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Champions League - Liverpool-Napol 2-0, le 5 verità: i ragazzi di Klopp sono una macchina da Europa, Kvaratskhelia è top

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 02/11/2022 alle 14:16 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - Il Liverpool dovrebbe concentrare i suoi sforzi sulla Champions League: i ragazzi di Klopp possono raggiungere un'altra finale. Il Napoli invece farebbe bene a pensare allo scudetto: questo può essere l'anno buono con un Kvaratskhelia fenomenale. A margine, l'ennesima milestone nella carriera di Salah: l'egiziano pareggia i gol europei di Gerrard.

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Liverpool-Napoli, match valido per la sesta giornata del girone A di Champions League, è terminato sul punteggio di 2-0, frutto della reti di Momo Salah e Darwin Nunez. La gara è stata arbitrata dal tedesco Tobias Stieler. Con questo risultato i Reds raggiungono quota 15 punti ma non riescono a superare il Napoli di Spalletti, in vantaggio grazie agli scontri diretti. Partenopei primi, inglesi secondi.
Qui di seguito le 5 verità emerse dalla notte inglese.

1) Napoli da finale? Probabilmente no

Klopp ha fatto pretattica e si è divertito a scaricare tutta la pressione sul Napoli alla vigilia. "Una squadra da finale", ha detto il tecnico tedesco, che per una volta si è nascosto dietro al momento di forma degli avversari. L'affermazione, comunque, aveva un fondo di verità, ma ragionando seriamente: la squadra di Spalletti può davvero arrivare all’Atatürk Olympic Stadium? Anche se fino a ieri sera la macchina perfetta del presidente De Laurentiis non aveva ancora perso, la mia risposta è no. Ai partenopei mancano un po’ di seconde linee di alto profilo per il livello attuale della Champions e anche un po’ di esperienza. Quando sei sullo 0-0 a pochi secondi dal termine, contro una big come il Liverpool, devi riuscire a reggere l’urto. Anche nella bolgia di Anfield. In ogni caso, c'è tanto spazio per migliorare. E per arrivare ai quarti.
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2) Napoli da scudetto? Probabilmente sì

Se in Europa la corsa sembra "limitata" alle prime 8, in Italia il discorso cambia. Se in Champions manca qualche rincalzo di livello per fare paura, in Italia anche Ostigard e Juan Jesus possono fare la differenza. Il Napoli ha fatto benissimo finora e in campionato, nelle prime 12 giornate, non ha ancora perso: questo è sufficiente per catalogare la Champions come divertimento e la Serie A come obiettivo. Gli azzurri, tra una goleada e un clean sheet, hanno vinto 4-1 con il Liverpool, steso l’Ajax e mostrato un calcio fenomenale contro ogni avversaria. Mai come quest’anno, in Serie A, c'è lo spazio per scrivere la storia: dopo l'ultimo sigillo di "Albertino" Bigon e Diego Armando Maradona targato 1989-90, il popolo azzurro può (e deve) sognare un altro tricolore.
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3) Occhio al Liverpool dopo il Mondiale…

In campionato gli inglesi non stanno facendo bene - 16 punti in 12 giornate con 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte -, ma in Europa hanno una marcia in più. È inutile girarci intorno: la Premier sarà un affare tra l’Arsenal di Arteta e il City di Guardiola, quindi alla truppa di Klopp converrebbe puntare al 4° posto e concentrare il resto delle energie sul cammino europeo. Nessuno come i Reds ha fatto faville in Champions negli ultimi anni (una vittoria e due finali dal 2017-18), per cui la strada dev’essere univoca: Europa, Europa, Europa. Con un Darwin Nunez sempre più coinvolto in zona gol (7 reti) e il rientro di Diogo Jota e Luis Diaz, Klopp potrà tornare ad allestire un pacchetto offensivo semplicemente fenomenale. Fate attenzione al Liverpool dopo il Mondiale: i "Rossi" potrebbero regalarsi un ultimo grande viaggio in prima classe.
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4) La storia del Liverpool si chiama Momo Salah

Se dici Liverpool pensi subito a Steven Gerrard. Nessuno come il ragazzo di Whiston ha saputo incarnare i valori dei Reds: lealtà, appartenenza, voglia, grinta, attaccamento alla maglia, cuore. Il capitano di mille battaglie, tra i tanti primati, aveva fissato il record di gol europei a 41. Quarantuno sigilli in 17 stagioni, sparsi tra Champions, Coppa Uefa ed Europa League. Un traguardo importante se pensiamo ad un centrocampista, un numero che ieri sera è stato eguagliato da Momo Salah. In sole 6 stagioni, oltre a vincere praticamente tutto, l’egiziano ha pareggiato il record di Steve-G e dagli ottavi proverà sicuramente a superarlo. Logicamente il ruolo lo ha aiutato, ma il discorso non può limitarsi a questo. Salah ha saputo migliorarsi anno dopo anno, raggiungendo degli standard impensabili fino a qualche stagione fa. Il record, perché lo farà, sarà una sorta di risarcimento per quel pallone d'oro che forse avrebbe meritato.

5) Kvaratskhelia non sente la pressione

Anche in una serata oggettivamente più difficile della altre, anche contro un avversario di cabotaggio superiore, anche all’interno di uno stadio difficilissimo da gestire, Khvicha Kvaratskhelia ha dimostrato la purezza (e la cattiveria agonistica) del suo talento. Un paio di tunnel a sbeffeggiare Alexander-Arnold, un tiro potente parato da Alisson e tantissime scorribande a spaventare la retroguardia di Jurgen Klopp. Dopo circa 20 partite stagionali, mal contate tra campionato e Champions, possiamo finalmente sbilanciarci: questo funambolo georgiano è un giocatore di altissimo livello. Già un campione? No, "ma ci stiamo lavorando…"
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