insicura, Kulusevski cerca continuitá, manca un punto per la qualificazione, ma poi occorre blindare il primo posto.

Mattia De Sciglio, Wojciech Szczesny, Matthijs De Ligt, Leonardo Bonucci si abbracciano alla fine di Zenit-Juventus, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Zenit San Pietroburgo-Juventus, match valido per la terza giornata del gruppo H, si è concluso con il punteggio di 0-1. Decisivo nel finale il colpo di testa di Kulusevski su assist di De Sciglio. Un successo che permette ai bianconeri di rimanere a punteggio pieno al comando del girone H (Liverpool, Bayern e Ajax le altre formazioni a 9 punti in 3 gare come i bianconeri in questa Champions) e che conferma i progressi di una squadra che per la quarta partita di fila ha chiuso senza subire gol. Vediamo insieme l'analisi del match in cinque punti.

1) Quattro 1-0 di fila, non è casualità

Chelsea, Torino, Roma e Zenit. 1-0, 0-1, 1-0, 0-1. Se tre indizi fanno una prova, quattro danno una certezza. La Juventus di Allegri ha ritrovato compattezza e solidità, concede poco agli avversari e colpisce sempre nel momento propizio. Lo stesso Max aveva ribattezzato questo tipo di successi "di corto muso", paragonandole all'ippica, proprio nel suo ultimo periodo in bianconero. Insomma, è una filosofia e non può essere casualità. Gli esteti non saranno d'accordo, i risultatisti gongolano. Intanto la Juventus è a punteggio pieno e ha ormai quasi prenotato un posto agli ottavi di finale.

2) Dietro la Juventus si è sistemata, davanti ci sono dei problemi

Indubbiamente questo mini ciclo bianconero può già dare delle indicazioni. È guarita la Juventus? Non del tutto. Diciamo che il difficilissimo avvio, quello sbandamento iniziale, è alle spalle. La Juve si è sistemata dietro, ha ritrovato il suo dna, la sua solidità, la sua concretezza. Davanti, invece, ci sono ancora dei problemi. I centrocampisti segnano poco, la manovra spesso è prevedibile e dipende dalle giocate individuali di Chiesa. Il rientro di Dybala e alcuni meccanismi da migliorare sugli inserimenti da dietro possono essere le chiavi giuste per ottenere il certificato di completa guarigione.
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L'abbraccio collettivo dei giocatori della Juventus a Dejan Kulusevski, Juventus, Getty Images

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3) Zenit squadra in confusione e troppo impaurita

La formazione russa, che aveva perso nelle ultime due giornate di campionato, conferma il momento negativo. Una squadra insicura, poco pericolosa, spesso in confusione, non molto coordinata nelle due fasi. Semak ha tanto lavoro da fare e la sensazione generale rimane immutata: la Champions League è una dimensione di livello troppo alto per questo Zenit. La freschezza di Malcom e Azmoun da sole non bastano.
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Serata per nulla memorabile per i giocatori dello Zenit capitanati dal croato Lovren

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4) Kulusevski, un gol che serve al morale,ma serve di più

Non era entrato bene. Un paio di ripartenze sprecate, largo a destra, senza incidere. Poi quell'inserimento centrale, il colpo di testa su cross di De Sciglio e la gioia per aver realizzato il gol da tre punti. Una rete per alzare il morale, ma da Dejan Kulusevski ci si aspetta sempre di più. A volte sembra imprigionato nella sua qualità e nel peso di dover mettersi in mostra a tutti i costi. Lo svedese ha ottime doti, ma deve necessariamente trovare continuità per emergere. L'età è dalla sua, ma i grandi club non aspettano in eterno.

5) Qualificazione bianconera vicina, ma poi conta il primo posto

Nove punti dopo tre giornate, a una sola lunghezza dalla matematica qualificazione agli ottavi. Alla Juventus basterà un pareggio nel match casalingo contro lo Zenit per blindare il passaggio del turno. Guardando però la situazione generale e ben sapendo i possibili abbinamenti nella prima doppia partita della fase ad eliminazione diretta, ai bianconero non conviene fare tanti calcoli. Vincere il girone consente di evitare alcune corazzate agli ottavi. Ok che la Juve nelle ultime due stagioni è uscita con Lione e Porto, ma Bayern, Liverpool o City fanno comunque paura.
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Allegri: "Ora la Juve ha piacere anche a difendere"

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