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Manchester City, Haaland: "Con Pep facciamo un calcio incredibile. Idoli? Cristiano Ronaldo è il migliore"

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Pubblicato 09/06/2023 alle 12:16 GMT+2

CHAMPIONS LEAGUE - Il centravanti ha parlato in una lunga intervista a BT Sport con Rio Ferdinand del suo momento e della nuova esperienza inglese, aggredita a suon di gol: "Sento di essermi evoluto molto bene qui, sia come persona che come giocatore". Poi un pensiero sull'Inter e sulla finale: "Pressione positiva, avremo il controllo della palla: l'obiettivo è creare tante occasioni".

Guardiola e il record di Haaland: "È speciale, il suo segreto è..."

Erling Haaland è pronto alla partita più importante della sua vita. La macchina da gol del Manchester City guiderà l'attacco di Pep Guardiola nella finale di Champions League contro l'Inter, punta di diamante di una squadra che quest'anno non ha praticamente mostrato punti deboli. Il centravanti si è raccontato a BT Sport in una lunga chiacchierata con Rio Ferdinand in vista della super sfida di Istanbul:
Il Manchester City ti ha ingaggiato per partite come questa. Che tipo di pressione senti?
Ovviamente c'è pressione, c'è da quando ho firmato per il City, ma mi piace. Si tratta di cercare di trasformarla in qualcosa di positivo e di godersi la partita.
Il passaggio alla Premier League, da Dortmund al Manchester City, è stato facile? 52 gol in 52 partite...
No, non è stato facile.
Ma è stato più facile di quanto ti aspettassi?
No, voglio dire, conoscevo molto bene la squadra quando sono arrivato qui. Seguo il City da sempre. L'anno prima avevano segnato 100 gol, quindi per me che sono un attaccante sapevo che venendo qui avrei segnato molto. Ovviamente non mi aspettavo di segnare così tanti gol.
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Haaland

