Champions League - 5 verità di Napoli-Barcellona 1-1: Calzona mentalista, male Kvaratskhelia, Anguissa-Osimhen decisivi
Aggiornato 22/02/2024 alle 09:46 GMT+1
CHAMPIONS LEAGUE - Prima uscita decisamente onorevole per il nuovo tecnico degli azzurri, che - durante il match - trova il modo di cambiare l'atteggiamento in campo dei suoi giocatori. Certo, rispetto a Mazzarri, con un Osimhen in più, ispirato da un altro grande assente di gennaio, Anguissa. Kvaratskhelia: prestazione eccessivamente timida e rivedibile.
Napoli-Barcellona, match valido per l'andata degli ottavi di finale di Champions League, è terminato sul punteggio di 1-1, frutto delle reti di Lewandowski e Osimhen. La gara è stata arbitrata dal tedesco Felix Zwayer. Un risultato che lascia assolutamente in sospeso le chance di qualificazioni per gli azzurri che si sono presentati alla partita con il nuovo tecnico Francesco Calzona, in panchina, scelto da De Laurentiis per raddrizzare la stagione dopo le disgraziate parentesi con Rudi Garcia e Walter Mazzarri. Vediamo insieme l'analisi del match in cinque punti chiave.
1) Calzona subito mentalista
Esordio assolutamente onorevole sulla panchina del Napoli. Per tutto il primo tempo risulta calmo e riflessivo nel cercare di carpire l'essenza della sua squadra al suo primo, anzi secondo giorno di lavoro. Nella ripresa, specie dopo il gol di Osimhen, si trasforma e diventa tarantolato. Dal canto suo, si rivela abile a comunicare ai suoi giocatore di superare gli scogli di inizio match iniziali col possesso palla ragionato e avanzando il baricentro in modo tale da inceppare i meccanismi di un Barcellona rigoglioso nella fase offensiva, ma piuttosto fragile dalle parti della retroguardia. Mentalista.
2) Osimhen fondamentale anche al 60%
Gli basta un pallone buono e, sfinito per essere partito con una forma fisica parametrabile, al massimo, al 60%, fa girare la testa a Iñigo Martinez e trafigge ter Stegen. Troppo importante la sua presenza là davanti: chissà cos'avrà pensato Walter Mazzarri, che non l'ha avuto a propria disposizione solamente per un mese (e mai nel 2024).
3) Zambo Anguissa elemento imprescindibile a metà campo
Il suo Camerun non ha certo fatto faville in Coppa d'Africa, ma tornare ad essere subito così competitivi e decisivi nella propria squadra di club non è esattamente da tutti (Osimhen escluso). Estrae dal cilindro l'assist vincente per bomber Victor, oltre a fungere da equilibratore totale della metà campo azzurra fornendo, al tempo stesso, qualità e fisicità.
- La partita di Anguissa in numeri
Minuti giocati | 90 |
Assist | 1 |
Palloni toccati | 59 |
Passaggi completati | 42 |
% passaggi completati | 92% |
Palloni intercettati | 1 |
Passaggi in profondità (riusciti/tentati) | 2/3 |
Falli commessi | 5 |
Tackle a terra vinti | 3 (su 5) |
4) L'occasione mancata di Kvaratskhelia
"Occasione mancata" perché, indipendentemente dal momento estremamente delicato della squadra, l'ottavo di finale col Barcellona deve necessariamente essere una vetrina da sfruttare, agli occhi del mondo. Invece, il georgiano non va oltre una prestazione timida e senza nerbo. Calzona lo sostituisce, giustamente, per dare una scossa la squadra e il giocoliere del Caucaso se la prende pure, uscendo dal campo visibilmente corrucciato.
5) Barça e la retorica del tiki taka. Ma la difesa ruvida rimanda ad altri tempi
Anche ai tempi, non certo idilliaci, della guida tecnica Xavi, al Barcellona resta appiccicata l'etichetta con su scritto "tiki taka". E questo per la solita buona dose di retorica che fa rima con "Fútbol". Poi, però, i centrali difensivi Araujo e Iñigo Martinez si mettono a randellare Osimhen dall'inizio alla fine, su precisa indicazione di Xavi, alfiere guardiolista. Roba, per intenderci, da scavezzacolli delle squadre belghe nelle competizioni europee anni Ottanta...
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