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297 lunghissimi giorni senza Federico Chiesa. La Juventus ritrova un top player. Con il PSG prove generali di 2023

Michele Neri

Aggiornato 03/11/2022 alle 13:35 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE – La Juventus contro il PSG ha ritrovato finalmente Federico Chiesa, 297 giorni dopo lo stop per la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. L’azzurro è subentrato per uno spezzone finale. E’ lontano dalla migliore condizione ma è un buon inizio. Allegri spera di riaverlo al top nel 2023, quando i bianconeri proveranno a salvare la stagione.

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Nell’ultima notte amara di Champions League della stagione, la Juventus può sorridere almeno per il ritorno in campo di Federico Chiesa, uno dei calciatori più forti della rosa nonché della Nazionale italiana. I bianconeri non hanno subito la goleada dal PSG, anzi probabilmente hanno disputato una delle partite migliori di questi mesi, ed hanno sostanzialmente inguaiato i francesi che con una vittoria di misura non sono riusciti a difendersi in classifica dal sorpasso del Benfica. Tuttavia, dai sei incontri europei la formazione di Allegri esce fortemente ridimensionata e con ben poco da salvare. Cinque sconfitte ed un successo in casa contro il Maccabi Haifa. Un magro bottino di tre punti, che tanto basta in questo caso per ottenere la seconda chance in Europa League. Quest’ultima deve diventare un obiettivo per la dirigenza, al pari della rimonta in Serie A, dove le lunghezze che separano il Napoli e la Juventus sono già dieci. Ad essere sinceri a questa squadra mancano tante cose per diventare competitiva in qualsiasi ambito. Chiesa però, che già ha riportato entusiasmo soltanto con il suo ingresso in campo, è di un livello superiore e, se ritroverà la condizione ideale, darà certamente un contributo notevole, e chissà forse anche decisivo nella corsa verso qualche titolo.

L’INFORTUNIO DI CHIESA

Federico Chiesa si è fermato il 9 gennaio 2022 durante il primo tempo del match contro la Roma all’Olimpico. Una partita che ricordiamo anche per il risultato pirotecnico di 3-4, che però è passato in secondo piano proprio per l’infortunio del talento bianconero. Il numero 22 (ora numero 7) è rimasto a terra dopo un contrasto con Chris Smalling ed ha chiesto il cambio. Si è capito subito che si trattava di uno stop importante, e gli esami hanno riportato una lesione al legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. L’operazione è avvenuta il 23 gennaio a Innsbruck, e non ci sono stati dubbi fin da subito: stagione finita. Un problema per la Juventus e per l’Italia, che due mesi dopo senza di lui perderà l’occasione di partecipare ai Mondiali in Qatar a causa di un gol fatale di Trajkovski nello spareggio sciagurato contro la Macedonia del Nord. La formazione di Allegri invece riuscirà a restare tra le prime quattro in Serie A ma saluterà la Champions League agli ottavi contro il Villarreal, pur avendo un Dusan Vlahovic in più, acquistato dalla Fiorentina nei giorni finali del calciomercato invernale.
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Il momento dell'ingresso in campo di Federico Chiesa contro il PSG sotto il boato dello Stadium

Credit Foto Getty Images

IL RITARDO NELLA TABELLA DI MARCIA

I tifosi bianconeri, così come Massimiliano Allegri e tutta la dirigenza, si immaginavano un inizio di stagione diverso. I risultati certamente sono stati al di sotto delle aspettative: fuori dalla Champions senza salvare la faccia e settimi in Serie A. Le notizie peggiori però sono arrivate dall’infermeria. Oltre allo stop di Paul Pogba, che è ancora assente e non si unirà alla Francia in Qatar, il rientro di Federico Chiesa è stato più tortuoso del previsto. L’azzurro era atteso in gruppo per settembre ma quando la data del rientro era vicina, lo staff ha comunicato un ritardo nella tabella di marcia. Molti hanno ipotizzato che sarebbe tornato direttamente nel 2023 dopo la sosta per i Mondiali, altri erano più ottimisti. Ha continuato ad allenarsi da solo con grande impegno. E intanto la Juventus ha disputato anche questa prima parte dell’annata 2022/23 senza di lui, riscontrando svariate difficoltà sia in Italia che in Europa. Il tecnico qua e là si è appellato agli infortuni per trovare una giustificazione ad alcune prestazioni pessime. Gli alibi sono sempre sbagliati, tuttavia sarebbe sbagliato anche negare il peso specifico di Chiesa, che al top della condizione è ancora il giocatore che può svoltare una partita, che può mettere in crisi le difese, e che può dare slancio alla fase offensiva della Juventus, ad oggi povera di spunti.