Credit Foto Getty Images

Qual è stato l'elemento che ti ha spinto a venire al Manchester City?
Per me il calcio che Guardiola e il Manchester City stanno giocando è incredibile. Tutti lo conoscono, è il calcio più bello. Volevo farne parte, sentivo che poteva essere un'ottima soluzione e sentivo anche la fiducia delle persone con cui ho parlato dai piani alti. Volevo far parte di questo progetto e ovviamente anche lavorare con Pep: è il miglior allenatore. Poter provare l'esperienza di allenarmi con lui era qualcosa a cui puntavo, lavorare con lui ogni giorno mi è sempre sembrata una bella sfida da affrontare. Poi c'è la qualità sotto ogni aspetto del club, che si tratti di fisioterapisti, allenatori e ovviamente giocatori. Anche questo è un aspetto molto importante.
Cosa ha tirato fuori Pep da te che forse non ti aspettavi?
Per me è una questione di piccoli dettagli. Come muoversi, quando muoversi, dipende ovviamente dall'avversario perché ognuno gioca in modo diverso. Ma si tratta davvero di piccoli dettagli, è difficile da siegare. Contro questa squadra forse fare questo e fare quest'altro nella prossima partita. Sono queste le piccole cose. Sono ancora giovane, ho ancora 22 anni e tanto margine per sviluppare il mio gioco. Penso anche a questo. Sento di essermi evoluto molto bene qui, sia come persona che come giocatore e per me alla fine questa è la cosa più importante.
52 gol, 52 partite. Ti guardi e dici: "Sono il miglior numero 9 del mondo"?
Penso che sia importante parlare bene di se stessi, con se stessi, ma alla fine non sta a me giudicarlo. So cosa ho fatto finora in questa stagione. Manca una partita, quindi cerchiamo di rimanere con i piedi per terra. Non penso di voler rispondere a questo.
(Guardando la mappa dei gol che mostra tutti i gol in area) - Ti aspettavi di segnarne così tanti in uno spazio così ristretto?
Sì, è lì che si segnano più gol, quindi per me è importante essere lì. È una buona cosa essere bravi a mettere dentro i palloni. Prendiamo ad esempio la partita contro il Lipsia in Champions League. In quella partita sentivo di avere una calamita nel piede, la palla mi è arrivata sui piedi e l'ho messa sempre dentro. La scorsa stagione ho visto tante volte i cross attraversare l'intera area di rigore e non c'era nessuno. Quindi, immaginando di essere lì, l'ho infilata. Pensavo un po' in queato modo quando sono arrivato qui. Non sono io a creare le occasioni: il mio compito è aiutare la squadra a mettere la palla in fondo alla rete.
Guardi spesso i tuoi filmati?
In realtà non guardo affatto le mie partite. Cerco di pensare alla partita successiva. Non cerco di pensare a cosa ho sbagliato, ma di attaccare la partita successiva. L'ho fatto un po' quando ero più giovane, ma quando lo facevo ero un po' sovrappensiero, così ho smesso di farlo.
Non osservi gli avversari?
Non guardo nessuno, cerco di concentrarmi solo sulla partita successiva e di pensare non a quello che è successo, ma a quello che succederà.
Ha avuto degli idoli per quanto riguarda i movimenti all'interno e intorno all'area di rigore?
Per me il migliore è Cristiano Ronaldo, perché fa un movimento, poi un altro, poi va. L'ho osservato un po' in partita e così via. Anche per quanto riguarda il tempismo e la rifinitura, è per questo che ha segnato così tanti gol.
Marcatura a uomo...
Poi c'è più spazio per gli altri, quindi non mi dispiace, anzi: quando sono arrivato dicevo: "Sarà un campionato fisico", ed è vero, la Premier League è più fisica della Bundesliga. E mi piace avere un po' di queste sensazioni, pompare dopo la partita, è qualcosa che mi dà un po' di carica".
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Virgil Van Dijk a contrasto con Erling Haaland

Credit Foto Getty Images

Sui migliori difensori che ha affrontato...
Abbiamo faticato ad Anfield, Van Dijk è molto bravo. Ma la cosa positiva è che incontro Ruben Diaz e Akanji in allenamento ogni giorno, quindi anche gli allenamenti non sono facili, questa è la cosa più bella.
Quindi Van Dijk è stato il più tosto contro cui hai giocato?
Sì, credo di sì, è davvero bravo. Naturalmente anche la trasferta di Madrid è stata molto difficile, avevo due uomini addosso per tutto il tempo, non è stato facile. Ma Van Dijk mi piace molto. Ho giocato spesso contro di lui. È intelligente, veloce e fortissimo anche nel gioco aereo.
L'Inter ha difensori solidi e duri: come risponderai al loro modo di adattarsi a te?
Dovrò cercare di fare lo stesso. Come squadra avremo molto possesso di palla, cercheremo di creare quante più occasioni possibile. Proverò a stare nei 16 metri e a segnare un gol, sarebbe bello...
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Edin Dzeko esulta dopo il gol segnato durante Milan-Inter - Champions League 2022-23

Credit Foto Getty Images

Sul dibattito sul numero di palloni toccati a partita...
Guardate i giocatori che abbiamo. Grealish, De Bruyne, Bernardo. Dovrebbero essere loro a tenere la palla per tutto il tempo. Io devo farmi trovare pronto in area di rigore, segnare, possibilmente al primo tocco. Non mi interessa davvero questa storia dei palloni toccati, questa discussione che risale a ottobre, credo. È diventata un po' più tranquilla quando ho iniziato a segnare sempre più gol, poi all'improvviso non c'è stato più nulla. Ma non mi interessa questa cosa. Non ho bisogno di toccare spesso la palla, devo essere pronto mentalmente nel caso in cui la palla arrivi e quando arriva devo essere il primo a tirare.
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