Buffon: "Per sapere quanto valgo non mi servono 8 Champions League. Anche senza vincerle so quanto sono forte"
DaEurosport
Pubblicato 22/09/2022 alle 20:38 GMT+2
CHAMPIONS LEAGUE - Intervenuto al Festival dello Sport di Trento, il portiere del Parma ripercorre alcuni aspetti della sua lunghissima carriera: "Le mie scelte hanno sempre avuto un senso. Come essere tornato a Parma, perché sono un uomo felice nel vedere il tifoso quanto è orgoglioso vedermi di nuovo in porta con i gialloblù. Nella vita ho vinto tanto ma ho anche rinunciato ad altri titoli".
"Nella vita ho vinto tanto ma ho anche rinunciato ad altri titoli. Sono felicissimo di essermi battuto per vincerli ma personalmente per me i successi li ho ottenuti anche con l'affetto della gente. E per sapere quanto valgo non mi servono ad esempio 8 Champions League. Anche senza vincerle io so quanto sono forte". Intervenuto al Festival dello Sport di Trento, Gianluigi Buffon parla così della sua lunghissima carriera e dedica un pensiero anche a Roger Federer, che ha annunciato il ritiro dal tennis: "Ha regalato tante emozioni alla gente, è un peccato vederlo smettere".
Sul suo momento
"Io continuo a giocare per tante ragioni. Perché mi sento ancora forte e competitivo e perché sono nell'età dell'oro dello sportivo. Mi spiego: ho una età tale in cui posso anche decidere di smettere quando voglio. Sono padrone del mio tempo. Le mie scelte hanno sempre avuto un senso. Come essere tornato a Parma, perché sono un uomo felice nel vedere il tifoso quanto è orgoglioso vedermi di nuovo in porta con i gialloblù".
Sul rapporto con le critiche
"Sono una benzina, soprattutto in vecchiaia. Da ragazzo invece fanno male e rischiano di destabilizzarti. Quando sei maturo e sai quanto vali invece le critiche diventano un incentivo. A volte ne avevo provo bisogno. Ad esempio: quando giocavo bene non leggevo i giornali, perché magari mi portavano fuori equilibrio. Quando andava male mi piaceva invece la critica, sapere da chi arrivava anche per, tra virgolette ovviamente, odiarlo".
Sulla decisione di tornare a Parma
"Una storia romantica. È una dimensione che mi piace, rispecchia chi sono e me stesso. Mi fa stare bene. A volte quando sono con i ragazzi nello spogliatoio mi diverto molto. A volte faccio lo stupidotto, non il professore. Secondo me sono rimasti sorpresi, perché magari si aspettavano un altro atteggiamento. Parlo con loro, scherzo, e alla fine la normalità penso sia la vera trasgressione della persona".
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