IL RITORNO IN CAMPO DI CHIESA

A sorpresa Massimiliano Allegri ha convocato Federico Chiesa per l’ultimo appuntamento della fase a gironi di Champions League, la sfida interna contro il PSG. Il tecnico aveva inizialmente considerato di metterlo in lista a partire dal derby d’Italia contro l’Inter in programma il 6 novembre. Dunque, ha anticipato la decisione di qualche giorno. Decisivo il test con la Primavera in cui ha mostrato di essere in buona condizione fisica, ma anche la situazione infortuni in casa Juventus ha giocato a favore del numero 7. I bianconeri, infatti, hanno perso numerosi elementi nelle ultime settimane, tra cui anche Dusan Vlahovic, Moise Kean e Samuel Iling-Junior. In assenza di alternative, e sulla base dei segnali incoraggianti, l’allenatore livornese lo ha così portato in panchina. “La mia preoccupazione è vederlo bloccato a livello mentale, ma ha fatto un buon test. Perché non portarlo e magari farlo giocare un po’?”, ha detto Allegri a Sky nel pre partita di mercoledì, e si è attenuto a quest’idea. Al minuto 74 l’ala classe ’97 ha fatto il suo ingresso in campo, prendendo il posto di Fabio Miretti. 10 mesi dopo l’ultima volta, o più precisamente 297 lunghissimi giorni dopo l’ultima volta. L’Allianz Stadium lo venera, il boato con cui lo hanno accolto lo dimostra. Si è collocato alto a sinistra ed ha ricevuto più volte il pallone. Qualche finta per provare a sorprendere gli avversari, un cambio campo per Juan Cuadrado, un tiro che è rimasto molto distante dalla porta, un altro rimpallato dalla difesa, e la richiesta di un rigore per un possibile fallo di Sergio Ramos. In generale ha dimostrato un atteggiamento molto positivo.
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Un tentativo di Federico Chiesa nella sfida contro il PSG, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Ha lottato con tutto se stesso ma non è assolutamente al top, come era prevedibile. Deve ritrovare il feeling con i compagni e anche reimparare a gestire le situazioni di una partita. A livello fisico ha perso qualcosa nello scatto, che recupererà nelle prossime settimane insieme alla migliore condizione. Intanto però è tornato e già solo la sua presenza quotidiana negli allenamenti può fare bene alla squadra. Per quanto riguarda le partite, a questo punto è possibile che subentri anche nelle prossime tre giornate di campionato contro Inter, Verona e Lazio. Ma dipenderà anche da come si svilupperanno queste sfide, se si creerà l’occasione. Per il miglior Chiesa appuntamento rimandato sicuramente al 2023. Da gennaio allora la Juventus potrà contare veramente su di lui, con un inserimento che continuerà ad essere graduale. Durante la lunga sosta sicuramente lavorerà tanto per ritrovare spazio dal 1’ ed essere determinante ma ci vorrà tempo perché lo sia davvero. La speranza è che l’infortunio non gli abbia sottratto parte della magia e dei colpi che negli ultimi due anni lo avevano reso un top player del nostro calcio e del nostro campionato. La Juve ha infatti bisogno di lui per centrare almeno qualche obiettivo tra Serie A, Europa League e Coppa Italia. Ma, attenzione, pur avendo l’identikit giusto per vestire i panni del salvatore in patria, Chiesa non potrà risolvere tutti i problemi della squadra, che al momento sono fin troppi.
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