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Champions League - Milan-Salisburgo 4-0, 5 verità: Giroud è sempre l'uomo delle grandi notti, Theo-Leao micidiali

Stefano Silvestri

Pubblicato 03/11/2022 alle 09:58 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - Ancora una volta è lui, il francese, il trascinatore dei rossoneri nelle partite che più contano. Anche se le fortune del Milan nascono sempre dalla combo micidiale Theo Hernandez-Leão. E gli austriaci? Più futuro che presente.

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Milan-Salisburgo, match valido per la sesta e ultima giornata dei gironi di Champions League, è terminato sul punteggio di 4-0, frutto delle reti di Giroud (doppietta), Krunic e Messias. La gara è stata arbitrata dallo spagnolo Antonio Mateu Lahoz. Con questo risultato il Milan si qualifica agli ottavi di finale, un traguardo che il Diavolo non centrava da 9 anni mentre il Salisburgo retrocede in Europa League. Lunedì prossimo nel sorteggio di Nyon, il Milan - che non sarà testa di serie e giocherà in casa l'ottavo d'andata - conoscerà il nome del prossimo sfidante (qui trovate tutti i dettagli sulle avversarie da evitare e i potenziali pericoli dell'urna di Nyon). Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la gara di San Siro.

1) Giroud è sempre l'uomo dei gol pesanti

I gol nei derby, quello contro il Napoli nello scontro diretto della passata stagione. E poi la doppietta che, in sostanza, schiude al Milan le porte del Paradiso. Olivier Giroud, ancora una volta, è l'uomo dei gol pesanti. Il centravanti che non trema quando deve prendersi la responsabilità di sostituire il totem Ibrahimovic, e che come lo svedese si esalta nelle notti che valgono tanto. Gol dell'1-0, raddoppio annullato per una questione di centimetri, assist al bacio per Krunic, doppietta, magia a mandare in porta Messias. Meglio di così, quasi impossibile. Giroud ha da tempo convinto tutti della bontà dell'operazione condotta dal Milan poco più di un anno fa, al momento di prelevarlo dal Chelsea. Sembrava destinato a essere “solo” un buon vice-Ibra: si è rivelato molto, molto di più.

2) E ora il Milan ha il diritto di sognare

L'unico, piccolo rimpianto è quello di essere arrivati secondi e non primi. Però una qualificazione è sempre una qualificazione, specialmente pensando che da queste parti mancava da quasi un decennio: un'eternità per un club che un tempo dominava l'Europa e il mondo. E che ora, passo dopo passo, sta tornando a respirare l'aria della vetta. Al ritorno in Champions, l'anno scorso, era andata malissimo: subito eliminati da tutto contro Liverpool, Atletico Madrid e Porto. Ieri sera è arrivata la rivincita: bella, meritata. E ora la squadra di Pioli, che pure se la vedrà con una delle prime, non vuole fermarsi: sognare si può e, soprattutto, si deve. Con leggerezza.

3) La combo Theão vale mezzo Milan

Uno, Rafael Leão, era atteso al varco dopo l'insolita bocciatura di Torino. All'altro, Theo Hernandez, si chiedeva semplicemente di fare quel che sa fare, ovvero il fuoriclasse. Il risultato è stato un mix letale per il Salisburgo: quella fascia, la sinistra del Milan, è il vero tesoro rossonero. Sgasate continue, scambi in velocità, un palo a testa. Nulla di nuovo, se si pensa alle prestazioni in combinata della “Theão” in tutta la passata stagione. Senza nulla togliere al resto della squadra: non solo il cecchino Giroud, ma anche Kalulu e Bennacer, autori di una prestazione di altissimo livello.

4) Tatarusanu, la porta del Milan è in buone mani

L'infortunio di Mike Maignan, che tornerà in campo solo nel 2023, aveva acceso un campanello d'allarme bello rumoroso: sarà in grado il suo secondo, ovvero Ciprian Tatarusanu, di non farlo rimpiangere in attesa del suo rientro? Dopo alcune settimane, la risposta non può che essere positiva. In silenzio, senza mai finire sotto i riflettori, il romeno si è confermato dodicesimo affidabile. Anche in una serata apparentemente tranquilla, ma – appunto – solo apparentemente, come dimostrano gli interventi su Sucic, Adamu e Sesko lungo il corso della gara. Eccolo, un altro degli imprevedibili che sono riusciti e stanno riuscendo a rispondere presente quando chiamati in causa. Una costante, quando si parla della rosa di Pioli.

5) Il Salisburgo è più futuro che presente

4-0, sì. Ma è un risultato che, per quanto visto nel primo tempo, appare piuttosto ingeneroso nei confronti della giovane banda dell'altrettanto giovane Jaissle. Kjaergaard, Gourna-Douath, Okafor, fino al subentrato Sesko: qui il talento non manca di certo. Per una buona fetta della gara il Salisburgo si è costruito buone palle gol, ha reclamato un rigore e se l'è giocata alla pari contro un avversario più quotato. Ma per una squadra così acerba, almeno in campo europeo, sperare di passare in un girone con Chelsea e Milan era sinceramente troppo.
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