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Champions League - Napoli-Eintracht: perché i tifosi tedeschi non possono entrare al Maradona? Resta il rischio scontri

Michele Neri

Pubblicato 15/03/2023 alle 13:42 GMT+1

CHAMPIONS LEAGUE - In seguito agli scontri avvenuti all'andata tra le due tifoserie, è stato vietato l'ingresso di tifosi dell'Eintracht al "Maradona" per il match di questa sera. Il Ministro degli Interni per primo aveva preso questo provvedimento per evitare problemi di ordine pubblico. Da lì una telenovela, conclusasi solo con la decisione del Tar Campania: no a residenti e nati a Francoforte.

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Napoli-Eintracht Francoforte, un match ad alta tensione. Questa sera al "Maradona" la formazione di Spalletti insegue un traguardo storico: i quarti di finale di Champions League. L'attenzione però è maggiormente rivolta a quanto avverrà fuori dallo stadio e tra le due tifoserie. Dopo gli scontri in Germania, infatti, le autorità italiane hanno vietato la trasferta agli ultrà degli ospiti: un provvedimento che ha scatenato polemiche, a cui si è unito persino Aleksander Čeferin, presidente UEFA.

Tifosi Eintracht, chi non potrà accedere al Maradona e perché?

Inizialmente il governo italiano voleva impedire l'ingresso al Maradona a tutti i cittadini tedeschi, poi dopo il tira e molla ha corretto la sua posizione: vietata la vendita dei biglietti ai residenti e/o nati a Francoforte. Per comprendere il divieto, il cui scopo è evitare disordini, bisogna ripercorrere la storia dei rapporti tra le due tifoserie. Gli ultras dell'Eintracht Francoforte - che in Italia hanno creato problemi anche nel 2018 - sono da tempo acerrimi nemici di quelli del Napoli. Il dissidio è legato a gemellaggi scomodi: i partenopei con Borussia Dortmund e Monaco 1860; i tedeschi con l'Atalanta. Si sapeva che sarebbe stato un ottavo di finale problematico per l'ordine pubblico e in occasione del primo atto è successo di tutto. Tra il 20 e il 21 febbraio i tifosi dell'Eintracht cercavano i napoletani in giro per la città per picchiarli, da qui diversi feriti. Poi ancora scontri fuori dallo stadio e alcuni pulmini degli italiani sono stati distrutti. Gli episodi hanno portato a 33 arresti tra i tedeschi, altri sono riusciti a sfuggire alla polizia.
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Trasferta vietata: tutta la telenovela

La prima mossa contraria ai tifosi dell'Eintracht l'ha intrapresa il Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, il quale voleva evitare assalti mirati ai tedeschi o che Napoli diventasse un terreno di battaglia tra due fronti di ultras. Dunque: niente trasferta per cittadini tedeschi. A questa decisione si è opposto subito il club di Bundesliga, che ha chiesto alla Uefa di far ritirare il provvedimento per mancato rispetto del principio di reciprocità (visto che a Francoforte i napoletani erano potuti andare).
Il Tar della Campania allora ha sospeso il divieto del Viminale perché non proporzionato: "Finisce per sposare "l'opzione zero", senza considerare la possibilità di contenere il paventato rischio con misure alternative e meno invasive". Per misure alternative si intendeva, ad esempio, scortare i tifosi tedeschi. Inoltre, era considerato eccessivo il divieto di trasferta per tutti i tedeschi.
Il Prefetto di Napoli ha allora imposto il divieto di trasferta solo ai residenti e nati a Francoforte. L'Eintracht Francoforte si è appellato al Tar della Campania, che però ha respinto il nuovo ricorso: "Gli incidenti verificatisi in occasione dell'incontro di andata dello scorso 21 febbraio con la squadra del Napoli non possono dirsi affatto sporadici o non probanti. Episodi che avrebbero ingenerato un sentimento di 'rivalsa', documentato da un monitoraggio social, certo non riconducibile ai soli tifosi tedeschi, ma che comunque farebbe presagire azioni violente delle opposte tifoserie".

Ceferin: "Decisione sbagliata"

Tra le voci contrarie al divieto per gli ultrà dell'Eintracht, la più autorevole è quella di Aleksandr Ceferin, presidente UEFA, che ha commentato così: "E' inaccettabile che le autorità italiane decidano che i tifosi tedeschi non sono ammessi. Questa situazione è intollerabile. Abbiamo urgente bisogno di fare qualcosa perché la decisione presa dalle autorità è assolutamente sbagliata". Ha poi minacciato il Napoli: "Dobbiamo dire che se succede qualcosa del genere, non si giocherà lì. E' molto semplice, cambieremo le regole".

Il sindaco di Napoli: "Il tifo malato va combattuto"

Sulla decisione di vietare la trasferta si è espresso anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: "E' stata una scelta dettata da motivi di ordine pubblico. L'osservatorio del Viminale riteneva questa partita ad alto rischio per la possibilità di incidenti. Devo dire che c'è sempre tristezza quando ci sono questi provvedimenti restrittivi". Il sindaco prosegue: "Per il calcio dovrebbe essere un momento di gioia e di festa, di apertura. Le restrizioni segnalano che c'è un calcio e un tifo malato, che noi dobbiamo combattere".

Un migliaio di tedeschi a Napoli: sarà il caos?

Nonostante i divieti e le tensioni, ieri sono giunti a Napoli circa 400 tifosi dell'Eintracht, che hanno raggiunto la città con un treno da Salerno. In queste ore sono arrivate altre centinaia di persone. Alloggiano negli hotel del lungomare, dove ieri notte gli ultrà napoletani li hanno attesi ed hanno colpito i loro bus con bottiglie e altri oggetti. Non è chiaro come la polizia voglia gestire questi gruppi pericolosi, all'interno dei quali si sarebbero mischiati anche ultrà dell'Atalanta.
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